MotoGP 2018 Giappone, Analisi Gara – Marquez sette bellezze

E’ bastato il primo match point a Marc Marquez. Al primo colpo, e sulla stessa pista dove festeggiò già i titoli nelle stagioni 2014 e 2016, il catalano entra sempre più nell’Olimpo dello sport Mondiale (e non solo del Motomondiale), conquistando l’iride #7 della sua ancor giovane carriera. A Motegi, Marquez festeggia nel solo modo che lo soddisfa, ovvero vincendo, dopo l’ennesima lotta con un mai domo Andrea Dovizioso, purtroppo scivolato a terra nel corso del penultimo giro. Un podio sul quale sono saliti gli ottimi Cal Crutchlow ed Alex Rins, che hanno preceduto un Valentino Rossi in sella ad una Yamaha nuovamente in affanno. Sorride ai colori azzurri il Giappone nelle altre categorie: Francesco Bagnaia allunga ancora su Miguel Oliveira in Moto2, vincendo grazie alla squalifica di Fabio Quartararo; il ritiro di Jorge Martin riapre tutto in Moto3, con Marco Bezzecchi che vince e sale a -1.

La felicità di Marc Marquez, mentre celebra il 7° titolo mondiale a Motegi (foto da: motogp.com)

MARQUEZ, IL MONDO AI SUOI PIEDI. DOVI CI PROVA, MA NON C’È N’È

Marc Marquez ha vinto il Gran Premio del Giappone, sfruttando subito il primo di quattro match point per assicurarsi il titolo #7. L’8° vittoria stagionale (43.esima in MotoGP, 69.esima in carriera) proietta Marquez ad un livello per pochissimi eletti. Il nativo di Cervera, per quanto possa non risultare simpaticissimo (i fatti del 2015 pesano ancora tanto, soprattutto alle nostre latitudini), è il Fenomeno di questa parte di storia del Motomondiale, uno dei più grandi in assoluto. C’è poco da fare o da dire. Marquez è un pilota che fa davvero la differenza (chiedere al Dovi), e appartiene ad un’altra dimensione. Troppo facile dire che vince perché non ha avversari all’altezza. D’altronde, si diceva (e si dice…) lo stesso anche di Valentino, che all’età di Marquez aveva si un Mondiale (6 contro 7) ed una vittoria in meno (68 a 69), anche se con 43 gare mancanti (140 a 183). Poche storie, gli altri sembrano piccoli poiché parliamo (e lo ripeto) di FENOMENI.

La festa nel box HRC per il settimo titolo mondiale di Marc Marquez (foto da: motogp.com)

Ma passiamo alla gara di domenica. Marc ha costruito la sua domenica con una partenza fulminante, che l’ha visto passare in un solo giro dalla 6° alla 2° posizione, attaccandosi subito al codone del Dovi. Dopo aver studiato l’avversario per oltre metà gara, ai -11 Marc porta un primo attacco; un’uscita un pò troppo larga dal tornantino, però, consente al forlivese di contrattaccare subito, e per poco anche Crutchlow non riesce ad approfittarne. Dovizioso prova ad aumentare il passo, ma Marquez resta sempre lì e, ai -4, ecco l’affondo che risulterà decisivo. Andrea fa di tutto per restargli vicino e giocarsi le sue chance; purtroppo, però, nel corso del penultimo giro arriva il patatrac. Il ducatista perde l’anteriore in percorrenza al tornantino e finisce nella via di fuga.

E’ il definitivo via libera per il Cabroncito, che s’invola e va a vincere gara e titolo. Il Dovi riparte ma chiude mestamente 18°. Vero, in questa stagione gli errori del forlivese sono stati un pò troppi; quando però hai la sfortuna di avere contro il rivale del genere, nel prime della sua carriera, in una simbiosi incredibile con la sua moto, ci sta di dover rischiare. E’ comprensibile che il Dovi, per farcela, debba ogni benedetta volta dare il 110%, spingersi al limite ed oltre. Ed è normale, in una situazione simile, poter sbagliare. Anzi, l’errore è praticamente dietro ogni angolo. Nel 2019, però, Ducati permettendo il Dovi ci riproverà. Ne siamo certi. Quanto a Marquez, beh c’è da dirlo? La sua fame di vittorie non si esaurisce, si alimenta di vittoria in vittoria. Lui è un pilota nato per disintegrare ogni record, e quelli esistenti tremano (così come i titolari, Rossi ed Agostini).

Andrea Dovizioso e Marc Marquez, durante il Gran Premio di domenica in Giappone (foto da: motogp.com)

YAMAHA, TORNA L’AFFANNO. BURIRAM ERA UN CASO

Era molto attesa la gara di Motegi in Yamaha. Non solo perché, ovviamente, il Gran Premio del Giappone è la gara di casa per il motorista giapponese, ma anche per trovare una conferma dopo la bella prova di Buriram. Una controprova, per allontanare lo spettro di un semplice episodio. Purtroppo per la Casa di Iwata, a Motegi le cose non sono andate come si sperava. Come in Thailandia, Valentino Rossi è giunto ai piedi del podio. Con la differenza però che, se a Buriram era giunto ad un tiro di schioppo dal vincitore, a Motegi il Dottore non è mai stato concretamente in lotta per il podio. Le parole sconsolate di Rossi a fine gara, e la prestazione da dimenticare di Maverick Vinales (7°), ci consegnano una M1 che non è per nulla uscita dalla crisi, che boccheggia e che, tranne miracoli, almeno in questo 2018 non riuscirà a smuovere quel fastidioso zero alla casella vittorie.

