Dal lieto fine alla tragedia il passo è breve. Il tecnico del Siviglia, tornato sulla panchina a tempo di record dopo il carcinoma alla prostata e la conseguente operazione, è stato esonerato. Un fulmine a ciel sereno che arriva dopo il pareggio casalingo 0-0 contro il Levante e le due sconfitte contro il Real Madrid e la Real Sociedad.
Berizzo era passato alla cronaca per il funambolico secondo tempo di Siviglia-Liverpool, quando la squadra era riuscita a recuperare 3 reti di svantaggio dopo aver saputo, durante l’intervallo, che Berizzo era stato colpito dal tumore. Una reazione di orgoglio e di passione che aveva emozionato il web e i media che si erano subito incensati a raccontare la favola del cuore che vince su tutto.
Non è così, non sarà mai così in questo calcio dominato da sceicchi, padroni e intermediari finanziari. Il tecnico del Siviglia, che è riuscito a portare la squadra agli ottavi di finale di Champions e al momento è quinto in campionato, ci ha lasciato le penne per qualche sconfitta e fa strano che la società andalusa abbia scelto di togliere la fiducia a una persona capace di sconfiggere un tumore.
Non che Berizzo sia un uomo migliore degli altri a prescindere, certo è che una persona che vive un dramma del genere ha bisogno di una fiducia maggiore.
Se i risultati non sono arrivati la colpa non può essere solo di Berizzo, costretto a lasciare la panchina al suo vice e impegnato a combattere una battaglia molto più importante di una semplice sfida di calcio.
Si dice che a Natale siano tutti più buoni ma forse dobbiamo ricrederci, perché Berizzo passerà un Natale triste e un uomo come lui avrebbe meritato qualcosa in più. Senza nulla togliere a Javi Garcia, che molto probabilmente andrà a sostituirlo sulla panchina del Siviglia. Il calcio sa essere crudele…
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