Dopo lo spettacolo dell’All-Star Weekend di Los Angeles, la NBA sta osservando qualche giorno di pausa, in attesa di lanciarsi nella fase decisiva della regular season, al termine della quale si determineranno i destini delle 30 franchigie. Le varie sfide ripartiranno nella notte italiana tra oggi e venerdì, per poi concludersi mercoledì 11 aprile, quando il tabellone delle partecipanti ai Playoff sarà completo, così come il quadro delle squadre che si giocheranno le migliori scelte al Draft nella Lottery. Ma scendiamo più nel dettaglio delle due Conference.
WESTERN CONFERENCE
Le ultime partite prima della kermesse dello Staples Center hanno riservato una sorpresa in vetta alla Conference giudicata pressoché unanimemente come la più competitiva della Lega. Gli Houston Rockets, grazie ad una striscia di 10 vittorie consecutive, sono riusciti a superare i favoritissimi Golden State Warriors, alle prese con il momento probabilmente più complicato della gestione di coach Kerr. I Campioni in carica, adesso a mezza partita di ritardo dai texani, hanno perso 4 delle ultime 8 partite, mostrando fatica soprattutto a livello mentale più che fisico.
Con 14 ko in 58 partite, quella in corso rischia seriamente di diventare la regular season peggiore da quando il coach nativo di Beirut siede sulla panchina di Golden State. Ciononostante, Curry e compagni hanno tutte le capacità per invertire il trend, e si giocheranno fino all’ultimo il 1° posto nella Conference e, con elevata probabilità, anche nella Lega, in modo da conquistare il vantaggio nel fattore campo in tutti gli eventuali turni di Playoff.
Alle spalle delle prime due, la lotta si preannuncia molto combattuta, con ben otto squadre racchiuse in meno di 5 partite. I San Antonio Spurs, pur senza la stella Leonard, occupano al momento il 3° posto, ennesimo capolavoro di coach Popovich; nella corsa ad un posto tra le prime quattro, però, dovranno vedersela fino in fondo con due avversari molto forti, ovvero i Minnesota Timberwolves di Jimmy Butler e Karl-Anthony Towns e gli Oklahoma City Thunder del trio Westbrook-George-Anthony.
Immediatamente alle loro spalle, ecco scalpitare i giovani e frizzanti Denver Nuggets, guidati dall’estro del serbo Nikola Jokic, e i Portland Trail Blazers di Damian Lillard, due squadre appaiate al 6° posto. I New Orleans Pelicans, al momento 8°, sembrano quelli con la situazione più precaria. Il serio infortunio a DeMarcus Cousins ha complicato enormemente i piani della franchigia della Lousiana, ma Anthony Davis è determinato quantomeno a condurre i suoi compagni in postseason. Non sarà facile, però, avere la meglio né sui Los Angeles Clippers del nostro Gallinari né, e soprattutto, sui lanciatissimi Utah Jazz, reduci da 11 vittorie consecutive e guidati dalle giocate del rookie terribile Donovan Mitchell.
Se i Los Angeles Lakers si trovano attualmente in un limbo, con un record né troppo negativo né positivo al punto da nutrire speranze di Playoff, la corsa al peggior record di conference riguarda quattro franchigie. Andando a ritroso dal 12° al 15° posto, troviamo Memphis Grizzlies, Sacramento Kings, Dallas Mavericks e Phoenix Suns, ultimi con un record di 18-41. Di queste, Kings e Mavericks hanno praticamente ammesso di puntare al tanking (perdere il più possibile in modo da avere la scelta più alta possibile al Draft) in quest’ultima fase, mentre i Suns hanno subito tanti infortuni.
EASTERN CONFERENCE
Assolutamente in divenire anche la situazione ad Est. Nelle ultime settimane, abbiamo assistito al calo dei Boston Celtics, dominatori della prima fase di stagione. Pur mantenendo una difesa di altissimo profilo (seconda migliore in assoluto), la squadra allenata da coach Stevens ha pagato un attacco asfittico (25.esimo attacco) e i troppi acciacchi, mettendo insieme un record di 6-9 nelle ultime 15. Ad approfittarne sono stati i Toronto Raptors, squadra ormai matura, trascinata dal duo DeRozan-Lowry e da una second unit al momento al top nella Lega. I canadesi (12-3 nelle ultime 15) vantano 2 partite di vantaggio sui Celtics, e si candidano seriamente per il #1 ai Playoff ad Est.