Un deludente 4° posto per Valentino Rossi nel Gran Premio del Giappone 2018 (foto da: motogp.com)

GLI ALTRI: CRUTCHLOW E RINS, PODIO DA APPLAUSI. BAUTISTA 5°

Alle spalle del felicissimo Marquez hanno trovato gloria anche Cal Crutchlow ed Alex Rins. L’inglese, a dir la verità, ha a lungo sperato di potersi giocare anche qualcosa di più, tenendo molto bene il passo dei primi due. Al cambio di passo di Marc e Dovi, però, non ce l’ha più fatta e, nel finale, si è anche dovuto difendere dal rimontante Rins, a sua volta autore di una prestazione molto convincente, ottenendo il terzo podio in stagione (6° per la Suzuki). Merita una sottolineatura la gran prova di Alvaro Bautista, che festeggia la nomina a sostituto di Jorge Lorenzo in Australia con uno splendido 5° posto, che va ad eguagliare il suo miglior risultato stagionale (5° in Germania), togliendosi lo sfizio di precedere la Yamaha Tech 3 di Johann Zarco, scattato dalla prima fila ma arretrato strada facendo, Vinales e Dani Pedrosa (8°). Danilo Petrucci chiude un weekend negativo con un 9° posto a 20″ dal vincitore, davanti a Hafizh Syahrin (10°). Peccato per le cadute anche di Andrea Iannone e Jack Miller, che potevano giocarsi posizioni importanti. Franco Morbidelli ha chiuso in 11° posizione, davanti alle KTM di Bradley Smith e Pol Espargaro e ai due piloti di casa, Katsuyuki Nakasuga e Takaaki Nakagami.

La soddisfazione di Alex Rins sul podio di Motegi (foto da: motogp.com)

MOTO2: QUARTARARO VINCE MA VIENE SQUALIFICATO. BAGNAIA RINGRAZIA ED ALLUNGA

A Motegi si conferma il trend dell’ultimo periodo, con Francesco Bagnaia in continuo allungo su Miguel Oliveira. In Giappone, la gara era vissuta su un lungo duello tra il torinese ed il francese Fabio Quartararo. Il pilota del team Speed Up, alla fine, riusciva a spuntarla sul leader del Mondiale, salvo poi trovarsi con una sgraditissima sorpresa una volta tornato ai box. Il francese, infatti, ha visto la seconda vittoria stagionale sfumare per una pressione delle sue Dunlop inferiore al limite minimo imposto dal regolamento. Bagnaia, così, ha incamerato l’ottava vittoria in 14 gare, davanti a Lorenzo Baldassarri e soprattutto ad Oliveira, adesso staccato di 37 punti (284 a 247). Pecco, in Australia, potrebbe chiudere ogni discorso se, vincendo, il rivale non facesse meglio di 5°. Tornando al gp nipponico, alle spalle dei primi tre Alex Marquez è giunto 4°, precedendo Brad Binder e i connazionali Augusto Fernandez, Xavi Vierge ed Iker Lecuona. In 9° posizione ha terminato Luca Marini, con Marcel Schrotter a chiudere la top-10. Mattia Pasini è arrivato 14°, mentre fuori dai 15 troviamo Andrea Locatelli (16°) e Stefano Manzi (24°). Out Simone Corsi e Federico Fuligni.

Dopo la squalifica di Fabio Quartararo, Francesco Bagnaia è diventato il vincitore del Gran Premio del Giappone, classe Moto2. Adesso Bagnaia vanta 37 punti su Oliveira (foto da: motogp.com)

MOTO3: MARTIN OUT, BEZZECCHI RIAPRE TUTTO

Tutto si riapre nella Entry Class. La batosta di Buriram poteva abbattere chiunque, ma non Marco Bezzecchi, che si risolleva alla grande e porta a casa in Giappone la 3° vittoria stagionale (9° podio). Una vittoria al cardiopalmo, ottenuta in volata e lottando a destra e a manca, beffando di 41 millesimi un altrettanto bravo Lorenzo Dalla Porta e di 42 il sudafricano Darryn Binder. Vicinissimi (entro il mezzo secondo dal vincitore) anche Dennis Foggia (4°), John McPhee, Tony Arbolino (6°) ed Enea Bastianini (7°). Ma torniamo alla lotta iridata. Il colpo di scena avviene a 6 giri dalla fine, quando Martin perde il controllo della moto in curva 11 e finisce nella via di fuga. Un errore che gli costa carissimo, poiché Bezzecchi adesso sbarca a Phillip Island ad un solo punto dal rivale (204 a 203). La giornata no del team Gresini è stata completata dalla caduta di Fabio Di Giannantonio, che resta a -29 dal compagno di box (175). Tornando all’ordine d’arrivo, i vari Gabriel Rodrigo, Ayumu Sasaki e Jakub Kornfeil hanno completato i primi 10. Per quanto riguarda gli altri italiani, a punti sono finiti Andrea Migno (13°) e Celestino Vietti (14°); classificato Stefano Nepa (20°). Out Niccolò Antonelli.

Vincendo a Motegi, e grazie alla caduta di Jorge Martin, Marco Bezzecchi ha completamente riaperto la corsa al titolo della classe Moto3 (foto da: motogp.com)

Il trittico in Estremo Oriente prosegue questo weekend con il classico appuntamento di Phillip Island, sede del Gran Premio d’Australia.

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