Inconcludente, spaesata, dinoccolata. L’Italia di Mancini è lo specchio fedele di un momento calcistico molto negativo per la nazionale maggiore, che non vince in competizioni ufficiali da quasi un anno. Non è tutta colpa di Mancini dunque, anche se già dalla formazione messa in campo si era capito che le cose non sarebbero andate al meglio.
Lazzari titolare in difesa (alla Spal è esterno d’attacco), Zaza in campo senza aver mai giocato da titolare con il suo Torino, Belotti e Benassi in panchina, Immobile esterno d’attacco (non ci giocava dalle elementari) nessun calciatore della Juventus fra i titolari.
Fonte immagine: Facebook – FIGC Federazione Italiana Giuoco Calcio
Una formazione sciagurata e difficile da comprendere, sopratutto perché contro avversari veloci e temibili come i portoghesi avremmo dovuto schierare una formazione consolidata. Agli errori di formazione sono succeduti errori a partita in corso, come lasciare in campo Zaza per 90 minuti, non mettere subito Belotti e inserire uno spento Berardi per un Immobile fuori posizione quando sarebbe bastato togliere Zaza per trovare un nuovo equilibrio.
Errori marchiani ed evidenti che non si possono nascondere per il bene dell’Italia, anzi, proprio per questo motivo si devono enfatizzare. La strada è lunga e Mancini ha il dovere di lavorare con i migliori senza farsi influenzare da convinzioni che non trovano riscontro nel campionato. Ad ognuno il suo ruolo insomma, perché il calcio non è invenzione ma rappresentazione della realtà.
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