Amarezza, rassegnazione, orgoglio. A distanza di due giorni, le sensazioni che provano i tifosi nerazzurri sono sempre quelle. Il 17 maggio 1998, Elio componeva una delle canzoni che più ha rappresentato, per noi nerazzurri, il nostro sentimento nei confronti della Juventus: “Ti amo campionato”.
A distanza di vent’anni, l’impressione è sempre la stessa. L’espulsione di Vecino, il diverso metro di giudizio per il fallo di Barzagli, il fallo non fischiato su Cancelo per gomitata di Alex Sandro, il mancato secondo giallo a Pjanic e la gestione generale della partita hanno lasciato l’amaro in bocca e una profonda sensazione di impotenza.
Sia chiaro, l’Inter non merita di andare in Champions League perché Roma e Lazio stanno dimostrando sul campo di meritarlo di più e il black-out da dicembre a marzo pesa come un macigno, certo è che sarebbe stato bello giocare la sfida con la Juventus in undici contro undici. L’arbitro invece ha scelto di espellere Vecino e da lì è nata un’altra partita.
Troppo forte la Juventus (dal punto di vista tecnico c’è un abisso), troppo forte la percezione di un arbitraggio inadeguato che ha condizionato pesantemente la partita.
Non rimane che leccarsi le ferite e accettare il verdetto del campo. Anche se crudele. Anche se ingiusto. Il gol di Higuain ha cancellato la rimonta nerazzurra e consegnato lo scudetto alla Juventus. L’ennesimo scudetto dei veleni. Rimane l’orgoglio di una squadra che ce l’ha messa tutta. E a cui bisogna fare soltanto applausi…
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