Una partita che praticamente aveva poco da dire. La Roma aveva già ottenuto la qualificazione alla Champions League, grazie alla sconfitta dell’Inter, il giorno prima con il Sassuolo.
La Juventus è venuta nella capitale per prendersi quel punto necessario alla conquista del settimo scudetto consecutivo. Così ha impostato la partita ed è riuscita a portarla a termine. Forse i giallorossi non sono stati abbastanza cinici, vista la quantità di occasioni create.
La Roma è partita con il suo 4-3-3 classico, schierato da Di Francesco. I soliti Florenzi e Kolarov sulle fasce a spingere di consueto, assieme a Fazio c’era Juan Jesus, visto che Manolas è fuori per infortunio. Under schierato dal primo minuto davanti, assieme ad El Sharaawy, a supportare Dzeko in avanti.
Juventus, invece, schierata da Massimiliano Allegri con De Sciglio sulla destra, Rugani e Barzagli al centro, mentre Bernardeschi è schierato davanti al posto di Douglas Costa.
Un match che vede i giallorossi partire subito forte, con un grande pressing sui portatori di palla, fino a ridosso dell’area di rigore. I primi frutti si vedono con due occasioni limpide create. Nella prima con Pellegrini che recupera un pallone nella trequarti, serve un po’ troppo all’indietro Dzeko che non trova una buona conclusione in porta. Nella seconda è Nainggolan che soffia la sfera a Pjanic e s’invola vicino all’area, ma la sua conclusione è alta.
La Juventus fatica a trovare degli spazi in avanti, un po’ per il suo atteggiamento prettamente remissivo, un po’ per merito dei giallorossi. I lanci lunghi non riescono a trovare libero Higuain, dato che Fazio è stato molto abile a sfruttare la sua altezza e bloccare tutti i palloni che fossero stati catapultati in area.
Da un punto di vista tattico, è stata tutta qui la sfida dell’Olimpico. Una squadra di casa che lentamente ha abbassato i ritmi, soprattutto dopo l’espulsione di Nainggolan che li ha costretti a giocare in dieci.
La Juventus ha voluto impostare una gara di questo tipo. Non nascondiamoci, Allegri è sempre stato più propenso alla fase difensiva, poco a quella offensiva. Ha già compiuto imprese, partendo da un atteggiamento prudente e poi sapendo colpire con i campioni in rosa.
Lui non si è mai nascosto. Per vincere le partite importanti, quelle che contano in una stagione, occorre avere il giocatore di talento, saperlo utilizzare al momento giusto. Qui non è servito, è bastato un pareggio.
La Roma è ormai certa del terzo posto, basta non cadere a Reggio Emilia la prossima domenica. Il resto è un altro film da scrivere, con identico regista, ma speriamo un finale più emozionante.
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