Tennis, Voti e Pagelle del 2017: è l’anno di Nadal e Federer, finalmente ecco Dimitrov, male Djokovic e Murray

No, il 2017 non è stato affatto parente del 2016 per quanto riguarda i protagonisti, i dominatori del circuito ATP e, sebbene tutti si aspettassero una nuova brillante stagione di Andy Murray e Novak Djokovic, beh, le cose, nel mondo del tennis, sono andate davvero diversamente.

Ecco i migliori e i peggiori di questa incredibile stagione, inaspettata, vintage, dolce e commovente, che consegna, una volta di più, due straordinari campioni nell’Olimpo del Tennis, anzi, nell’Olimpo dello Sport, due “ragazzini” terribili che non vorremmo ci salutassero mai.

MIGLIORI

  • RAFAEL NADAL, 10: esattamente come i suoi successi a Parigi, mai nessuno come lui, così come a Montecarlo e a Barcellona, traguardi stratosferici e difficilmente immaginabili soltanto 12 mesi fa. Eppure Rafa, in questo 2017, è tornato il “cannibale” che ha fatto innamorare milioni di ragazzini al tennis, è tornato a fare quello che da sempre gli riesce meglio, competere e vincere. Perché tanti hanno dimostrato di avere la fame necessaria per eccellere, ma pochi l’hanno coltivata senza perderla mai, riuscendo ad unirla a tecnica, fisico e tanta, sensazionale, forza mentale. Per questo, per quello che è stato e per tutto ciò che, comunque vada, sarà, grazie Rafa!

  • ROGER FEDERER, 10: altro alieno per il quale ormai parole, definizioni e complimenti, non hanno più senso. King Roger è tornato per scrivere la storia del tennis aggiornando i suo già straordinari record, arrivando a quota 19 titoli slam, 7 successi a Wimbledon, 6 a Melbourne e una seconda posizione mondiale che profumano tanto di rivincita verso coloro che lo davano spacciato, ormai sull’orlo del ritiro. Eppure Roger, con consapevolezza e maturità, c’è e non potremmo esserne più felici. Per questo, per quello che è stato e per tutto ciò che, comunque vada, sarà, grazie Roger!

  • GRIGOR DIMITROV, 9: finalmente ecco anche Grisha tra i grandissimi del tennis mondiale. Un predestinato, uno di quelli che incanta subito, dopo appena un paio di colpi, uno di quelli che di talento ne è fin troppo pieno. Ma i dubbi sulla sua forza mentale iniziavano, alla soglia dei 28 anni, ad essere tanti, troppi, ed enormemente ingombranti. E invece Grigor ha zittito tutti con una stagione eccellente iniziata con la partita più bella dell’anno, a Melbourne, persa solo contro un immenso Nadal, prima di conquistare il primo titolo Master 1000 a Cincinnati e soprattutto, il titolo di “Maestro” alle ATP Finals di Londra. Finalmente Grisha, perché sarebbe stato davvero un peccato sprecare tutto quel dono che hai.

  • ALEXANDER ZVEREV, 8,5: è realistico immaginare che il 2018 sarà il suo anno, ma già in questo che sta per finire, il giovane tedesco ha dimostrato tutto il suo grandissimo potenziale riuscendo a conquistare non uno, bensì due titoli Master 1000. Il futuro sembra suo, ma la strada da fare è davvero molto lunga e con tanto, ancora, da imparare, a partire dalla gestione del calendario per evitare di chiudere, come successo quest’anno, senza benzina nel serbatoio. L’età, tuttavia, fa il tifo per lui.

  • PABLO CARRENO BUSTA, 8: è vero, forse c’è un mezzo punto in più, ma la stagione dello spagnolo è stata tanto ricca di successi quanto incredibilmente inaspettata, con risultati prestigiosi, una top 10 raggiunta in modo sorprendente, oltre che una encomiabile continuità di rendimento. Almeno fino al rush finale della stagione dove la stanchezza ed il risentimento per alcuni piccoli problemi fisici, hanno avuto il sopravvento impedendogli di chiudere al meglio un 2017 da incorniciare.

  • DOMINIC THIEM, DAVID GOFFIN E JACK SOCK 7,5: alti e bassi, acciacchi fisici e qualche problemino di continuità, hanno caratterizzato, seppure in modo differente, la stagione di tutti e tre. Ciò nonostante sono arrivate anche tantissime soddisfazioni, alcune inaspettate, altre confermate come da pronostico, ma tutte ugualmente meritate che hanno finito per collocare tutti e tre, tra i grandi del tennis nelle Finals di Londra. E non c’è dubbio che sia questo il loro posto.

Tra i protagonisti di una stagione comunque positiva, non possono mancare il croato Marin Cilic, continuo a tal punto da centrare e confermare la qualificazione alle ATP Finals, l’argentino Juan Martin del Potro, strenuo lottatore che ha combattuto fino all’ultimo per un posto tra i primi 8 e che si è preso il lusso di battere Federer agli Us Open, il sudafricano Kevin Anderson che proprio a New York ha centrato una sorprendente finale, i francesi Lucas Pouille e Jo Wilfried Tsonga a segno più volte in tornei minori ma capaci soprattutto di riportare a casa, dopo 16 anni, la Coppa Davis,  l’australiano Nick Kyrgios, non ancora del tutto esploso, ma con il potenziale, quando vuole, di far tremare anche i più forti e lo svizzero Stan Wawrinka che, in mezza stagione, ha comunque centrato una semifinale a Melbourne ed una finale a Parigi, sconfitto solo da Federer e Nadal.

PEGGIORI

  • KEI NISHIKORI E MILOS RAONIC, 5: grandi aspettative spezzate soprattutto dai tanti infortuni che stanno ormai pericolosamente attanagliando la carriera di questi due ottimi giocatori. Un vero peccato, perché da ambo le parti, il talento è davvero grande ed è stato, per questo, un enorme dispiacere non poterli vedere combattere nei palcoscenici più importanti, al livello, alto, che possono raggiungere.

  • NOVAK DJOKOVIC E ANDY MURRAY 4,5: un enorme punto interrogativo simboleggia, nel migliore dei modi, la stagione di questi due enormi campioni. Questi ultimi due anni sono stati l’uno l’opposto dell’altro, lo yin e lo yang, due facce della stessa, pericolosissima, medaglia capace di rendere imbattibili così come di togliere ogni certezza e far sprofondare in un terribile oblio. Ma questo perché? Poca fame di altre vittorie, disinteresse verso il tennis, paura di non essere più all’altezza, incomprensioni per ormai logori rapporti con lo staff tecnico, problemi extra tennistici, semplice stanchezza fisica? Insomma, un enorme punto interrogativo.

  • BERNARD TOMIC, 4: probabilmente la sua stagione nera ed assolutamente da dimenticare, che l’ha visto sprofondare alla 142esima posizione mondiale,  è passata un po’ in sordina perché l’australiano non ha mai vinto nulla e perché il suo atteggiamento menefreghista e strafottente attira solo antipatie. Ed è vero che “chi è causa del suo male pianga sé stesso”, ma non può non essere un dispiacere vedere un giovane sprecare in questo modo il suo talento. Ora, sarà costretto a rimboccarsi le maniche perché nemmeno lo slam di casa, a Melbourne, ha intenzione di concedergli l’invito, e, anche se la speranza è l’ultima a morire, caro Bernard, dipende tutto da te.

 

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