Serie A: basta polemiche arbitrali! Non è crisi Napoli, Atalanta merita l’Europa, triste storie Oddo, finita tragedia Zamparini

La Juventus padroneggia in Serie A, dove la Roma prova a tenere il passo, mentre il Napoli si ferma dopo 18 risultati utili consecutivi. Bella la lotta per l’Europa tra Lazio, Milan, Inter e Atalanta, mentre Zamparini lascia il Palermo e Oddo paga le colpe del Pescara. Infine, tante e sterili le polemiche per gli errori arbitrali

Il calcio è fatto di episodi, in una sorta di sliding doors continui, che possono alterare l’esito di ogni partita. Ultimamente, troppo spesso le gare vengono decise dagli errori degli arbitri, ma non serve a nulla lamentarsi e piangere sul sangue versato. 

Basta polemiche, continuamente sterili. Basta, soprattutto, piangina. Basta invocare alla sudditanza psicologica, un semplice alibi e nulla più, o assistere a conferenze stampa e post partite incentrati solo ed esclusivamente sull’analisi degli errori arbitrali. 

Certo, sono troppi, ma ci si dimentica troppo spesso che andrebbe messo tutto sul piatto della bilancia, non solo gli errori contro, ma anche quelli a favore, e sull’umanità degli arbitri, che possono e devono sbagliare. Anche questo è il bello del calcio, non sono automi. Ma, soprattutto, andrebbe analizzato qualsiasi risultato per ciò che si è visto in campo, al di là dei singoli episodi. 

inter roma nainggolanPerché una Roma così perfetta ha meritato di vincere contro l’Inter, al di là di tutto, nonostante c’era quel rigore su Eder e lo stesso rigore fischiato a Edin Dzeko è stato molto generoso. I nerazzurri non dovrebbero lamentarsi, anche perché, secondo i calcoli di un guru dei numeri come Mario Sconcerti, gli errori a favore sono pari a 280 in più rispetto a quelli contro. 

Bisognerebbe solo fare un plauso a scena aperta a Luciano Spalletti e alla sua capacità di trovare una soluzione tattica ancora più vincente, grazie alla quale è riuscita ad esaltare un giocatore come Radja Nainggolan, forse il miglior centrocampista attualmente del campionato italiano.

Forse, è ancora troppo lontana la Juventus, assolutamente perfetta e unica vera big del calcio italiano. C’è il grande e serio pericolo che i bianconeri possano continuare a vincere a lungo, ma adesso è arrivato il momento di dimostrare di aver colmato il gap in Champions League, magari ripartendo dal nuovo 4-2-3-1 di Massimiliano Allegri, confermatosi un grande allenatore. Ma di questo abbiamo già parlato a lungo

Anche il Milan è stato oggetto di reiterate accuse da parte del Sassuolo. E’ vero, c’erano due rigori per gli emiliani, il rigore di Carlos Bacca andava ripetuto o fischiato contro, seppur sia stato un qualcosa di eccezionale, che si è visto l’ultima volta proprio all’Inter con Ricky Alvarez. All’epoca non successe nulla, forse perché l’argentino sparò il pallone in curva.

Questione di risultato finale, quindi. Ma il Sassuolo dovrebbe analizzare quello che ha fatto in campo, visto che ha tirato nello specchio della porta una sola volta, rischiando più volte di subire il gol del raddoppio contro un Milan indomito, che ha ritrovato se stesso, grazie alla rinnovata solidità difensiva. 

Quindi, basta attaccare gli avversari. Prima bisogna aggiustare le cose in casa propria, poi si può guardare al di fuori. Un po’ come ha fatto Vincenzo Montella, quando ha capito che, giocando bene, questa squadra non poteva portare a casa i risultati ed era quindi il caso di fare un piccolo passo indietro in un atto di umiltà che, forse, non sarà piaciuto a Silvio Berlusconi, ma che ha riportato in auge i rossoneri nella corsa all’Europa, proprio nei giorni storici del Milan. 

Davvero cadute di stile, quindi, quelle di Stefano Pioli e Eusebio Di Francesco. Gli errori arbitrali non devono essere l’alibi per nascondere i propri errori. Solo con una crescita di mentalità di tutti il calcio italiano potrà scrollarsi di dosso questa crisi e tornare ai fasti di un tempo. 

Ci sarà solo da divertirsi per il terzo, il quarto e il quinto posto, con quel sesto posto che potrebbe regalare la qualificazione alla prossima Europa League, qualora la vincente della Coppa Italia dovesse chiudere la stagione in campionato quarta o quinta in classifica. 

Partiamo dal Napoli, protagonista di un’altalena mediatica senza senso. Da squadra alla ricerca di se stessa e orfana di Gonzalo Higuain di inizio stagione al ritorno della ‘spettacolare semplicità’ del genio tattico di Maurizio Sarri. E’ bastato perdere a Madrid e, subito dopo, anche contro l’Atalanta per cambiare l’opinione pubblica. 

Eppure, questa squadra arrivava da 18 risultati utili consecutivi, di cui 16 in campionato, dove continua ad avere il miglior attacco. Il Napoli non merita queste critiche, non è in crisi, ma dovrà rimanere in vita in queste due-tre settimane da inferno tra il ritorno contro il Real Madrid, la doppia sfida con la Juventus in Coppa Italia e la sfida da dentro o fuori per il secondo posto con la Roma. 

La colpa di questo collasso mediatico è solo di Aurelio De Laurentiis. Il presidente ha sbagliato con quelle dichiarazioni nel post partita della sfida europea. Ciò, purtroppo, sembra aver creato qualche crepa nelle placche tettoniche dell’equilibrio psicologico della squadra e appare palese, ormai, che non c’è più quella sintonia assoluta con il tecnico toscano, che potrebbe mettersi di traverso e continuare sulla propria strada per orgoglio. 

Tutti in piedi, standing ovation per l’Atalanta e Gian Piero Gasperini. E’ l’unica squadra ad essere stata capace davvero di mettere in difficoltà dal punto di vista tattico il Napoli, grazie all’aggressività, all’uomo contro uomo, a quel pizzico di ignoranza e alla voglia di spaccare il mondo degli enfants prodige

I bergamaschi sono una realtà incredibile di questo calcio italiano, una delle poche società sane e con un progetto. Ma, soprattutto, con uno spirito di gruppo che, talvolta, sembra esulare dal mero aspetto professionistico, sfiorando quella metafora di vita, insita in questo sport, grazie alla quale l’Atalanta merita di andare in Europa ed avere la possibilità di vivere un sogno. 

E’ stato un sogno quello di Massimo Oddo, abruzzese doc. Peccato, però, che ha dovuto pagare le colpe di tutti, ma avrebbe meritato di concludere la stagione, anche solo per il gioco che aveva dato alla squadra. E, caro Pescara, certamente Zdenek Zeman non è l’uomo giusto per credere in un miracolo destinato a non concretizzarsi, sfaldandosi come una roccia scistosa. Il boemo, ormai, ha fatto il suo tempo, è solo un bel pezzo da museo nel ripetere la sua girandola di insegnante amato-odiato da tutti. 

Maurizio Zamparini

Maurizio Zamparini

Ha finito, invece, di vivere il suo sogno siciliano Maurizio Zamparini, che ha detto addio al Palermo. Finalmente, si potrebbe dire, perché è finita la tragedia greca infinita in Magna Grecia. Forse, non ci sono più allenatori da spalleggiare e poi esonerare. Forse, si sarà stancato di avere a busta-paga tutti quei tecnici. Forse, non ha più voglia di questo mondo del calcio che, invero, non ha mai capito. 

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