Un’ultima partita per salutare una stagione ricca di successi. Anche quest’anno sono arrivati due trofei, tra cui la Supercoppa Italiana e il campionato.La Juventus è scesa in campo con tanti giovani e qualche veterano per salutare i propri tifosi.
Il mister Allegri ha deciso di schierare un 4-4-2, con spazio a Pinsoglio tra i pali, Rugani come centrale difensivo, quest’anno impegnato di più per via dei numerosi infortuni accorsi alla rosa bianconera. Poi Pereyra dal primo minuto, con Emre Can sostituito da Portanova dopo un tempo. In avanti il giovane Kean e Dybala, con due compiti differenti e ben marcati. Il primo ad agire come punta di riferimento ed il secondo a svariare per tutto il reparto offensivo, a creare e concludere personalmente.
La Sampdoria di Giampaolo non ha cambiato il suo modulo di riferimento, con Ramirez in posizione di trequartista davanti a Quagliarella e Defrel. Il tipico 4-3-1-2, con tanto pressing ed azioni sulle fasce grazie alle spinte di Bereszynski da un lato e Sala dall’altro.
Un primo tempo piuttosto equilibrato, dove le due formazioni non hanno voluto premere più di tanto. Due le occasioni che si sono create, prima con Quagliarella per i doriani, quindi la risposta di Dybala subito dopo.
Nella ripresa spazio ai giovani, quindi maggiore freschezza in campo, contrastata anche da tanta inesperienza. Lo si vede nelle scelte di condurre il pallone, nel gioco di transizione, nell’opportunità di vedere il compagno libero. La gioventù è un ‘arma a doppio taglio in tal senso. Regala momenti di grande ardore, ad altri in cui il gioco non è retto da soluzioni intelligenti e volte al risultato in maniera più concreta.
Kean si fa trovare in fuorigioco in un’occasione importante e poi viene fuori la Sampdoria con le sue armi migliori. Prima Defrel scambia il pallone con Gabbiadini ed effettua un tiro strozzato che prende in controtempo Pinsoglio per l’1-0. Poi c’è il tempo per vedere una vera e propria magia di Caprari su calcio di punizione dal limite dell’area di rigore. Il pallone s’incastona nell’angolo alto, dove non ci sarebbe potuto arrivare il giovane portiere bianconero.
Una Juventus con la testa già in vacanza, a progettare un futuro senza il tecnico che l’ha guidata per questi cinque lunghi anni.Ora si apre un nuovo capitolo, con una veste rinnovata, anche e soprattutto nel gioco. Agnelli vuole un tecnico capace di esaltare maggiormente gli elementi in rosa, di costruire un’identità precisa, di possesso e di grande esaltazione delle doti individuali.
Vedremo dove porterà questa idea, se riuscirà a colmare quel gap con le più grandi d’Europa, per arrivare finalmente alla Champions.
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