Il ritorno del figliol prodigo

Ci sono due splendide notizie che scaldano il cuore dei tifosi neroazzurri nelle ultime settimane: l’Inter è in grande crescita e Gabigol sta per tornare a Milano dal prestito al Santos.

Gabigol mostra spavaldamente i muscoli ad un pubblico del Santos in delirio (questa e le successive foto sono tratte dal curatissimo profilo Instagram del brasiliano, da seguire tassativamente)

Come si fa a non sorridere per il ritorno di uno dei più grandi oggetti misteriosi nella storia recente della Serie A?

In realtà i circa dodici mesi di Gabigol, tornato al Santos dopo le fallimentari esperienze a Milano e in Portogallo, sono stati anche piuttosto positivi: dopo qualche iniziale difficoltà si è sbloccato e ad oggi è a quota 16 reti in campionato, nonostante una stagione molto problematica del club che fu anche di Pelé e di Neymar.

Tuttavia il suo imminente ritorno in maglia neroazzurra già solletica l’immaginazione dei tifosi dell’Inter ma più in generale degli amanti del giuoco del calcio, quindi ecco alcuni scenari del tutto plausibili e per nulla poco seri che è stato piacevole anche solo immaginare.

 

Scenario numero 1: il blog

Gabigol rientra a Milano ma si infortuna circa dopo tre ore nel tentativo di scattarsi un selfie in precario equilibrio su un carrello della spesa nello stesso supermercato set dei sobri festeggiamenti di Fedez e della Ferragni. L’Inter quindi non può girarlo in prestito ma in compenso Gabigol si costruisce in quei mesi la fama di uomo spogliatoio, diventando al contempo un affermato blogger. A fine stagione gli viene rinnovato il contratto per altri cinque anni esclusivamente sulla base della simpatia. Molto belli e invidiati i suoi selfie con Tommaso Berni e i suoi vlog girati con la GoPro.

 

Scenario numero 2: come Baggio

Gabigol rientra a Milano e inizia ad allenarsi con costanza ed umiltà. Nel giro di tre partite si rompono Icardi, Lautaro Martinez e Keita, così il piano di Suning di sottoporlo ad un altro giro di prestiti va a farsi benedire e Gabigol diventa per necessità l’attaccante titolare dell’Inter. Con ben venti gol in diciotto partite conduce l’Inter ad una clamorosa rimonta ai danni della Juventus e del Napoli ma nell’ultima partita di campionato, quella decisiva per le sorti dello Scudetto, Gabigol spara in curva il rigore decisivo, stile Baggio nella finale di USA ’94. L’Inter perde lo Scudetto e Gabigol annuncia l’addio al calcio.

 

Scenario numero 3: il tradimento

Gabigol rientra a Milano e nello spogliatoio dell’Inter viene accolto con qualche sorriso ironico e qualche battutina di troppo: in poche settimane diventa lo zimbello della squadra. La situazione scatena nel giocatore una reazione d’orgoglio che si manifesta nel derby di ritorno in cui Gabigol, entrando dalla panchina al 94′, segna al 97′ il gol vittoria che consente ai neroazzurri di battere il Milan. Poi esulta zittendo i compagni che correvano da ogni parte per abbracciarlo, getta la maglia a terra ed esce dal campo nell’incredulità generale. Il giorno dopo convoca una conferenza stampa in cui manifesta la volontà di giocare nel Milan, asserendo di essere da sempre tifoso rossonero e dichiarandosi disposto a giocare per 1500 euro al mese pur di coronare il suo sogno.

 

Scenario numero 4: la rivincita

Gabigol rientra a Milano, ma già al suo primo allenamento alla Pinetina litiga con Spalletti. “I toscani hanno devastato questo Paese”, le ultime parole del brasiliano prima di sbattere la porta dello spogliatoio. L’Inter decide allora di girarlo in prestito al primo club che si dovesse presentare con un’offerta minimamente credibile: quel club è il Real Madrid, ancora alla ricerca di un sostituto di Cristiano Ronaldo. Gabigol settimana dopo settimana si guadagna la fiducia di Solari e insieme a Vinicius Jr relega in panchina quei due vegliardi di Bale e Benzema. I due fortissimi e stilosissimi brasiliani saranno protagonisti della quarta Champions consecutiva alzata dai Blancos ai danni di un malcapitato Paris Saint-Germain: tricks da FIFA Street per Vinicius Jr che umilia Neymar con una serie di tunnel che sa tanto di passaggio di consegne, ma soprattutto tripletta di Gabigol (di cui un memorabile pallonetto da centrocampo) che provoca l’istantaneo addio al calcio di Buffon a fine partita. Durante i festeggiamenti un commosso Sergio Ramos decide di far alzare la coppa dalle grandi orecchie proprio a Gabriel Barbosa.

 

Scenario numero 5: il sogno

Gabigol rientra a Milano e si mette subito a disposizione di Spalletti. Il tecnico toscano, impressionato dalla dedizione e dalla professionalità dimostrata dal giocatore, chiede ufficialmente alla società di tenerlo come quarto attaccante, convinto che prima o poi possa tornare utile. L’Inter nel frattempo prosegue il suo cammino in Champions League e raggiunge un’insperata finale contro la Juventus. E’ la partita destinata a ridare lustro al calcio italiano, è la finale più sentita nella storia della competizione: il Derby d’Italia decreterà quale squadra avrà la gloria eterna e quale sarà destinata a vessazioni indicibili nei secoli dei secoli. Match bloccatissimo: 0-0 ai tempi regolamentari, si va ai supplementari ma al 117′ Icardi si infortuna e a Spalletti resta un solo cambio ragionevole se vuole tentare di vincere la partita, perché Lautaro, Perisic, Candreva e Keita sono già in campo. Dentro Gabigol, ovviamente. L’Inter sull’onda dell’entusiasmo continua ad attaccare, perfino Cristiano Ronaldo è costretto a dare una mano in difesa: in pieno recupero arriva un cross incredibile di Candreva dalla trequarti, Gabigol si esibisce in una rovesciata da figurine Panini proprio sotto il naso di CR7 e segna il gol vittoria. L’Inter alza la Champions League in faccia agli avversari di sempre, Gabigol guida la parata trionfale per le strade di Milano pompando a palla dal pullman scoperto Hit Mania Dance ’99, viene nominato capitano dell’Inter in una cerimonia nel Duomo allestito coi colori neroazzurri per l’occasione e il successivo dicembre vince il suo primo Pallone d’Oro.

 

 

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