Con l’arrivo dei cinesi ci sarà posto in dirigenza per una bandiera del Milan: prima scelta Paolo Maldini, ma salgono le quotazioni di Massimo Ambrosini
Il vecchio Milan per creare il nuovo Milan. Questo sembra l’obiettivo di Marco Fassone, che è stato nominato dalla cordata cinese di Han Li come nuovo direttore generale e amministratore delegato dei rossoneri, una volta che sarà ufficializzato il passaggio di proprietà dopo il closing, che dovrebbe arrivare entro metà novembre.
Questione di stile, ma soprattutto di storia, perché è da troppi anni che manca in società un uomo che sappia cosa significhi essere da Milan e essere il Milan. E’ sempre stato questo il problema. E’ sempre stata questa l’accusa di cui era imputato l’attuale ad Adriano Galliani, che non ha mai voluto sostituire l’ex direttore sportivo Ariedo Braida, attualmente al Barcellona, con una figura di spicco nella storia del club rossonero, che conoscesse l’onore e l’onere di far parte del club meneghino.
Questa potrebbe essere una settimana assolutamente decisiva per la scelta della bandiera, che dovrà entrare nella società e far parte della nuova dirigenza. Si è completamente tolto fuori e automaticamente Demetrio Albertini. Come lui, anche Alessandro Costacurta ha fatto capire di non essere disponibile. Altri uomini, come Franco Baresi e Mauro Tassotti, non hanno intenzione di tornare al Milan, diversamente da Manuel Rui Costa, Zvonimir Boban e Leonardo, che però hanno già altri impieghi, al Benfica e con la Fifa, oppure vogliono fare altro, cioè l’allenatore.
Sono rimasti, ormai, solo due nomi, tra quelli contattati da Fassone: Paolo Maldini e Massimo Ambrosini. Due capitani per una maglia, si potrebbe dire. E’ il primo il grande favorito, il preferito dalla nuova società, ma c’è quel rapporto con la Curva Sud non proprio idilliaco da ricucire. Piace, soprattutto, perché è un uomo che pensa sempre con la sua testa. Il secondo appare, almeno per il momento, solo un’alternativa. Work in progress.
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