“Il match del torneo”, senza se e senza ma: nella sessione serale del venerdì dedicato ai quarti di finale dell’ATP Master 1000 di Roma, Novak Djokovic piega dopo tre ore di battaglia Juan Martin del Potro.
Era impossibile aspettarsi una versione tanto spumeggiante e convincente di delPo, non solo perché questa è la superficie storicamente a lui meno congeniale, non solo perché Nole, reduce dal successo di Madrid, era apparso in forma smagliante, ma perché per il campione argentino si trattava appena del terzo torneo negli ultimi otto mesi.
Dopo aver dovuto recuperare tra la off season e l’inizio di stagione, saltando tutta la tournée australiana e il Double Sunshine Indian Wells- Miami, a causa dell’ennesimo problema fisico-intervento, del Potro ha fatto il suo ritorno sulle scene in questa stagione sulla terra rossa.
A Madrid, primo torneo dopo diverso tempo, non aveva affatto convinto ma a Roma, tutto è sembrato diverso e, dopo aver eliminato agevolmente, nel doppio turno di giovedì, David Goffin e Casper Ruud, ha dato spettacolo per tre ore di splendido tennis serale, contro il numero uno del mondo Novak Djokovic.
Alla fine, nonostante la spettacolare performance e l’avversario fenomeno, delPo chiude comunque il suo quarto di finale con un po’ di rammarico, vittima di un po’ di tensione di troppo nel momento decisivo quando, con il match point al servizio nel tie break del secondo, dopo una solida prima, ha steccato un diritto per lui comodo dal centro del campo.
Dall’altra parte della rete, però, va sottolineata la prestazione stellare di un Djokovic apparso in modalità alieno, rapidissimo sul campo, impressionante nel tenere il ritmo martellante dell’avversario, e lucido anche mentalmente, nonostante un po’ di nervosismo qua e là, nella lotta punto a punto fino all’ultimo.
Nel terzo e decisivo set, malgrado l’encomiabile forza di volontà e lo spirito combattivo di del Potro, ad avere la meglio è stata proprio la stanchezza del gigante argentino di fronte, invece, ad un extraterrestre anche per la resistenza fisica in una sfida termina oltre l’una di notte.
Adesso, per Nole, che avrà decisamente meno tempo per riposare in vista della sua semifinale, ci sarà un nuovo incrocio contro un tennista argentino, il piccolo Diego Schwartzman che he centrato per la prima volta l’accesso nei big four di un ATP Master 1000 grazie alla netta vittoria sul giapponese Kei Nishikori.
Nella parte bassa del tabellone, invece, avanza come un rullo mattatore “l’ancora privo di trofei sul rosso in questo 2019” Rafael Nadal, apparso davvero in modalità “in missione” per centrate il successo a Roma.
Dopo aver lasciato le briciole nel doppio turno di giovedì sia a Jeremy Chardy che a Nikoloz Basilashvili, Nadal, dopo aver recuperato un iniziale break di svantaggio, ha piallato anche il connazionale Fernando Verdasco, al quale ha lasciato appena quattro giochi, tutti nel primo set.
Ora per l’otto volte campione del torneo, ci sarà la rivincita della semifinale persa a Madrid contro il giovanissimo Stefanos Tsitsipas che ha approfittato ieri del ritiro di Roger Federer, ko per un problema alla gamba e desideroso di non compromettere la sua preparazione al secondo major dell’anno a Parigi.
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