Sinner sciocca l’Italia tennis: spunta un retroscena inaspettato sulla scelta di saltare la Davis

Sinner implacabile a Cincinnati
Sinner - Stadiosport.it

Il mondo del tennis continua a tremare davanti al nome di Jannik Sinner. È di nuovo lassù, sul tetto dell’ATP, tornato numero uno dopo mesi in cui il destino sembrava volerlo piegare tra infortuni e una sospensione che ha acceso mille polemiche. Un recupero straordinario, quasi cinematografico, culminato con il trionfo a Parigi Bercy e il controsorpasso su Carlos Alcaraz. Eppure, proprio nel momento in cui l’Italia sogna e si gode il suo fuoriclasse, scatta un nuovo terremoto.

La scelta di Sinner di non unirsi alla nazionale per la fase finale della Coppa Davis a Bologna ha diviso il Paese. I tifosi avevano già immaginato l’Arena in festa, l’Italia pronta a difendere la propria gloria con il numero uno al mondo a guidare gli azzurri. Invece, la decisione è arrivata come un fulmine: Jannik non ci sarà. E il dibattito, da quel momento, non si è più fermato.

C’è chi parla di tradimento sportivo, chi invoca il dovere verso la maglia, e poi c’è chi vede più lontano. Sinner, dopo una stagione logorante e un rientro psicologicamente pesantissimo, ha scelto la via più dura: fermarsi proprio quando tutti lo volevano in campo. Non tutti l’hanno accettato. Non tutti hanno compreso.

A scendere in campo per difenderlo ci ha pensato Andrea Gaudenzi, presidente ATP, che non si è nascosto: secondo lui Sinner rappresenta l’Italia ogni volta che scende in campo in giro per il mondo, indipendentemente dal torneo. Un messaggio chiaro. Elegante. Eppure destinato a non placare gli animi di chi pretendeva l’eroe al centro della battaglia.

Ma le parole di Gaudenzi nascondono un’ombra ancora più inquietante. Lo scenario che si profila potrebbe colpire non solo la squadra, ma l’intero movimento italiano. Perché, mentre si discute della rinuncia di Jannik, arriva un avvertimento pesante come una sentenza: le ATP Finals di Torino potrebbero presto dire addio all’Italia se non arriveranno interventi immediati sulle strutture e sui rapporti istituzionali.

Una minaccia che fa rumore. Un fulmine che squarcia il cielo proprio nel momento di massima gloria del tennis italiano.

Sinner tace. Lavora. Si prepara alla prossima battaglia da leader del ranking mondiale. I tifosi intanto si dividono: chi lo comprende e lo difende a spada tratta e chi non perdona questa assenza. Una sola certezza emerge da questo vortice: attorno a Jannik niente è mai banale, mai scontato, mai silenzioso.

E mentre il Paese aspetta di rivederlo con la racchetta in mano, una domanda continua a bruciare: abbiamo davvero capito fino in fondo cosa sta proteggendo Sinner… e cosa sta rischiando l’Italia?

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