MotoGP 2018 GP Spagna Analisi Gara – Marquez vince, patatrac Ducati

Il circuito di Jerez de la Frontera, intitolato all’indimenticato Angel Nieto, ha fatto vivere a piloti ed appassionati una domenica che rischia di incidere non poco sulla classifica finale. Marc Marquez si è imposto per la 63.esima volta in carriera (37.esima in MotoGP) e conquista nettamente la vetta del campionato, ringraziando quanto accaduto alle sue spalle. Una clamorosa carambola a tre, alla staccata della Dry Sac, ha infatti messo ko il suo rivale principale, Andrea Dovizioso, oltre ai connazionali Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa. Un episodio considerato dalla Direzione gara un semplice ‘incidente di gara’, che ha scatenato e scatenerà polemiche nelle settimane a venire. Ringraziano anche Johann Zarco ed Andrea Iannone, sul podio con il Cabroncito, mentre continua a faticare la Yamaha, 5° con Valentino Rossi e 7° con Maverick Vinales. Nelle altre categorie, continua la dittatura italiana in Moto2, toccando stavolta a Lorenzo Baldassarri. In Moto3, teatro di un’altro patatrac nelle primissime posizioni nella stessa curva, è il tedesco Phillip Oettl ad imporsi.

Il clamoroso contatto che ha fatto fuori le Ducati di Lorenzo e Dovizioso, oltre alla Honda di Pedrosa (foto da: www.facebook.com/MotoGP)

MARQUEZ BRAVO E FORTUNATO. E’ IL PADRONE DEL MONDIALE

Reduce dalla consueta cavalcata trionfale in terra texana, Marc Marquez può festeggiare alla grande anche al termine del weekend di Jerez de la Frontera. Dominatore designato del Gran Premio di Spagna, il #93 fa cilecca in qualifica (una volta tanto), ma sin dal warm-up dimostra di essere quello ad averne di più. La gara si è svolta praticamente secondo copione. Dopo una partenza meno aggressiva del solito, il catalano entra subito in ritmo, disfacendosi in breve di Crutchlow e Zarco, oltre ad infilare come un missile Pedrosa in curva 11, mettendosi quindi alle spalle del leader Lorenzo. Dopo alcuni giri di studio, Marc affonda l’attacco ai danni di Jorge all’ultima stacca durante l’ottavo giro, passando al comando. Inizialmente il pilota Honda non riesce a fare la differenza, rischiando tantissimo quando, raccogliendo la ghiaia portata in traiettoria da Luthi, perde per un attimo la sua Honda, controllandola in maniera quasi misteriosa. Alcuni giri sull’1:39 basso poco dopo metà gara, però, permettono a Marquez di allungare progressivamente. Il caos alle sue spalle gli consente un finale in pieno relax, festeggiando una vittoria che lo proietta in vetta al Mondiale con 70 punti, con una veste di favorito #1 sempre più solida.

Il podio del Gran Premio di Spagna 2018, classe MotoGP (foto da: www.facebook.com/MotoGP)

DUCATI E PEDROSA, CHE DISASTRO!

E’ complicato commentare quanto accaduto alla curva Dry Sac ad otto giri dalla fine. Potremmo partire dal bicchiere mezzo pieno, parlando di una Ducati che, dopo due gare in ombra e su un circuito a lei mai particolarmente amico, stava sfoderando con entrambi i piloti prestazioni tali da far immaginare un doppio podio. Un Jorge Lorenzo finalmente in palla, capace di guidare anche la gara nelle prime otto tornate; un Andrea Dovizioso che, dopo gli affanni patiti almeno fino a sabato mattina, stava dando l’ennesima dimostrazione di sagacia tattica. Come dimenticare un ancora azzoppato Dani Pedrosa, bravissimo pur con il dolore alla mano sinistra da poco operata, ed assolutamente in corsa per un posto sul podio.

Nulla di tutto ciò si è avverato, a causa di una incredibile quanto sfortunata carambola che ha eliminato tutti e tre i sopracitati piloti dalla gara, con le maggiori conseguenze patite da Pedrosa (un’anca gonfia e dolente) e da Dovizioso, ritrovatosi da primo a quinto in classifica generale, da +1 a -24 da Marquez. Ma passiamo alla dinamica dell’accaduto che, a detta di chi scrive, è arduo non catalogare come ‘incidente di gara’, pur se almeno uno dei contendenti avrebbe potuto fare di più per evitare il tutto. Da alcuni giri il Dovi sta rampando sul posteriore del compagno di squadra, nel tentativo di passarlo e di non lasciar scappare un Marquez in progressivo allungo.

