Giuseppe Signori Day, grande giocatore ma piccolo uomo: da Zemanlandia al grande tradimento

La storia che oggi vogliamo proporre è una storia abbastanza complessa, difficile da narrare e ancor più da capire, in quanto controversa e spesso contraddittoria.
E’ una storia che ha inizio 49 anni fa, quando ad Alzano Lombardo, a pochi passi da Bergamo, nasce Giuseppe Signori.

Giuseppe Signori calcia il pallone durante la partita Atalanta-Lazio terminata 2-2 nella stagione 1992-93

Fin da piccolo ha una passione sfrenata per una palla rotonda, che tiene continuamente tra i piedi, calciandola ed esultando ad ogni tiro come se avesse realizzato il gol della vita.
Ed è così che mamma e papà decidono di mandarlo a giocare nei pulcini della squadra locale di calcio.
Crescendo mostra talento e grinta, qualità che lo portano all’età di 13 anni ad entrare nelle giovanili dell’Inter, squadra che lo ha cresciuto e tenuto per 3 anni, senza però concedergli l’esordio in prima squadra.

Nell’Inter non riesce a varcare la soglia della Primavera ed allora decide di spostarsi di qualche kilometro per trovare continuità e fortuna al Leffe, militante in Serie C2.
Durante il suo primo anno, appena sedicenne, vede il campo solamente in 8 occasioni, che gli bastano comunque per mettersi in mostra e realizzare ben 5 reti, che gli valgono la conferma nell’anno successivo, diventando titolare inamovibile della squadra.

Beppe Signori con la maglia del Foggia esulta dopo un gol realizzato nella stagione 1990-91

L’anno seguente passa al Piacenza, per poi trasferirsi al Trento e nuovamente al Piacenza, stavolta però in Serie B. Ha inizio così la scalata di Signori verso la ribalta del grande calcio, che passa soprattutto dal Foggia di Zeman, che ha la possibilità di apprezzarlo durante un Piacenza-Messina, di cui il boemo era allenatore.
Il ragazzo allora viene acquistato dal Foggia per 1,5 miliardi di lire e per la prima volta va lontano da casa.
Zeman si rivela fondamentale per l’esplosione di Signori, che viene trasformato da trequartista a vero centravanti, ruolo che lo porta nella sua prima stagione in Puglia a siglare ben 14 reti, formando il famoso “tridente delle meraviglie” insieme a Baiano e Rambaudi che porta il Foggia in Serie A.

Nella Massima Serie Signori conferma quanto di buono fatto vedere e in 32 partite segna 11 goal. La grande crescita tecnico-tattica del calciatore passa dalle mani e dalla mente del boemo, che lo plasma fisicamente e lo porta ad abituarsi al tiro immediato, che diverrà poi un suo marchio di fabbrica, con il sinistro incrociato uno dei suoi pezzi migliori. Nella stagione 1991-1992 vince il premio Calciatore D’Oro e arriva anche la convocazione in Nazionale, con cui esordisce il 31 maggio 1992 nella USA Cup contro il Portogallo.

Alla fine del campionato viene acquistato dalla Lazio del nuovo patron Cragnotti, che nel frattempo aveva affidato a Zoff la panchina. L’allenatore crede fortemente in Signori, che ripaga la fiducia del tecnico segnando a ripetizione e in ogni modo, che sia in mischia, di potenza, da fuori area o dopo azioni personali dribblando intere difese avversarie, finalizzando con il suo sinistro magico oppure con il destro.

Diventa un idolo della tifoseria e conquista tutti, si laurea capocannoniere della Seria A per ben 3 anni, 1992-1993 (26 gol), 1993-1994 (23 gol) e nel 1995-1996 (24 gol insieme a Igor Protti) e viene premiato 2 volte come capocannoniere della Coppa Italia, nella stagione 1992-1993 (6 gol) e 1997-98 (6 gol), negli anni in cui alla guida della panchina laziale si alternano Zoff e Zeman, allenatore che lo aveva lanciato al Foggia e che ritrova dunque nella capitale.

Roberto Baggio festeggia dopo il gol della vittoria (2-1) su assist di Beppe Signori nei quarti di finale dei Mondiali del ’94 negli Usa, Boston, 9 luglio 1994.

