Dalla gioia per il pareggio, alla delusione per il nuovo svantaggio, fino al sangue, tantissimo, che ha macchiato ogni angolo di Piazza San Carlo dalle 22.25 circa, per una ventina di minuti di panico e di terrore, tra urla, grida e lacrime.
Cosa abbia scatenato tutto ciò continua a non essere chiaro agli inquirenti e le indagini stanno proseguendo nelle ultime ore, nel tentativo di ricostruire le motivazioni che hanno portato un’onda di persone a scappare con tanta foga, tra le grida di terrore, in un’enorme psicosi collettiva.
La procura di Torino ha aperto un’inchiesta per provare a stabilire chi o che cosa abbia potuto scatenare tanto terrore, con un’ipotesi di reato di procurato allarme che ancora manca però di una verifica definitiva e di chiari responsabili.
Alcune immagini infatti, avevano ricondotto a due ragazzi di origine lombarda, in particolare uno, a torso nudo con uno zainetto sulle spalle, presenti a Torino per tifare i bianconeri dalla storica piazza cittadina; ma nelle ultime ore vi sarebbe stato un clamoroso risvolto nelle indagini e nell’analisi più approfondita di video e immagini di quella sera, che ha scagionato i due che inizialmente sembrava avessero ammesso una “bravata”.
In realtà resta ancora difficile capire cosa abbia provocato tutto ciò perché, di diversa natura sono le testimonianze dei presenti, con alcuni che raccontano di aver avuto l’impressione che una macchina si schiantasse contro la folla, mentre alti ricordano degli spari avvertiti in lontananza o urla di persone che gridavano “è un attentato”.
La ragione dei 1527 feriti, di cui 4 gravi ma in condizioni di miglioramento, invece, sarebbe facilmente riconducibile alle tantissime bottiglie di vetro, rotte a terra in mille pezzi, che hanno trasformato, insieme alla drammatica fuga per il panico e per il terrore scatenatosi, piazza San Carlo in un lago di sangue.
Il mancato divieto di far entrare nella piazza bottiglie di vetro ed alcolici, e una parziale assenza di controlli ai diversi ingressi del sito, hanno scatenato tantissime polemiche nelle ultime ore, con la giunta della sindaca Chiara Appendino, che ha difeso le misure prese, ricordando di aver mantenuto le condizioni di appena due anni fa, quando la Juventus giocò la finale contro il Barcellona.
Vetri taglienti e psicosi collettiva, derivata da notizie sempre più frequenti di attentati in città europee, sarebbero alla basa di una tragedia che sarebbe potuta essere una vera e propria strage, di una tragedia che ancora non conosce responsabilità certe se non il senso di terrore e la violenza che da tempo ormai, caratterizzano la quotidianità.
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