“Berlusconi ha venduto il Milan“.
E’ questo il post apparso ieri su “Weibo“, uno dei principali social newtwork cinesi.
Allo stesso tempo CCTV5, la televisione di Stato cinese, ha invece annunciato la cessione del 99,93% delle quote del Milan. Trapela inoltre che Silvio Berlusconi non manterrà nessuna quota del club e sarà escluso totalmente dalla società rossonera.
Intanto “Milanews” rivela che la Sino Europe-Sports ha invitato ufficialmente i giornalisti cinesi ad una conferenza stampa che avrà luogo nei prossimi giorni a Pechino.
Il closing è quindi più che mai vicino e qualche giorno fa il Cda del Milan ha deliberato che in prima convocazione (il 1° marzo) e, nela caso in cui fosse necessaria, in seconda convocazione (il 3 marzo) ci sarà l’assemblea dei soci per il closing con Sino-Europe Sports.
L’assemblea sancirà dunque lo storico passaggio fra il vecchio e il nuovo Cda, dopo aver riposto nero su bianco la fatidica firma che sancirà definitivamente l’acquisizione da parte della cordata cinese.
Altro passo importante che avvicina il momento del closing, è l’estinzione del contratto che legava la SES con le Isole Vergini britanniche. Stando infatti a quanto emerso da alcuni documenti ufficiali, che Calcio e Finanza ha potuto esaminare, il 23 gennaio scorso è stato estinto il finanziamento di 830 milioni di Hong Kong (che corrispondono a circa 102 milioni di euro) effettuato da Willy Shine International Holdings Limited (holding con sede a Tortola nelle Isole Vergini britanniche) nei confronti di Rossoneri Sport Investment (società di SES ad Hong Kong), necessario per il saldo della seconda caparra Fininvest.
Per comprendere lo sviluppo della vicenda e come Ses ha superato i problemi burocratici, è importante esaminare alcuni aggiornamenti forniti sul proprio blog da Pasquale Campopiano, giornalista che ha seguito le vicende tra rossoneri e la cordata cinese sin dal principio.
Egli sostiene che, viste le difficoltà ad ottenere le autorizzazioni dal governo cinese, Ses abbia messo in atto un piano di riserva, che consiste nel trovare i fondi all’infuori del territorio cinese, creando un fondo (il cui nome verrà svelato solo al momento del closing) che ha lo scopo di controllare ad Hong Kong la Rossoneri Sport Investment Co. Limited. Proprio da qui partiranno i 420 milioni di euro con destinazione Rossoneri Sport Investment sarl in Lussemburgo. Dal Lussemburgo, infatti, sarà semplicissimo spostare il denaro, che arriverà in tempo reale a Milano, entro il 3 marzo.
I documenti ufficiali parlano di un finanziamento che sarebbe stato pagato per intero, svincolando inoltre il pegno che vigeva sull’intero capitale del veicolo Rossoneri Champion, che era stato destinato come garanzia da dare alla società che ha messo a disposizione le risorse utilizzate per pagare la seconda caparra.
I nomi che compaiono sia sul finanziamento che sul contranno sono sempre gli stessi, ovvero quelli di Ren Yubing per Willy Shine International e Chen Huashan (uno dei collaboratori di Yonghong Li nella filiera di società che fanno capo a Sino-Europe) per Rossoneri Sport.
Da qui, la conferma che Sino Europe ha mandato ufficialmente i giornalisti cinesi ad una conferenza stampa che avrà luogo a breve a Pechino. Il canale sportivo della Tv di Stato cinese, ovvero CCTV5, ha ringraziaro sui social il Patron rossonero uscente con questo tweet: “sincero ringraziamento per i 30 anni di Milan“, confermando anche che la cessione riguarderà il 99.3% delle quote a Sino-Europe.
Manca dunque poco a quella che rappresenterà l’operazione che sconvolgerà la storia del Milan, dopo 30 anni di gloriosa presidenza del ragionier Silvio Berlusconi, sempre accompagnato dal suo braccio destro, il dottor Adriano Galliani.
In attesa del bonifico definitivo, le due fingure che hanno fatto grande il Milan, portandolo sul tetto del Mondo, contano i minuti che gli rimangono per poter abbracciare ancora la loro magnifica creatura. La nuova società vedrà, come ormai noto, Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli rispettivamente amministratore delegato e direttore sportivo.
Alcune fonti vicine all’ambiente rossonero sostengono che Berlusconi avrebbe provato fino alla fine a trattare per conservare qualche quota (almeno il 30%), per potersi sentire ancora importante all’interno del suo Milan.
La nuova società però, non sarebbe disposta ad offrirgli altro incarico diverso da quello di presidente onorario, offerta che tuttavia il cavaliere sarebbe intenzionato a declinare.
D’altra parte, già dalla scorsa estate, c’erano stati screzi e divergenze tra Berlusconi e i nuovi proprietari, con il primo che avrebbe preferito confermare Brocchi, non ingaggiando Montella. Anche la gestione delle sessioni di calciomercato, sia quello estivo che quello invernale, sono state difficili, dovendo far conciliare molteplici fattori ed interessi che spesso erano in contrasto.
Anche per questo Berlusconi si sarebbe convinto dell’impossibilità di coesistere con la nuova società, preferendo defilarsi e lasciare definitivamente quel Milan che negli ultimi 30 anni ha amato più di ogni altra cosa.
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