Il momento del contatto tra Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa alla Dry Sac (foto da: www.facebook.com/MotoGP)

Lorenzo chiude tutti gli spazi, innervosendo anche ad un certo punto Andrea, che rischia il tamponamento all’ultima staccata, perdendo per qualche curva contatto e posizione su un sornione Pedrosa. Ai -8, Dovizioso esce molto veloce dalla Pons, prende la scia al maiorchino e rompe gli indugi, buttandosi all’interno della Dry Sac. Ma il forlivese entra troppo veloce e finisce lungo, traendo in inganno anche Lorenzo, lungo a sua volta. In tutto ciò, Pedrosa tiene la corda e prova ad approfittarne; ma Lorenzo, evidentemente tenendo d’occhio solo il Dovi, taglia improvvidamente la traiettoria, finendo addosso al connazionale, che finisce per aria in un pericoloso high-side. Contemporaneamente, Lorenzo colpisce anche Dovizioso, e finiscono entrambi a terra. La delusione è enorme, ma l’unica cosa da fare per tutti è raccogliere i cocci e pensare a Le Mans.

YAMAHA, DI ZARCO L’UNICO SORRISO. GLI UFFICIALI ARRANCANO ANCORA

Il Gran Premio di Spagna ha riservato molte più ombre che luci alla Casa di Iwata. Ancora una volta, il migliore è stato Johann Zarco, 2° sia sul podio di Jerez che in classifica generale, a -12 da Marquez (58 a 70). Senza l’incidente tra le Ducati e Pedrosa, però, Zarco sarebbe arrivato 5° e alquanto staccato. Dopo una partenza non molto convincente, il transalpino ha mostrato un ritmo discreto, ma non abbastanza da infastidire i primissimi. Volti scuri nel box del team ufficiale. Valentino Rossi e Maverick Vinales, rispettivamente 5° e 7° al traguardo, hanno faticato tanto, in sella ad una M1 nuovamente in grossa difficoltà con la gestione del posteriore. Un pò meglio il Dottore, che battaglia praticamente per tutta la gara con i vari Petrucci, Iannone e Miller, provando a giocarsi le sue chance per il podio, ma dovendosi accontentare. Molto più faticosa la risalita di Vinales, quasi tutta la gara fuori dalla top-10, ad un certo punto insidiato anche da Smith; solo negli ultimi giri riesce ad avere ragione di Morbidelli e Bautista, arpionando il 7° posto. In classifica, Maverick è comunque 3° a -20 da Marquez (50 a 70); ma ad Iwata è d’obbligo darsi una mossa.

La Yamaha ufficiale di Valentino Rossi, a sandwich tra le Ducati Pramac di Danilo Petrucci e Jack Miller. Yamaha in grossa difficoltà a Jerez (foto da: motogp.com)

SUZUKI, ANCORA PODIO PER THE MANIAC. RINS PER TERRA

Continua a far bene la Suzuki, che coglie il terzo podio consecutivo, il secondo con un sempre più ritrovato Andrea Iannone. Vero, il terzo gradino del podio è giunto per l’incidente avvenuto più avanti; ma The Maniac è stato bravo a reagire al momento d’impasse seguito al sorpasso di Petrucci, reinfilandolo nel corso del terzultimo giro. Ovviamente meno contento Alex Rins. Lo spagnolo, autore di un avvio promettente, incappa nel terzo ritiro in quattro gare, scivolando durante l’8° giro in curva 12. La Suzuki, comunque, può continuare a raccogliere dati ed indicazioni per il prossimo futuro.

Secondo podio consecutivo per Andrea Iannone, 3° in sella alla Suzuki (foto da: motogp.com)

GLI ALTRI #1: PRAMAC AD UN SOFFIO DAL PODIO. CRUTCHLOW SPRECONE

Alle spalle di Iannone ed inframmezzate dalla Yamaha di Rossi, sono giunte al traguardo le due Ducati Pramac. Danilo Petrucci, partito in terza fila, ha assaporato per qualche giro la chance del primo podio stagionale; ma un coriaceo Iannone gliel’ha soffiato da sotto il naso, costringendolo ad accontentarsi del 4° posto. Evidente la delusione del ternano a fine gara, ai limiti delle lacrime. Buona anche la gara di Jack Miller: dalla 12.esima posizione di partenza, l’australiano risale nella prima metà di gara, provando poi ad iscriversi al duello per il podio. Miller duella con Rossi per la 5° posizione negli ultimi chilometri, non riuscendo nell’intento. Tanto rammarico per Cal Crutchlow. Il poleman di sabato non concretizza in gara e, dopo una partenza rivedibile, si stende ai -9 dalla bandiera scacchi, rimediando il secondo ‘zero’ stagionale.

