Neanche il tempo di celebrare la storica impresa di Martina Trevisan che il Suzanne Lenglen si è vestito nuovamente di verde, bianco e rosso di fronte alla prova di forza di Jannik Sinner, uno che, sempre di più, appare un predestinato.
Se sul Philippe Chatrier la diciannovenne Iga Swiatek sballottava di qua e di là la numero due del mondo Simona Halep, altrettanto ha fatto il suo coetaneo Jannik Sinner sull’altro campo principale di fronte a quell’Alexander Zverev (6-3 6-3 4-6 6-3) finalista poche settimane fa a New York e già vincente contro Marco Cecchinato nel turno precedente.
Una prova di forza, di eccezionale autorevolezza, con un tennis naturale e brillante, incisivo, con poche sbavature, alla ricerca del vincente senza strafare mai, con calma e lucidità di fronte ad un avversario importante, a suo dire febbricitante, ma mai domo tanto da costringere comunque il match al quarto.
Ma Sinner ha sempre dato l’impressione di essere in controllo dell’incontro, era lui a decidere ogni volta lo scambio, sempre con il piede sull’acceleratore, senza frenare ma dimostrando tutta l’efficacia, adesso anche fisica, del suo repertorio che, incredibilmente, ancora può essere arricchito.
Ora per lui, subito ai quarti di finale nella sua prima apparizione parigina, ci sarà il re di questo torneo e di questa superficie, uno con cui, non a caso, condivide questo incredibile record, il numero due del mondo Rafael Nadal che, proprio nel 2005, al suo primo main draw parigino, non solo arrivò nei last 8, ma vinse addirittura il primo di dodici titoli.
Nadal ha strappato il suo pass per i quarti di finale praticamente in scioltezza lasciando le briciole al giovane statunitense Sebastian Korda (6-1 6-1 6-2), mai così avanti in un major ed abbagliato dalla presenza, nell’altro lato del campo, del suo idolo di infanzia.
Nell’altro quarto di tabellone della parte bassa, invece, sfuma l’en plein italiano sul Suzanne Lenglen con la sconfitta, netta, di Lorenzo Sonego, per mano di un sempre più convincente Diego Schwartzman (6-1 6-3 6-4), fine stratega su questa superficie e capace di mettere in luce tutte le difficoltà del suo avversario.
Per il finalista del torneo di Roma ci sarà, come da pronostico, il campione di New York Dominic Thiem che, però, ha incontrato molti più problemi del previsto per avere il sopravvento su un altro giovane affacciatosi così avanti nel torneo, il francese Hugo Gaston (6-4 6-4 5-7 3-6 6-3).
Thiem, dopo aver vinto convincendo i primi due set, si è ritrovato vittima del gioco imprevedibile, ricco e vario del giovane francese che, tra palle corte, lob, colpi tagliati ed angoli stretti, ha costretto alla lotta il ben più quotato rivale costringendolo ad un quinto set per nulla banale.
Nel momento decisivo, però, la mano di Gaston si è fatta più pesante eludendo l’efficacia di tutte quelle variazioni mentre l’accoppiata quantità-qualità di Thiem lo ha sostenuto nei game cruciali del quinto set aprendogli le porte dei quarti di finale.
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