Fantasma a Roma, stella in Francia. E quel romantico rifiuto.
Un nome: Nemanja Radonjic. Non vi dice niente? Ci può stare. Eppure questo centrocampista serbo classe ’96 è passato per il nostro campionato, a Roma, sulla sponda giallorossa del Tevere.
La carriera- Arriva nella Capitale nel 2014, con l’etichetta che lo vuole come uno dei talenti più puri del calcio serbo, pescato dall’allora direttore sportivo Walter Sabatini nell’Accademia Gheorghe Hagi.
Oltre che con l’etichetta di predestinato, si porta dietro un’altra nomea, meno edificante: quella di viveur.
Già nel Partizan Belgrado iniziano le prime frizioni col presidente Djuric per via delle tante uscite notturne e, di conseguenza, la scarsa incisività sul campo.
Nonostante i vari problemi caratteriali, la società serba gli offre un contratto da professionista, ma Radonjic rifiuta.
Perché? Troppo amore, sempre dichiarato, per la Stella Rossa.
Ecco dunque la Romania, dove però rimane poche settimane prima di venire in Italia, dove viene aggregato alla Primavera di Alberto De Rossi.
In maglia giallorossa, però, riesce a collezionare solamente tre e presenze e un gol, da non tesserato, al Torneo di Viareggio del 2014
A giugno 2015 balza agli onori delle cronache giallorosse, ma non per meriti guadagnati sul campo.
Nella relazione finanziaria presentata il 30 giugno, viene comunicata la cifra sborsata per il suo acquisto: 4,140 milioni, di cui 3,1 solamente per oneri accessori. In poche parole, per le commissioni al suo agente che non è uno qualunque, ma Ramadani, uno dei più influenti.
Quadro perfetto dell’esperienza giallorossa. Titolo: Vacanze romane.
Alla ricerca del tempo perduto- Rispedito all’Academia Hagi, passa all’Empoli di Sarri. In Toscana la musica non cambia: non trova spazio né in Primavera e né tantomeno in prima squadra.
Fa dunque ritorno alla Roma dove prende parte al ritiro di Garcia, salvo poi finire ai margini della rosa.
A gennaio torna a Belgrado, in prestito al Cukaricki con nessuna partita giocata ma con 89 chili accumulati. Per sua fortuna incontra Lalatovic, allenatore della squadra serba, che lo aiuta a perdere peso ( ben 12 chili) e a farlo tornare un giocatore professionista.
Cambiato anche agente, passando a Grgic, la (ri)nascita è alle porte.
Nel 2017 viene ceduto alla tanto amata Stella Rossa. Nella prima partita giocata, il preliminare di Europa League contro il Krasnodar, va a segno e realizza il sogno: segnare ed esultare sotto la curva del Marakana.
La luce- Le buone prestazioni in patria valgono un’altra chiamata dal grande calcio: quella del Olympique Marsiglia. In Francia ritrova quel Rudi Garcia che lo ha voluto al ritiro estivo con la Roma e che è ancora convinto di poter estrarre il talento offuscato da una testa che non ha sempre aiutato.
Una gioia segue l’altra ed ecco la convocazione per il Mondiale russo dove scende due volte in campo.
La prima annata in Provenza, tuttavia, non è delle migliori: 17 presenze e nessun gol. Visti anche i precedenti, le critiche sono piovute come grandine.
Questa, invece, l’ha imbeccata con il piglio giusto con 11 gettoni fino ad ora, ottime prestazioni e sopratutto due reti fondamentali: quella domenica scorsa al Tolosa e quella decisiva di venerdì al Brest, per il 2-1 finale.
Una rete bellissima, arrivata con un destro a giro che ha fatto impazzire il Velodrome.
Strootman e compagni, guidati da Villas Boas, tengono il secondo posto, seppur a 5 punti di distanza dal PSG, ma buono per l’obiettivo di inizio anno: tornare in Champions.
La galassia OM sta letteralmente impazzendo per Nemanja, già ribattezzato il “Cristiano Ronaldo serbo”,” il Jolly che ogni squadra vuole” e “sciogli brighe” per le sue decisive reti.
I fantasmi, romani e non, sembrano scacciati, ora è tempo di cercare la luce, nel campo così come fuori.
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