A poco più di due mesi dallo spegnimento del primo semaforo della stagione, che partirà il 10 marzo nella tradizionale notte di Losail in Qatar, Jorge Lorenzo ha rilasciato la prima intervista da pilota ufficiale HRC.
Una nuova avventura per il maiorchino, in cerca di riscatto dopo un biennio in Ducati con più ombre che luci. Tre vittorie e sei podi conquistati in trentadue gare: bottino troppo magro per un cinque volte campione del mondo approdato in rosso con il dichiarato intento di riportare a Borgo Panigale un titolo che manca dal lontano 2007. Fallita la missione ducatista, e dopo qualche spiffero di mercato a proposito di un suo passaggio in Suzuki o di un (complicato) ritorno in Yamaha, è arrivata la chiamata di HRC che ha messo sul piatto un biennale da 4 milioni di euro, convincendo Lorenzo a raccogliere il testimone di Daniel Pedrosa ormai al passo d’ addio.
“HRC è il team più blasonato e vincente della storia del motomondiale – esordisce, entusiasta, il numero 99 – questi colori sono sinonimo di successo da ben 25 anni.”
Non si tratta, in realtà, del debutto assoluto per Jorge Lorenzo con la casa alata. Nel 2005 l’allora numero 48 fu portacolori Honda nell’ anno d’ esordio in classe 250, dove mise in mostra sprazzi di un talento purissimo. Il primo approccio da hondista nella top class, invece, sembra aver già dato riscontri più che positivi nei test di novembre a Valencia, come confermato dallo stesso pilota nella prima conferenza stampa dell’anno:
“La moto per caratteristiche si avvicina tantissimo alle mie esigenze e il team ha lavorato alla grande per mettermi da subito nelle condizioni migliori. Punti di forza? grande compattezza e ottima stabilità in ingresso curva. Persino un serbatoio molto vicino alla mie richieste…” E quest’ ultima ha il forte sapore di una nemmeno troppo velata frecciata con destinatario Ducati.
Sposare il progetto HRC equivale, sì, ad avere tra le mani il materiale tecnico e umano per puntare ai massimi traguardi, ma allo stesso tempo significa dividere il box con l’ avversario più ingombrante che il circus possa offrire dal 2013 a questa parte: Marc Marquez.
“Tra me e Marquez ci sono 12 titoli mondiali in due. Siamo due grandi piloti, ciascuno con i propri punti di forza. E’ inevitabile che ognuno proverà a rubare qualche segreto all’altro. Spronandoci a vicenda non faremo altro che accrescere il livello del team.” Frasi distensive che aprono a una convivenza pacifica e costruttiva, almeno sulla carta. Sarà poi la pista a misurare il polso di questo idillio all’interno del dream team nipponico.
Il 23 gennaio, a Madrid, ci sarà la presentazione ufficiale della nuova RC213V, nonchè prima uscita della nuova coppia da sogno che, da pronostico, ha il potenziale per spartirsi (almeno) il prossimo lustro di campionati:
“Sarà un giorno davvero speciale per me. Un giorno ricco di attese e carico di aspettative sia per me che per Marc (Marquez, ndr).” Attesa spasmodica, dunque, per vedere a confronto con lo stesso mezzo i due piloti che, numeri alla mano, hanno dominato l’ultimo decennio di corse.
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