Milan-Empoli 3-0, dichiarazioni post-partita di Gattuso: “Temevo questa partita, bene nella ripresa”
Un buonissimo Milan rifila tre scoppole ad un Empoli praticamente nullo in fase offensiva, ma arcigno e combattivo dietro. Sembra iniziare bene per i rossoneri con il primo gol a “San Siro” di Paquetà, ma, al momento di impattare di testa il cross di Rodriguez, il brasiliano è in offside come dimostrato dal Var. La prima frazione è contraddistinta da un certo impaccio da parte dei padroni di casa, apparentemente senza idee, e pericoloso solo da fuori area con due pericolosi tiri di Castillejo respinti dall’attento Dragowski.
Nella ripresa è tutto un altro Milan, più cattivo e preciso, e nel giro di due minuti Piatek e Kessié bucano Dragowski dopo due grandi iniziative di Calhanoglu e Castillejo: il polacco firma il suo quinto centro, e settimo da quanto veste la sua nuova casacca, mettendo il pallone sotto le gambe del portiere empolese ed eguaglia un certo Oliver Bierhoff per quanto riguarda il primato di gol consecutivi nelle prime quattro giornate in rossonero, mentre l’ivoriano segna la sua quarta rete stagionale con un bel tocco sotto.
A poco più di venti minuti dalla fine partecipa alla festa anche un grande Castillejo, che insacca di fino l’ottimo cross basso di Conti (che gioca pochino, ma tre assist in tre partite non si vedono dai tempi di Cafu). Anche Borini cerca e trova il suo momento di gloria con una rete di prepotenza, ma c’era un offside e il Var annulla anche questo gol. Poco male, l’importante era mettere fieno in cascina e blindare il quarto posto allungando sulle romane e sull’Atalanta, ma anche tornare a -1 dall’Inter e dal terzo posto. Vediamo adesso le dichiarazioni di Gattuso.
Primo tempo brutto, mentre nella ripresa è andato tutto alla perfezione: “Non era una vittoria scontata anche perché sia Paquetà che Bakayoko non stavano bene. Non abbiamo interpretato bene l’approccio alla partita, poi nel secondo tempo ci siamo mossi di più e meglio. Dobbiamo essere bravi a essere coinvolgere il nostro pubblico con le prestazioni e la voglia di lottare su ogni pallone. Temevo questa partita, la crescita avviene anche attraverso questo tipo di vittorie. Il secondo tempo mi lascia ben sperare“.
La classifica dice che il terzo posto è distante un solo punto, ma Gattuso non fa voli pindarici: “Mancano tredici partite, non dobbiamo guardare alla classifica. Mi vien da ridere quando mi parlano del terzo posto, non stiamo pensando all’Inter: metterei una firma grande quanto una casa con l’Inter terza e il Milan quarta. Ci mettere una firma grande quanto lo stadio di San Siro. Non ci penso ora al derby, abbiamo il Sassuolo, la Lazio e il Chievo. Pressione? Con questa maglia, in questo stadio si sente a prescindere. Dopo un po’ di anni ci giochiamo qualcosa di importante, l’importante è farlo con grande voglia“.
L’impegno di giorno 26 contro la Lazio, semifinale di Coppa Italia, ha reso necessario un minimo di turnover: “I musi lunghi fanno parte di questo lavoro, ci sono ma va bene. Se la gente sorride quando non gioca ma non va bene. Io faccio scelte non per simpatia e do rispetto ai miei giocatori. E’ giusto avere un confronto, ma voglio che tutti rispettino il gruppo. Bisogna lavorare bene e farsi trovare pronti quando si è chiamati, come Castillejo. Ho il gruppo a disposizione e faccio le mie scelte, l’importante è chiarirsi sempre e remare tutti dalla stessa parte“.
C’è finalmente molta più convinzione nei propri mezzi e questo ha radici anche tattiche: “Quando giocavamo col 4-4-2 non ero convinto, ma avevamo dei problemi perché facevamo solletico agli avversari ed eravamo prevedibili. Faccio mea culpa per quello “Non posso promettere niente a nessuno, dico solo che è una squadra giovane e abbiamo giocatori interessanti. Noi dobbiamo dare continuità a quello che facciamo e far crescere questi ragazzi“.
Ludovico Maiorana
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