Pablo Aimar Day: ”El Mago” che rimase ”El Payaso”

L’Argentia intera celebra i 37 anni di uno dei più grandi calciatori sudamericani di tutti i tempi: Pablo César Aimar Giordano, meglio noto al mondo come Pablito Aimar, soprannominato “El Payaso” per la sua capigliatura e anche “El Mago” per le sue giocate di estrema classe. 

pablo-aimarCon i club in cui ha militato, ha vinto: 1 Coppa Libertadores, 1 Coppa Uefa e 1 Supercoppa europea , 4 campionati argentini,campionati spagnoli , 1 campionato portoghese  e 4 coppe di lega portoghesi. Con la maglia dell’Argentina, ha invece conquistato: 1 Campionato Sudamericano Under-20 e 1 Mondiale Under-20. 

Se è noto come Aimar sia la fonte di ispirazione di un certo Lionel Messi, un motivo ci sarà. Leo non ha mai nascosto di ispirarsi proprio al pagliaccio di Cordoba, che incantava i “Los Millonarios” di Buenos Aires all’epoca in cui il futuro Pallone d’Oro aveva solo 10 anni e sognava, un giorno, di diventare come lui. 

Aimar esordì nel 1995 con la maglia storica del River Plate quando era appena un ragazzino, estroso e con tanta voglia di spaccare il mondo, ma pur sempre un ragazzino. Aveva solo 16 anni e, anche se la stagione successiva non venne confermato, divenne presto titolare fisso con la maglia biancorossa. 

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Era la fine degli anni ’90, a cavallo del nuovo millennio e Aimar stregava gli argentini a suon di giocate spettacolari, sempre con quel sorriso in viso che ha contraddistinto la sua carriera, tipico di chi, con il pallone tra i piedi ci vive e si diverte pure. Grande tecnica, notevoli abilità nel fare giochi di prestigio, maestro nella rabona (colpo con la quale segnava e crossava), vedere giocare dal vivo El Payaso era proprio uno spettacolo. Maradona parlando di lui disse: “Aimar è l’unico giocatore per cui pagherei per vederlo giocare”.

L’anno 2000 è quello della vittoria del campionato Mondiale Under-20 (in una squadra che comprendeva il suo amico Riquelme, D’Alessandro, Saviola e Coloccini) e dello sbarco in Europa. Molte squadre avevano messo il giovane nel mirino, ma la più lesta ad assicurarsi le sue prestazioni fu il Valencia di Hector Cuper. Pagato ben 24 milioni di euro, si adatta subito agli schemi del mister, non risentendo del cambio di continente e portando la squadra a giocare la finale di Champions 2001, persa contro il Bayern Monaco.

20 Feb 2001:  Pablo Cesar Aimar of Valencia runs with the ball during the UEFA Champions League Group A match against Manchester United played at Old Trafford, in Manchester, England. The match ended in a 1-1 draw.  Mandatory Credit: Laurence Griffiths /Allsport

Rimane titolare indiscusso anche con il nuovo allenatore, Rafa Benìtez, e contribuisce ai successi del Valencia nella prima metà degli anni 2000. Nel 2006 il trasferimento al Saragozza non gli porta bene. A frenare le ambizioni di un talento straordinario come il suo, purtroppo, ci pensarono svariati infortuni: dalla pubalgia ai problemi alla caviglia, passando per un tormentato attacco di meningite, il tutto affrontato con grande grinta e voglia di rimettersi sempre in gioco. 

Ed è proprio la sua voglia di rimettersi in gioco che lo porta, nel luglio del 2008, a trasferirsi al Benfica di Rui Costa. A Lisbona Aimar vive una seconda giovinezza, rivede il campo e ricomincia a mostrare squarci di classe pura, come quando fornisce un assist di rabona da 40 metri, che rimarrà impresso nella mente dei portoghesi per molto tempo. Saluta il vecchio continente nel 2013, dopo la bruciante sconfitta in Europa League, contro il Chelsea del suo vecchio maestro Benitez.

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Nel 2013-2014 si trasferisce in Malesia, al Johor Darul Ta’zim, diventando il calciatore più pagato della storia del calcio malese. Tuttavia i continui infortuni lo tengono fuori dal campo, gioca solamente 8 partite e viene scaricato dal club. Nel gennaio 2015 il ritorno a casa: il River Plate. il figliol prodigo. 15 anni dopo. La sfortuna però non si dimentica di lui e, a febbraio, arriva il nuovo infortunio alla caviglia: sarà operata per la terza volta. L’ennesimo stop lo spinge ad appendere le scarpe al chiodo, tra le lacrime dei tifosi argentini in lutto per l’addio uno degli ultimi idoli de “Los Millionarios”.

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L’intero mondo del calcio si commuove nel saluto al Payaso, primo tra tutti, il suo fan per eccellenza, Messi, che il 16 luglio 2015 celebra così il suo eroe: “Si ritira un grande, uno dei miei idoli. Pablo Aimar, ti auguro il meglio per la prossima tappa della tua vita. Grazie per averci regalato la tua magia.”

 

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