La Juventus riparte con una vittoria di misura contro l’Empoli ma si dimentica ancora di convincere nel gioco a due settimane di distanza dal primo ko in campionato contro il Genoa.
All’Allianz Stadium di Torino, i padroni di casa soffrono per i primi 45 minuti una maggiore rapidità di esecuzione, un ritmo più elevato ed un’intensità più brillante degli ospiti, alla caccia di disperati punti per la salvezza, e più a fuoco nel corso del primo tempo.
La partita della Juventus, però, era già iniziata in salita nel riscaldamento pre match con Dybala costretto a fermarsi per una botta subita in nazionale ed un dolore che si stava riacutizzando, e con Allegri costretto, per inevitabile preoccupazione, a rivedere le carte in tavola in corso d’opera.
Così i primi 45 minuti di gioco dei campioni d’Italia in carica sono stati un lungo esperimento e di questo ha provato a beneficiarne l’Empoli che ha creato molto ma sprecato altrettanto, poco cinico, preciso e definitivo con gli uomini più offensivi.
Nella ripresa, con l’uscita di Alex Sandro, l’ingresso di Spinazzola, lo spostamento di Emre Can nei tre di difesa come nel caso della fortunata intuizione contro l’Atletico Madrid, e, soprattutto, poco dopo, la scelta, acclamata dal pubblico, di Kean hanno progressivamente cambiato connotati alla gara.
Complice anche una maggiore stanchezza degli ospiti, la Juventus ha iniziato a riversarsi con più continuità e veemenza nella metà campo avversaria, creando diverse occasioni, sprecandone molte, ma riuscendo poi, con il ragazzino sorprendente Kean a trovare la via del gol, l’unico, ma decisivo per una vittoria cruciale per l’ottavo scudetto consecutivo.
I bianconeri, adesso, con il pensiero Champions League ingombrante ed imminente, si portano a 4 vittorie dalla matematica certezza di stamparsi anche quest’anno il tricolore sul petto, e la conquista dei tre punti, ieri sera, in casa contro l’Empoli, erano un passaggio fondamentale verso questo obiettivo.
VOTI
MIGLIORI
Kean 7: entra e risolve la pratica come un predestinato, ma poi, fallisce la ghiotta occasione per il 2-0 che avrebbe chiuso i conti senza alcun patema ulteriore. Le due facce di un evidente talento che deve ancora crescere molto e Allegri, volenti o nolenti, in questo è da manuale.
Bernardeschi, Spinazzola, Chiellini ed Emre Can 6,5: il numero 33 bianconero è in una fase di chiara crescita non solo fisica ma anche mentale, consapevole delle sue qualità, attento in quello che chiede l’allenatore e lucido nelle scelte come mai lo era stato prima. I margini sono ancora molti ma, ieri sera, senza Ronaldo e Dybala, la vena creativa era tutta nei suoi piedi. Spinazzola entra dalla panchina, preleva uno spento Alex Sandro e conquista una volta di più i favori del suo pubblico mettendo gamba e qualità nella manovra offensiva della Juventus fino a quel momento compassata e problematica. Chiellini gioca una nuova gara da antologia, attento in ogni copertura, preciso nel portare sempre nelle condizioni più sfavorevoli i suoi avversari costringendoli a giocate difficili e contenibili. Infine, Emre Can è lo specchio del cambiamento della Juventus tra i due tempi, arretrato regala più campo a Cancelo e tampona ogni tentativo offensivo avversario con la qualità di un vero difensore senza risparmiarsi e proponendosi in avanti con gamba, cattiveria e pensiero.
Krunic e Traorè 6,5: sono i due più talentuosi nel lotto di scelte di Andreazzoli e, nella sfida più difficile del campionato, non sfigurano davanti a palcoscenico ed avversari di rilievo. Il primo cuce il gioco con tempi e geometrie impeccabili, trovando trame spesso interessanti vanificate da poca cattiveria sotto porta dei compagni. L’altro, invece, si confronta bene in mezzo al campo, soprattutto con Matuidi e, per 45 minuti, con buona tecnica ed innata rapidità, sembra riuscirgli tutto, prima di cedere un po’ alla distanza.
PEGGIORI
Maietta e Dell’Orco 5,5: il primo duella bene nella prima parte di gare, quando la Juventus è meno intraprendente e più passiva, ma appena si alza il pressing entra in difficoltà e non regge il confronto con Mandzukic in occasione del gol partita. Lo stesso vale per il compagno che, con l’ingresso di Kean, soffre il doppio peso offensivo offerto dagli avversari entrando in evidente affanno.
Farias e Caputo 5,5: il primo fallisce tutto quello che può fallire e, in partite come queste, non sono ammessi tanti errori. Il secondo, invece, malgrado un primo tempo propositivo ed intenso dei suoi non si nota mai senza rendersi efficace.
Alex Sandro 5: quando può, non spinge mai, non si propone, non tenta una giocata, non imbastisce alcun duello personale, ed attende senza dare così respiro alla manovra bianconera e senza provare a recare alcun tipo di pericolo nella metà campo avversaria. Sembra spento fisicamente ma, forse, il problema è anche psicologico, un’eccessiva ed immotivata insicurezza.
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