La ventiduesima giornata di Serie A ha regalato una partita palpitante e sorprendente all’Allianz Stadium. La Juventus non è andata oltre un pareggio contro il Parma, che ha avuto il merito di crederci fino alla fine.
Una partita in cui le due squadre hanno deciso di schierare moduli speculari. Se per Allegri la scelta è stata dettata più per il rientro di Mandzukic al centro dell’attacco e lo spostamento di Ronaldo nella zona esterna, D’Aversa ha voluto schierare un modulo che non fosse troppo difensivo. Fatto sta che entrambi optano per un 4-3-3.
Per Allegri i problemi vengono da Gervinho, a differenza di D’Aversa le cui difficoltà sono da ricercare nella fase difensiva, con Cancelo che tende spesso ad avanzare e andare al cross con grande facilità. La mossa tattica è raccolta prevalentemente nella disponibilità di Gervinho al sacrificio per chiudere in fase arretrata e non permettere la superiorità numerica ai bianconeri.
La dimostrazione che la squadra ducale voleva giocarsela l’abbiamo sin dai primi minuti. I gialloblu sono bravi a colpire con veloci ripartenze e a creare qualche grattacapo alla difesa torinese
Poi, però, emerge il migliore tasso tecnico della Juventus, che arriva a colpire due pali ed in mezzo a questi due episodi va anche in vantaggio con il solito Cristiano Ronaldo. Il calciatore portoghese è come al solito letale, preciso nella sua esecuzione, anche se aiutato da un errore di un difensore gialloblu.
Cancelo, dopo l’errore di Bergamo, si ripete anche questa sera. Dopo il 2-0 non vede l’inserimento di Barillà che di testa trafigge un incolpevole Perin. Qui si avvisano i primi scricchiolii della difesa, prontamente rimandati grazie al colpo di testa vincente di Ronaldo.
Un 3-1 che potrebbe aver tagliato le gambe agli emiliani. Invece non sanno che il Parma ha un’astuzia di gioco davvero importante, che la rende un’avversario temibile per ogni squadra della Serie A.
Questa sera ha capito dove avrebbe potuto far male alla difesa bianconera, nel gioco veloce e negli uno-due rasoterra. Inglese è sempre stato utile come boa di riferimento in avanti, ma la differenza l’ha fatta la capacità di fare pressing e ripartire in velocità.
Le altre due reti sono giunte dalla zona destra di attacco, quella sinistra della difesa juventina, con inserimenti al cross per il compagno piazzato dentro l’area e lasciato inspiegabilmente da solo.
Gervinho è stato abile e anche un po’ fortunato, ma ciò che ha sorpreso di più è stata la netta disattenzione della retroguardia bianconera. Uomini fermi, poco reattivi sulle seconde palle, poca cattiveria nei contrasti. Insomma Allegri avrà aperto per la prima volta dopo tanto tempo il suo taccuino degli appunti, perché ci sono dei meccanismi da ripristinare.
Non si può certo accettare l’idea che senza Bonucci e Chiellini questa squadra cambi volto così repentinamente in fase difensiva. Ora il mister toscano dovrà spiegare come si può rimediare alle loro assenze. Tra meno di venti giorni c’è l’Atletico e lì non bisogna sbagliare.
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