Alle spalle delle prime due, però, attenzione ai soliti Cleveland Cavaliers. Dopo aver attraversato un periodo orribile a livello di prestazioni tra gli ultimi giorni di Dicembre e i primi di Febbraio, i vice-campioni in carica hanno operato una profonda rivoluzione nel roster nelle ultime ore della trade deadline. A fronte degli addii dei vari Wade, Thomas, Crowder, Frye e Shumpert, sono arrivati George Hill dai Kings, Clarkson e Nance Jr. dai Lakers, e Hood dai Jazz. Per ora, questo nuovo assetto sembra funzionare a meraviglia, con i Cavs che, subito prima della pausa, si sono presi il lusso di rullare a domicilio sia Boston che Oklahoma City. Forse per recuperare sui Raptors potrebbe essere tardi; quel che è certo, però, è che per arrivare alle Finals ad Est, come ormai da oltre un decennio, bisognerà fare i conti con LeBron James, tutt’altro che convinto ad abdicare.
Dietro le prime tre, si preannuncia una lunga volata per il 4° posto, l’ultimo a garantire il fattore campo al primo turno di Playoff. Un posto occupato al momento dai Washington Wizards, a mio parere favoriti, soprattutto una volta recuperato John Wall, out da fine gennaio e rientrante, almeno secondo le previsioni, per la prima metà di marzo. Bisognerà prestare attenzione, però, sia agli Indiana Pacers che ai Milwaukee Bucks, rispettivamente 5° e 6°. I Pacers sono una delle sorprese della stagione, trascinati dall’esplosione ad alti livelli di Victor Oladipo. I Bucks, dal canto loro, nonostante non pochi infortuni, che hanno falcidiato soprattutto la panchina, sono lì e se la giocheranno fino in fondo, sospinti dalle poderose spalle di Giannis Antetokounmpo e dalle capacità realizzative del duo Middleton-Bledsoe.
Chiudendo il discorso postseason, si prospetta una lotta a tre per gli ultimi due posti. I Philadelphia 76ers si trovano al momento in 7° posizione e sinceramente hanno ottime chance, visto il mix di gioventù e talento di cui godono. Joel Embiid e Ben Simmons stanno alimentando il mantra #TrustTheProcess a suon di grandi prestazioni. L’arrivo di un veterano come il nostro Marco Belinelli, poi, potrà dare quel quid in più di esperienza che serve ad una squadra così giovane. All’8° posto, ma in calo, troviamo i Miami Heat. La squadra di coach Spoelstra, dopo aver veramente stupito fino a metà gennaio almeno, hanno rallentato pesantemente, tanto da perdere 11 delle ultime 16 partite, arrivando a mettere a rischio la partecipazione ai Playoff.
Ad 1.5 partite di distanza, ecco un’altra squadra che ha utilizzato la trade deadline per cambiare volto al proprio roster, ovvero i Detroit Pistons. La franchigia di MoTown ha deciso di andare all-in, cedendo Bradley e Harris ai Clippers in cambio di Blake Griffin, chiamato ad assumere le vesti di uomo-simbolo della squadra, provando a trascinarla insieme a Drummond ai Playoff. A dire il vero, essendoci solo 5 partite a dividere Wizards e Piston, e mancando di media ad ogni squadra 25-26 partite, non è detto che non ci possano essere altri sconvolgimenti.
Passiamo, infine, alla parte bassa della Eastern Conference. Delle sei franchigie rimaste, solo gli Charlotte Hornets sembrano non avere obiettivi. Le altre, dai New York Knicks fino a scendere agli Atlanta Hawks fanalino di coda, si giocheranno le chance migliori per la Lottery. I newyorkesi, al momento, hanno 5 partite di margine sul fondo della Conference ma, dato l’infortunio che ha posto fine alla stagione del faro Kristaps Porzingis, è lecito immaginarsi un finale pieno di sconfitte.
Questo sembra essere il destino anche dei Chicago Bulls, pur se, forse, a questo punto della stagione, la dirigenza probabilmente sperava in qualche ko in più. In crollo verticale, come da attese, le quotazioni dei comunque interessanti Brooklyn Nets, reduci da un emblematico 3-14 nelle ultime 17 uscite. Ad un’incollatura abbiamo gli enigmatici Orlando Magic, lontanissimi parenti di quelli che avevano sorpreso nel primo mese e qualcosa di stagione. Chiudono, come detto in precedenza, gli Atlanta Hawks (ultimi in generale, ex-aequo con i Suns, con una percentuale di vittorie del 30.5%), i quali punteranno certamente a mantenere questa posizione alla fine della regular season.
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