Milan e Juventus sono le squadre italiane più titolate che hanno dominato tra gli anni Novanta ed i primi anni Duemila cambiando il mondo del calcio con le loro filosofie diverse: ora questa sfida ritorna ad essere cruciale per lo Scudetto.

Non ha certamente l’appeal carico di ruggini di un derby, sia esso stracittadino o d’Italia, ma Milan-Juventus è sempre una sfida affascinante che porta con sé decine e decine di trofei e ricordi che profumano di storia passata, ma nemmeno troppo.

L’antipatia cordiale tra rossoneri e coloro che di bianco, almeno in parte, son vestiti ha da sempre preso il posto dell’astio conclamato e vicendevole delle gare contro l’Inter, ma Milan-Juve è molto più di questo.

Quello fra il Diavolo e la Vecchia Signora è un vero e proprio scontro tra filosofie di intendere il calcio (e forse anche un po’ il mondo…) totalmente diverse: da una parte c’è il Milan, imperatore d’Europa, con le sue sette Champions League, ben cinque negli ultimi 30 anni. Dall’altra la dominatrice assoluta d’Italia, con 32 Scudetti ed 11 Coppe Italia ed un tricolore che, dall’era-Conte, non sembra essere stato pressoché mai in discussione.

Sarebbe banale, e forse anche un po’ sciocco, limitarci a leggere questa gara come una semplice partita di calcio. Dietro di essa, infatti, si incastonano due dinastie che hanno scritto pagine importanti della storia d’Italia dell’ultimo secolo. Da una parte ci sono gli Agnelli, saldamente ancorati al club bianconero; dall’altra, invece, la famiglia Berlusconi, che dopo trent’anni ha deciso di vendere la creatura più cara al presidente Silvio ad una cordata cinese dai contorni ancora piuttosto nebulosi.

Milan e Juventus sono stati plasmati sia per quanto concerne la forma sia per il carattere ad immagine e somiglianza dei rispettivi proprietari, con annesse filosofie che hanno portato allo stesso risultato –la vittoria- ma con scuole di pensiero differenti.

I bianconeri, infatti, vengono definiti come la Squadra dei Padroni e forse qualche ragione per essere tali la possiedono: la Fiat porta con sé, oltre al denaro sonante, una serie di mitologie piuttosto imponenti e difficili da scardinare. O si ama o si odia: le vie di mezzo non esistono.

Il Milan, dall’altra parte, è nata come la squadra operaia di Milano prima dell’avvento di Silvio Berlusconi che l’ha trasformata in qualcosa di totalmente diverso, soprattutto nella fine degli anni ’80 quando spopolava la figura dello yuppi; il Diavolo, allora, ha indossato il vestito elegante divenendo parte integrante della vita dell’ex Cavaliere, uno degli uomini più influenti, nel bene o nel male non spetta a noi dirlo, dell’Italia degli ultimi 30 anni.

Il Milan, però, grazie al suo contributo è divenuto uno dei brand più ricchi, oltre che vincenti, di tutto il pianeta e se, anche dopo questi anni bui, ci sono stati parecchi acquirenti interessati a rilevare la società a cifre così elevate il merito è senz’altro di Berlusconi.

Venendo alle statistiche, sono ben 174 le sfide tra rossoneri e bianconeri in Serie A, con 66 vittorie della Juve a fronte di 50 successi del Diavolo e 58 pareggi. Insomma, una leggera supremazia della Vecchia Signora giustificata, però, dalla maggiore propensione bianconera ad alzare Scudetti a fine stagione.

Questa sorta di duopolio ha raggiunto l’apice a cavallo tra gli anni ’90 e Calciopoli dove queste squadre si sono suddivise ben 11 dei 14 Scudetti assegnati.

Dopo essere ritornati in auge da quel limbo chiamato cadetteria ed aver riscontrato diverse difficoltà durante i primi anni di Serie A, nella stagione 2011/2012 questa partita torna ad essere lotta vera per lo Scudetto. Il 15 febbraio 2012, infatti, finì 1-1 con il fantomatico gol di Muntari mentre i rossoneri erano in vantaggio per 1-0. Per molti quell’episodio spostò gli equilibri di quell’annata in quanto avrebbe interrotto l’imbattibilità dei bianconeri, con il Diavolo che sarebbe volato a +4 in classifica. Sarà davvero così?

Ora, dopo 4 anni in cui il Milan non è stato in grado di competere per le posizioni di rilievo, questa gara ha nuovamente il sapore dello Scudetto, un vero e proprio big match. Finalmente.