Nel 1994 partecipa alla spedizione dei Mondiali statunitensi con l’Italia di Sacchi e durante i turni eliminatori Beppe è chiamato dal mister ad un grande sacrificio, giocando da laterale, nonostante sia un ruolo per lui inusuale e particolarmente dispendioso.
Contribuisce massicciamente con i suoi assist al raggiungimento della finale, non disputata però per alcune incomprensioni con Sacchi, a cui chiede di poter giocare nel suo ruolo naturale, mostrando disprezzo per il ruolo in cui aveva giocato sino a quel momento. La risposta di Sacchi è molto dura, con Massaro che viene schierato al suo posto e Signori che guarda l’Italia perdere la Coppa del Mondo ai rigori.
In totale Beppe Signori disputerà 28 partite in Nazionale, mettendo a segno 7 reti.

Nella Lazio Signori è ormai un simbolo, un leader, che con la sua grinta trascina la squadra a disputare importanti stagioni, pur non riuscendo a portare la squadra alla conquista di alcun titolo.
E’ il 1995 e la Lazio non naviga in buone acque, economicamente parlando, e c’è da tappare un preoccupante buco nel bilancio. Cragnotti e Geronzi, grande manovratore delle questioni finanziarie romane e alleato di Cragnotti in tanti affari, ricevono un’offerta da ben 25 miliardi di lire dal Parma per avere Signori.

Le questioni di bilancio in una società sono fondamentali e l’importanza che Signori ha acquisito all’interno della squadra non basta a bloccare sul nascere la trattativa e nonostante l’opposizione di Zoff, che nell’occasione minaccia di rassegnare le dimissioni, Cragnotti promette il calciatore alla squadra emiliana, guidata da Nevio Scala.

Una delle scritte apparse davanti agli uffici del presidente Cragnotti durante la protesta dei tifosi laziali per trattenere Signori

A questo punto della storia accade una cosa mia vista prima d’ora, una vera e propria mobilitazione popolare, con interventi disperati nelle radio private e un corteo composto da ben 5 mila tifosi che infiamma le vie di Roma e si reca a piazza Barberini, dove sono collocati gli uffici della Cragnotti & Partners.
Il corteo è animato, protesta mostrando scritte come “Cragnotti Giuda” e lancia fumogeni.
La contestazione viene sedata e nel frattempo Signori fa sentire la sua voce. In quei momenti si trova in vacanza a Rio, ma la paura che la responsabilità ricada su di lui lo spinge a rilasciare alcune dichiarazioni:

Non voglio casini. A Roma sto bene, ho una bambina piccola, non me ne voglio andare. Sono deluso: pensavo di essere in sintonia con questa società, invece hanno fatto tutto loro. E’ assurdo che io sia l’ ultimo a sapere le cose. Comunque deciderò io”.

La vicenda si conclude in una maniera inimmaginabile, con la rabbia ed il furore dei tifosi laziali che riescono ad avere la meglio sulle questioni economiche, “costringendo” Cragnotti a rimangiarsi la parola data e togliere dal mercato Signori, per la felicità di tifosi ed allenatore.
A rassicurare Cragnotti c’è comunque la sicurezza di avere l’ appoggio del Banco di Roma, così da tappare i buchi nel bilancio, sopperendo alla mancata entrata dei 25 miliardi promessi dal Parma.
E’ la primissima volta che il frutto della passione popolare convince un presidente a trattenere un calciatore.

L’annata 1997-98 è una di quelle che rimangono impresse nella mente di Signori: alla guida della Lazio viene chiamato Erikson ed il presidente fa investimenti importanti come la bandiera della Sampdoria, Roberto Mancini, e i centrocampisti Jugović e Almeyda.

Signori con la fascia di capitano della Lazio al braccio nella stagione 1995-96

L’avvio in Coppa Italia è assolutamente fulminante, con addirittura 6 reti in 4 partite per Signori che, nonostante non termini la stagione con la Lazio, riesce lo stesso a conquistare il titolo di capocannoniere del torneo.
Nel corso della stagione Beppe viene sempre più spesso lasciato in panchina e inizia ad accettare sempre meno le decisioni del tecnico, con cui il rapporto è ormai logoro.

La fiamma che fa esplodere la polveriera è rappresentata dall’episodio di Vienna: Eriksson fa riscaldare il bomber per molto tempo, senza però farlo entrare in campo nella partita che vale l’accesso agli ottavi di finale di Coppa UEFA contro il Rapid Vienna.
Dopo quell’episodio, viene decisa la cessione alla Sampdoria, avvenuta nel dicembre del 1997, che lo acquista in comproprietà per 7,5 miliardi.

