Milan-Genoa è stata una partita combattuta, senza tanti tatticismi e con le squadre spesso allungate alla ricerca del gol. Un match molto godibile e con entrambe le squadre che avrebbero potuto trovare la via della rete. Rossoneri che, nonostante l’inferiorità numerica per circa 70′, hanno disputato una gara ordinata e mostrato uno spirito combattivo.
A San Siro doveva essere la partita della svolta, della rinascita dopo le 3 sconfitte di fila in campionato ed il pallido 0-0 contro l’AEK Atene in Europa League, la partita in cui la vittoria doveva assolutamente essere centrata, senza “se” e senza “ma”.
La vittoria per il Milan non è arrivata, ma, nonostante ciò, l’ottima reazione dei ragazzi di Montella, ha salvato il tecnico rossonero, almeno per adesso.
L’Aeroplanino manda in campo una squadra quadrata che, forse per la prima volta, mostra compattezza e dimostra di essere messa bene in campo.
La sciocchezza di Bonucci al 25′, però, complica i piani e rischia di risultare fatale per il Milan.
Dentro Romagnoli e fuori Calhanoglu (che aveva avuto un buon impatto sulla partita), i rossoneri si ricompattano e ricominciano a macinare gioco, tenendo il controllo del match e schiacciando sistematicamente il Genoa, che non riesce proprio ad approfittare dell’uomo in più.
Il primo tempo finisce con qualche occasione per parte, con Perin bravo a smorzare ogni tentativo dei rossoneri e Donnarumma che blocca un colpo di testa potente di Rigoni, facendo apparire la parata più semplice di quella che in realtà è.
Nel secondo tempo il Milan torna bene in campo e continua ad aggredire gli avversari, che accettano di stare bassi, sperando di ripartire pericolosamente in contropiede, per poi schiantarsi contro Romagnoli (perfetto da quando è entrato in campo) e Zapata (che recupera miracolosamente su Lapadula, involatosi in solitudine verso Donnarumma).
Ai rossoneri la voglia di vincere non manca di certo, la volontà di correre e sudare per la maglia nemmeno e, rimanendo in questo tema, esemplare è la prova di Fabio Borini, che sta diventando un pezzo fondamentale di questa squadra, lasciando sempre il cuore in campo e dando l’impressione di avere almeno il doppio dei polmoni rispetto agli altri.
Kessie torna a tratti ad essere quello decisivo di inizio stagione (ed ammirato lo scorso anno con la maglia dell’Atalanta) e spesso grazie alle sue giocate il Milan trova la parità numerica, con l’ivoriano che attira a se’ più uomini, pero poi raggirarli e vanificare la superiorità numerica degli ospiti.
Biglia si limita a svolgere un compitino un po’ troppo elementare per un regista del suo calibro e non rischia mai la giocata complessa che potrebbe risolvere la partita, sbagliando per giunta, stremato, un semplice appoggio per Cutrone, che avrebbe potuto correre felice verso la parta avversaria.
Suso si dimostra il vero leader tecnico di questa squadra, tanto che dalla panchina si poteva percepire come venisse urlato a chiunque avesse la palla “Dalla a Suso!“.
Lo spagnolo ci ha provato fino alla fine, mettendosi in mostra con giocate di altissima classe e servendo a Kalinic (in giornata-no, ma sostituito solamente all’84’) una palla d’oro che il croato ha cestinato clamorosamente.
Il Genoa, dal canto suo, gioca una partita generosa, ma sbaglia tantissimo tecnicamente e Juric viene tradito dagli uomini più rappresentativi come Bertolacci e Miguel Veloso, che avrebbero dovuto sfruttare il giro palla e dare ritmo alla gara, facendo trarre al Genoa i benefici dell’uomo in più.
Al Milan gira tutto storto, la palla non riesce ad entrare e, nonostante una gara ordinata e ben condotta anche in 10 contro 11, la vittoria non vuole propria arrivare.
Sarà che la pressione è troppa, sarà che giocare ogni partita con una spada di Damocle virtuale sulla testa non aiuta e sarà anche che, nonostante le dichiarazioni che confermano ancora Montella, il tecnico è sempre più sulla graticola ed anche questo toglie serenità ad una squadra che comunque prova a risollevare le sorti del proprio campionato.
Ecco allora che gli uomini più rappresentativi come Bonaventura sentono di dover dare qualcosa in più, prendendo la squadra sulle spalle e provando a risolvere da soli la partita, con improbabili tiri dai 30 metri, non capendo però che, spesso, un passaggio può risultare più decisivi di un tiro.
Nonostante il pareggio, come detto, la reazione della squadra ha salvato Montella, che si giocherà tutto contro Chievo e Juventus, dovendo dimostrare di aver ancora ben salde in mano le redini di una squadra che ha un disperato bisogno di tornare alla vittoria.
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