GLI ALTRI #2: BENE BAUTISTA E MORBIDELLI. KALLIO MIGLIOR KTM

Il patatrac dei vari Dovizioso, Lorenzo e Pedrosa, oltre alle cadute di altri protagonisti come Rins e Crutchlow, ha permesso anche ad altri piloti di ottenere risultati molto positivi. Ad esempio Alvaro Bautista e Franco Morbidelli, rispettivamente 8° e 9° dopo due gare combattive ed allo stesso tempo attente a non far danni. Mika Kallio, terzo pilota KTM, completa la top-10, risultando la miglior RC16 al traguardo. Colgono punti iridati anche Pol Espargaro (KTM), Takaaki Nakagami (Honda LCR Idemitsu), Bradley Smith (KTM), Tito Rabat (Ducati Avintia) e Scott Redding (Aprilia). Fuori dalla top-15 Hafizh Syahrin (Yamaha Tech 3), Xavier Simeon (Ducati Avintia) e Karel Abraham (Ducati Angel Nieto), caduto e poi ripartito. A terra Thomas Luthi (giro 14), mentre Aleix Espargaro (Aprilia) non è riuscito nemmeno a completare un giro, a causa di un guaio al motore della sua RS-GP.

MOTO2: E’ ANCORA DOMINIO AZZURRO. BALDASSARRI VINCE, BAGNAIA A PODIO

La Moto2 è un affare per italiani, almeno fino ad ora. Dopo i successi di Francesco Bagnaia in Qatar e Texas, inframmezzati da quella di Mattia Pasini in Argentina, a Jerez arriva il turno di Lorenzo Baldassarri. Il 21enne di San Severino Marche prende la leadership nel corso del primo passaggio, infilando Alex Marquez alla Dry Sac, per poi non mollarla più, respingendo con sicurezza il tentativo di rientro di un comunque bravissimo Miguel Oliveira, che festeggia l’ufficialità del passaggio in MotoGP nel 2019 con un 2° posto, ottenuto partendo 14°. A completare il podio troviamo un concreto Francesco Bagnaia, autore di una gara in difesa ma comunque remunerativa, in particolare grazie alla scivolata che ha messo ko il minore dei fratelli Marquez. In classifica, Bagnaia guida con 73 punti, +9 su Baldassarri, +10 su Oliveira e +15 su Pasini, 5° in Spagna, dietro ad un ottimo Xavi Vierge. Brad Binder ha chiuso in 6° posizione, davanti a Marcel Schrotter, Sam Lowes, Iker Lecuona e Fabio Quartararo, mentre Joan Mir è finito 11°. Punti per Simone Corsi (12°) ed Andrea Locatelli (15°); 21° Federico Fuligni, mentre non hanno concluso la gara i vari Luca Marini, Romano Fenati e Stefano Manzi.

Seconda vittoria in carriera per Lorenzo Baldassarri, dominatore della gara della classe Moto2 a Jerez (foto da: motogp.com)

MOTO3: PRIMO HURRA’ PER OETTL, BEZZECCHI LEADER. CANET DISASTROSO

Gara pazzesca e di ‘sciame’, come spesso accade nella Entry Class. Un bailamme di sorpassi, controsorpassi, variazioni di leadership multiple nello stesso giro, contatti e situazioni pericolose ed al limite, dal quale è uscito il #65, quello del tedesco Phillip Oettl, alla prima vittoria in carriera alla 91.esima presenza in gara. Il nativo di Bad Reichenhall è stato bravo a prendersi la leadership a 12 giri dalla fine, difendendola prima da Arbolino e poi, soprattutto, dall’assalto finale di Marco Bezzecchi, battuto in volata ma nuovo leader della classifica, con 63 punti. A decidere la gara la prima carambola di giornata, a 4 tornate dalla fine, sempre alla Dry Sac. Causa di tutto è un’entrata killer di Aron Canet, che stende nell’ordine Jorge Martin, Enea Bastianini e Tony Arbolino. La dura battaglia per il podio ha visto primeggiare in un primo momento Alonso Lopez, poi retrocesso in 4° posizione in favore del connazionale Marcos Ramirez, per aver ecceduto nei fuori pista nel finale. Stesso provvedimento ai danni di Niccolò Antonelli, 11°. Davanti a lui, dalla 5° alla 10° posizione, Jaume Masia, Tatsuki Suzuki, Fabio Di Giannantonio, Jakub Kornfeil, Kaito Toba e Gabriel Rodrigo. Per quel che riguarda gli altri italiani, Andrea Migno finisce 13°; fuori dai punti Nicolò Bulega (17°). Out Dennis Foggia e Lorenzo Dalla Porta. In classifica, Bezzecchi guida con un +8 su Martin, +15 su Canet e +17 su Di Giannantonio.

Phillip Oettl e Marco Bezzecchi, primo e secondo al termine della gara di Jerez della Moto3 (foto da: motogp.com)

Il Motomondiale tornerà in pista tra due settimane, nel weekend del 18-20 maggio, per il Gran Premio di Francia a Le Mans.

 

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