Buffon, De Rossi e Barzagli sicuri, Chiellini e Bonucci forse. La nave azzurra affonda sempre più e deve fare i conti con un cambio generazionale che profuma di anno zero. La mancata qualificazione al Mondiale, una delle tragedie sportive più incredibili degli ultimi anni, rischia di provocare un clamoroso effetto domino: giocatori, dirigenti e addetti ai lavori sono finiti sotto la gogna mediatica e c’è la sensazione che qualcuno ci rimetterà le penne. Che lo voglia o meno.
Tavecchio si è preso 48 ore per riflettere, Ventura è sul lastrico, la Federazione si lecca le ferite e il calcio italiano piange. Niente Mondiali quindi e niente senatori. Riusciremo mai a sostituirli? Forse. Ad ogni modo ci vorranno anni, forse decenni. I protagonisti di Berlino 2006 escono di scena e lo fanno nel modo più triste.
Fra le lacrime di una nazione intera. Fra lo stupore del mondo. La nostra nazionale non qualificata a un Mondiale è come un cielo senza stelle, è come se le stelle dell’Nba non riuscissero a qualificarsi per il Mondiale di Basket, è come se Sebastian Vettel non fosse riuscito a vincere una gara di go-kart con dei bambini.
In Russia non andremo e perderemo i senatori. Ma non tutto il male viene per nuocere. Per toccare il fondo bisogna risalire, e noi italiani ce l’abbiamo sempre fatta. Forza Italia.
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