La sfida più attesa dell’undicesima giornata, quella di San Siro tra Milan e Juventus, era la partita “assolutamente da non perdere” sia per i rossoneri, in cerca di riscatto e di morale, sia per i bianconeri con il rischio di scivolare troppo indietro nei vertici della classifica, ma a rispondere presente, è stato soprattutto, un grandissimo campione, Gonzalo Higuain.
Uno scontro che nella passata stagione aveva messo più volte in difficoltà Allegri e la sua squadra, con una sconfitta proprio a San Siro, una a Doha nella finale di Supercoppa ai rigori, ed una vittoria, sofferta e maturata solo al 97esimo allo Stadium.
Tante motivazioni, tanta pressione e tanto da dimostrare da una parte e dell’altra, ma se la Juventus, con una prestazione solida ed accorta in difesa, come raramente si era visto quest’anno ed un incredibile cinismo davanti, con il ritorno trascinante di Higuain, ha sconfitto i suoi fantasmi, lo stesso non si può dire dei rossoneri.
Montella e i suoi infatti, perdono già la quinta partita stagionale, a fronte di 5 vittorie ed 1 pareggio che fa scivolare, potenzialmente, i rossoneri a 11 punti addirittura dal quinto posto, nemmeno dal quarto valevole per la Champions League, in caso di vittorie della Lazio, oggi a Benevento, e della Roma, nel recupero della terza giornata con la Sampdoria.
Un abisso che allontana pericolosamente il Milan dai suoi obiettivi stagionali e getta tutti, più o meno, nella disperazione dopo un mercato estivo che aveva portato entusiasmo e tanta positività.
Ma sono proprio i nuovi interpreti quelli che deludono di più, che finiscono per essere più bacchettati dal pubblico che non risparmia fischi e disapprovazione.
Male Calhanoglu, evidentemente talentuoso, bravo tecnicamente, ma impalpabile là davanti, mai pericoloso e spesso impreciso, così come Biglia, maldestro da regista tanto quanto da schermo davanti alla difesa come ieri, insieme a Kessie, altro interprete che ha decisamente deluso le aspettative.
Dall’altra parte, invece, la Juventus gioca una delle partite migliori, soprattutto per continuità, della sua stagione, ritrovando solidità nella retroguardia, blindando la porta di Buffon, e rendendosi spietatamente pericolosa davanti, con Gonzalo Higuain, un fenomeno mai in discussione che tocca quota 101 reti in Serie A, e stende, da solo, la squadra di Montella.
TABELLINO
MILAN (3-4-2-1): Donnarumma; Zapata, Romagnoli, Rodriguez; Abate (Dal 61′ Antonelli), Kessiè, Biglia (Dal 61′ Locatelli), Borini; Suso, Calhanoglu (Dal 77′ André Silva); Kalinic. All. Montella
JUVENTUS (4-2-3-1): Buffon, Lichtsteiner (Dal 65′ Barzagli), Rugani, Chiellini, Asamoah (Dal 70′ Alex Sandro), Khedira (Dall’80’ Matuidi), Pjanic; Cuadrado, Dybala, Mandzukic, Higuain. All. Allegri
Arbitro: Valeri di Roma, al VAR Di Bello
Gol: 23′ e 63′ Higuain (J)
Ammoniti: Kessie, Zapata (M)
MIGLIORI
Higuain 8: 101 reti in 153 partite in Serie A sono i numeri di un mostro assoluto che, al top della condizione, non ha rivali, e tantomeno eguali, come centravanti. I gol sono appariscenti e decisivi ma è soprattutto il lavoro di sostegno in copertura, a testa bassa e denti stretti, che lo rende ancora più fenomenale.
Buffon e Chiellini 7: ecco i senatori della Juventus, i proprietari delle chiavi di una difesa che ha brillato incessantemente per 6 anni, ma che ora, sembrava scricchiolare un po’ di più. Ma nella partita importante, nel palcoscenico mozzafiato, i grandi campioni emergono in modo decisivo come solo loro sanno fare, con parate incredibili l’uno (quella su Kalinic allo scadere del primo tempo) e con coperture ed interventi precisi l’altro, blindando la difesa.
Asamoah e Dybala 6,5: da ammirare il lavoro del ghanese che annulla, insieme all’aiuto di Chiellini e Mandzukic in copertura, l’unica fonte brillante, al momento, del gioco del Milan, ovvero Suso. Crea una gabbia dall’inizio alla fine, venendo preferito ad Alex Sandro per la maggiore accuratezza difensiva, non disdegnando, comunque, alcune sgroppate in ripartenza. La “Joya” non segna e non incanta come nei giorni migliori, ma dà sempre l’impressione di poter essere pericoloso e l’intesa con Higuain è quella di chi parla la stessa, incomprensibile per noi, lingua calcistica.
Borini 6,5: l’unico nettamente positivo tra i rossoneri, bravo a sorprendere più volte Lichtsteiner, attaccando bene in profondità per servire buoni cross in area. L’acquisto meno festeggiato dell’estate è uno dei pochi che funziona e per lui non può che essere una bella rivincita personale.
PEGGIORI
Lichtsteiner 5,5: seconda partita insufficiente per il terzino svizzero che mostra come lì, a destra, la Juventus sia un po’ in emergenza dopo l’addio di Dani Alves, il recente infortunio di De Sciglio e la scomparsa dai radar di Howedes. Lo svizzero balla in copertura sugli attacchi di Borini ed inoltre non è mai pericoloso in spinta.
Romagnoli e Rodríguez 5,5: il lavoro su Higuain, senza dubbio, non è dei più semplici, ed infatti entrambi non reggono sempre l’urto con la dirompente fisicità del Pipita, che in condizione ed in serata d’oro è un cliente troppo scomodo.
Calhanoglu e Kessie 5: tecnicamente ha buone qualità il turco ma sembra tuttavia mancare personalità e tranquillità, come se sentisse l’eccessiva pressione di dimostrare qualcosa in questo difficile momento della sua squadra. Il risultato però, è un’altra prestazione incolore per un giocatore forse ancora inadatto al gioco particolare del nostro campionato. Meno scusanti invece per il centrocampista che la Serie A l’ha già bazzicata piuttosto positivamente, lo scorso anno, a Bergamo. Corre tanto ma spesso sembra a vuoto, non riuscendo a sfruttare al meglio, in contenimento e nella lotta, la sua impressionante fisicità finendo per lasciare il dominio del centrocampo a Pjanic. Nella ripresa, impreciso nel giro palla, sbaglia anche diversi appoggi, beccandosi pure qualche fischio da San Siro.
Biglia 4,5: parlando di fischi, ecco il vincitore, quello che ne ha conquistati sicuramente di più, il lontano parente del giocatore ammirato alla Lazio. Lento, impreciso e mai illuminante con le sue giocate, pecca come regista e come schermo alla difesa facendosi saltare più volte da Dybala. Manca soprattutto di personalità, incapace di reagire alle difficoltà ed al disappunto generale; a questo punto, nonostante l’ esborso economico estivo, meglio sfruttare Locatelli, almeno è giovane, almeno è italiano.
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