Il Coni vuole una nuova riforma della Serie A: la FIGC propone la riduzione a 18 squadre e l’AIC l’introduzione degli spareggi, ma la Lega Serie A non appoggia nessuno
Uno dei motivi di discussione negli ultimi anni è la riforma della Serie A, che il Coni vorrebbe modificare, con il consenso della Lega Serie A e dell’AIC, cioè l’Associazione Italiana Calciatori. D’altronde, la situazione venutasi a creare in questa stagione è la palese dimostrazione della necessità di cambiare qualcosa.
Infatti, ben 8 squadre sono già praticamente salve e non possono lottare per un piazzamento per la qualificazione ad una competizione europea e altre 3 squadre possono essere considerate già retrocesse o, comunque, destinate a concludere il campionato nelle ultime tre posizioni, come appunto denunciato da Claudio Lotito.
Questa situazione creerà ben 57 partite inutili nelle prossime 17 giornate, cioè una gara ogni tre non sarà importante ai fini della classifica. I premi della Lega garantiscono una forbice di 2,5 milioni in più a chi chiude il campionato al 9° o al 10°, rispetto a chi finisce la propria stagione tra l’11° e il 17° posto.
Tutto ciò, ovviamente, creare una minore competitività, a causa dell’assenza di obiettivi reali, collegandosi quindi alle parole di Fabio Capello, che aveva accusato il campionato italiano di essere poco allenante per squadre come la Juventus, che dovrebbero tentare il salto di qualità per competere anche in Europa.
Ma la mancanza di competitività crea anche altri problemi, come quello relativo alla cessione dei diritti tv di una competizione poco appetibile, forse anche a causa della formula a 20 squadre.
E’ da queste basi che nasce la richiesta del presidente del Coni, Giovanni Malagò, di mettere la parola fine alla diatriba sulla creazione di una nuova riforma della Serie A, rallentata dalle visioni completamente opposte da parte della Lega e dell’AIC, per motivi, ovviamente, abbastanza facili da comprendere.
Da una parte, infatti, il presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, vorrebbe la riduzione da 20 a 18 squadre, ma non ha l’appoggio da parte della maggioranza delle società, visto che 7-8 di queste rischierebbero la Serie B.
Dall’altra parte, invece, il presidente Damiano Tommasi si schiera a sfavore di questa ipotesi, visto che ridurre i professionisti significa, in soldoni, meno posti di lavoro, e propone l’introduzione di spareggi, quindi Play-off per i posizionamenti europei, oltre che per la promozione, e Play-out per sancire le retrocessioni, non appoggiata, ovviamente, dalla Lega, perché non facente parte della storia culturale di questo sport in Italia.
Nel frattempo, in attesa di una decisione definitiva, il dg della FIGC, Michele Uva, ha chiesto di alzare gli standard qualitativi per giocare della Serie A, puntando su stadi e settori giovanili, magari introducendo una sorta di paracadute economico per le squadre che retrocedono, come accade già in Inghilterra per quelle di Premier League verso la Championship.
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