“Two is megl che one”, recita una famosa pubblicità di una marca di gelati. Uno slogan che può essere adattato con disinvoltura anche al mondo del calcio, specie alla luce dei recenti fatti di cronaca. Allargandolo addirittura al “three”. In occasione dei Mondiali del 2026, infatti, Stati Uniti, Messico e Canada starebbero pensando a una candidatura congiunta per sbaragliare la concorrenza. Una mossa che farà certamente discutere e che va ad aggiungere alla già tanto criticata formula a 48 squadre che entrerà in vigore proprio a partire dalla suddetta kermesse internazionale.
Come anticipato dal quotidiano britannico “The Guardian”, entro la fine del 2017 dovrebbe essere ufficializzata la decisione dei tre Paesi. Victor Montagliani, presidente della Concacaf, ha confermato che il Canada, gli Stati Uniti e il Messico puntano da tempo a candidarsi insieme e che questo potrebbe essere un segno forte anche per superare quelle barriere politiche di cui tutti siamo a conoscenza.
La valutazione delle candidature da parte della FIFA è prevista tra il gennaio 2019 ed il febbraio 2020, la decisione finale dovrebbe arrivare a maggio del 2020. Ancora nessun altro Paese ha avanzato la propria candidatura, quindi questo scenario avrà se non altro un vantaggio in termini temporali sulla concorrenza. L’ultima volta che un Mondiale si è giocato in terra a stelle e strisce è quello del 1994, quando l’Italia perse la finale ai calci di rigore contro il Brasile. In Messico invece si è disputato nel 1970 e nel 1986.
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