Non è tutto rose e fiori il mondo di Suning, il colosso cinese che fa capo all’Inter. A distanza di qualche anno arrivano le parole di Dan Petrescu, allenatore sotto l’egida di Suning tra il 2015 e il 2016. L’ex conoscenza del calcio italiano (Foggia e Genoa) si è scagliato contro la dirigenza cinese colpevole di non averlo consultato in merito alle scelte di mercato da effettuare.
Dopo la vittoria della Coppa Cinese, secondo Petrescu, la società decise in autonomia di comprare Texeira e Ramires spendendo una cifra elevata (80 milioni), mentre il tecnico rumeno avrebbe preferito l’acquisto di una decina di giocatori che secondo lui sarebbero serviti molto di più. Una società autoritaria insomma, che ha impedito a Petrescu di svolgere in autonomia il suo ruolo di allenatore. I rapporti, di conseguenza, si sono freddati fino all’inevitabile rottura.
Uno sfogo veritiero o soltanto dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano? In questi mesi, Suning ha dimostrato di avere il polso della situazione nel gestire l’ambiente nerazzurro, pieno di aspettative e di speranze. Mancini, De Boeri e Pioli di libertà ne hanno avuta fin troppa, considerando le prestazioni che i nerazzurri offrivano in campo e Spalletti si può dire che abbia un rapporto idilliaco con la società, che avalla ogni sua scelta e lo sostiene non solo a parole.
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