Dodici mesi fa, per gioco e per riempire le lunghe giornate senza tennis della “off season”, è nata la rubrica “Alla Scoperta Di” per provare a tracciare i profili dei possibili campioni del futuro.
Un’iniziativa che, ad un anno di distanza, non poteva non avere un secondo capitolo per vedere, laddove dei progressi c’erano stati, come è andata la stagione dei vari protagonisti.

Ecco che da questa volontà riparte, quest’oggi, questa rubrica che però, quest’anno, si articolerà in due parti: nella prima verranno rianalizzati dieci profili alla luce dei risultati ottenuti in stagione, mentre nella seconda saranno presentati dieci nuove promesse, o presunte tali, di questo sport.
La scommessa più vincente, se così si può dire, non aveva un coefficiente di difficoltà, dodici mesi fa, così elevato perché di lui si parla ormai da tempo.
NOME | STEFANOS |
COGNOME | TSITSIPAS |
ETA’ | 20 |
NAZIONE | GRECIA |
RANKING | 15 |
W/L 2018 | 46-27 |
TITOLI ATP | ATP 250 STOCCOLMA |
Eppure il 2018 è stato l’anno dell’autentico boom sulla scena mondiale del grande tennis per il greco Stefanos Tsitsipas che, appena ventenne, ha sbalordito tutti scalando la classifica in modo vertiginoso.

A distanza di un anno il suo ranking recita numero 15 del mondo con un balzo in avanti di ben 76 posizioni rispetto all’inizio della stagione già brillante con i quarti a Doha nel primo appuntamento del 2018.
Da lì in poi, per Tsistsipas, è stata un’autentica climax di soddisfazioni e prime volte con il primo alloro della carriera, nel torneo ATP 250 di Stoccolma ed il recente trionfo alle NextGen ATP Finals di Milano, il Master dei campioni del futuro.
Così questa rubrica non poteva che ripartire da lui, dal re delle nuove promesse del circuito maschile, quello che, insieme al già pluri-affermato Alexander Zverev, sembra destinato a raccogliere l’eredità di Federer, Nadal e Djokovic un giorno.
Oltre ai successi di Stoccolma e Milano, Tsitsipas ha raggiunto la prima finale in un Master 1000, sul cemento nordamericano di Toronto, ed in un evento ATP 500, sulla terra rossa di Barcellona, entrambe le volte sconfitto solo dal cannibale Nadal.

Qua e là altri buoni piazzamenti sono state le semifinali di Washington ed Estoril e la seconda settimana nello slam sull’erba di Wimbledon, risultati disparati ed eterogenei che hanno mostrato, tra le sue peculiarità, una ottimale universalità del suo gioco, adatto in modo più o meno efficace, a tutte le superfici.
Di Tsitsipas è saltata fin da subito agli occhi una maggiore solidità nei fondamentali a rimbalzo, diritto e rovescio, quest’ultimo magnifico, ad una mano, in virtù anche di una migliore preparazione atletica, punto che dovrà diventare cruciale nella preparazione per le prossime stagioni.
Ma il colpo con i progressi più evidenti è stato, senza dubbio, il servizio, cresciuto per velocità di palla, precisione, variazioni ed imprevedibilità.
75% di punti fatti con la prima di servizio in campo, 85% dei giochi alla battuta conquistati, una media di circa 7 ace a partita sono solo alcuni dei dati che mostrano un buon rendimento generale con questo fondamentale di inizio gioco, cruciale nel tennis moderno.

Il greco, inoltre, ha saputo mettersi ben in mostra anche sotto il profilo delle statistiche “under pressure”, ovvero di tutti quei momenti quando la pressione è alta ed i punti si fanno sempre più pesanti come palle break, a favore e contro, tie break e set decisivi, quando la posta in palio è alta e restare freddi e lucidi è spesso sinonimo di successo.
Ebbene Tsitsipas vanta una percentuale pari a 65 di palle break salvate ed uno score positivo per quanto riguarda gli incontri chiusi al terzo con una media circa di due vittorie su tre partite.
E’ ovvio che, appena ventenne, i margini di miglioramento e, talvolta, anche di cambiamento su alcune scelte ed esecuzioni, non possono mancare e tra i colpi su cui sarà necessario, e possibile, un buon intervento c’è la risposta al servizio (appena il 19% di giochi vinti in risposta).

Quest’altro fondamentale di inizio scambio è divenuto, nel tennis moderno, dai tempi di Agassi in poi, e con l’apoteosi di Djokovic adesso, una soluzione indispensabile per districarsi in mezzo a tanti big servers e per evitare pericolosi tie break o partite inaspettatamente scomode.
Insomma, ancora tanto lavoro ma già enorme consapevolezza e qualità per quel che riguarda questo brillante talento greco che, a grand balzi, sta per fare il maestoso ingresso tra i primissimi del tennis mondiale.
Nel 2019 Tsitsipas sarà atteso dalla definitiva consacrazione, se non già con uno slam, almeno con una nuova spumeggiante corsa in un Master 1000 e con una sempre più solida continuità di risultati ma, senza alcun dubbio, con ancora più convinzione un anno dopo, il futuro sarà anche suo.
Redazione
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