I tifosi laziali non gli hanno mai perdonato quell’addio e qualcuno, ancora oggi, narra che Beppe Signori ha tradito l’immenso amore dei suoi tifosi scappando nel modo più vile possibile, abbandonando la città di nascosto, nel bagagliaio dell’auto di un caro amico.

Ancor di più i tifosi si sono infuocati contro la loro ex bandiera e capitano quando, nel 2000, pubblica “Una vita da Signori. Autobiografia di Beppe-gol”. Nel suo libro, precisamente a pagina 60, Signori scrive:

C’era una certa differenza tra il tifoso della Lazio e quello della Roma. Il tifoso della Lazio andava all’Olimpico SOLO quando la squadra vinceva, quello della Roma andava all’Olimpico SEMPRE, anche quando la Roma perdeva 3 partite di fila. Nei momenti di difficoltà la gente biancoceleste tendeva a smarrirsi, quella giallorossa si univa, si legava ancora di più alla propria squadra”.

L’esperienza in Liguria è tanto breve quanto fugace, con Signori fisicamente a pezzi e psicologicamente anche.
Nella mente del bomber sembra esserci solamente il dolorosissimo divorzio dalla Lazio, suo grande amore e l’esperienza sotto la Lanterna si conclude con 3 reti realizzate in 17 partite e dopo soli sei mesi.

Beppe Signori abbraccia il suo grande amico, Roberto Baggio, durante la partita di Serie A Bologna-Brescia

Sembra proprio essere il declino di una stella, la cui carriera è giunta ormai al tramonto, ma il direttore sportivo del Bologna e Carlo Mazzone sono dei veri e propri specialisti nel rinvigorire giocatori che sembrano privi di motivazioni e fuori condizione.
La stagione precedente il colpaccio era riuscito con Roberto Baggio, che con i felsinei era risorto atleticamente, disputando una stagione sontuosa, in cui aveva realizzato 22 reti in 30 partite.
Adesso la missione è quella di recuperare Signori, chiamato proprio a sostituire Baggio, venduto all’Inter.
A Bologna Beppe Signori viene sottoposto alle cure del dottor Nanni, che riesce a rigenerare il giocatore.

Beppe perde i kili di troppo, ritrovando velocità e resistenza.
Nel Bologna gioca per 6 stagioni, in cui totalizza 120 presenze e 67 marcature, vincendo nel 1998, un po’ a sorpresa, il premio assegnato dal settimanale Guerin Sportivo.

Nel 2004 Signori vince anche il premio Carriera Esemplare “Gaetano Scirea, ma non rinnova il suo contratto con il Bologna e in estate, da svincolato, partecipa a due amichevoli con la maglia del Milan, aggregandosi alla tournè in Cina.
Il 2004 è anche l’anno in cui decide di lasciare l’Italia dopo 13 stagione disputate in Serie A, con 344 presenze e 188 gol realizzati, che ne fanno il settimo marcatore di tutti i tempi della Massima Serie italiana ed il secondo nella storia della Lazio, alle spalle del leggendario Silvio Piola.

Giuseppe Signori con la maglia del Sopron nella stagione 2005-06

Lascia l’Italia dunque per andare a giocare in Grecia, con la maglia dell’Iraclis, con cui disputa però solamente 5 partite senza realizzare alcun gol, segno evidente di una condizione fisica ormai logora.
L’annata deludente non convince a ritirarsi Beppe che, con orgoglio, prova a rilanciarsi la stagione successiva in Ungheria, giocando per il Sopron dove disputa 9 partite e segna 3 reti.

Quella 2005-06 è l’ultima stagione disputata da calciatore per Beppe Signori, che chiude la sua esemplare carriera sul campo avendo conquistato:

1 Campionato di Serie C
1 Campionato di Serie B
1 Calciatore D’Oro
3 Capocannoniere della Serie A
2 Capocannoniere della Coppa Italia
1 Guerin D’Oro
1 Premio Nazionale Carriera Esemplare “Gaetano Scirea

Dopo il suo ritiro diventa opinionista sia radiofonico che televisivo (con la RAI), per poi diventare consulente della Ternana nel 2008, dimettendosi nel gennaio del 2009. Torna allora a fare l’opinionista nella stagione 2010-2011, questa volta nella squadra opinionisti di Mediaset Premium.

20-06-2011 Bologna,
Conferenza stampa di Giuseppe Signori dopo la cessazione degli arresti domiciliari per lo scandalo calcio-scommesse

Nel 2011 viene coinvolto nelle inchieste per lo scandalo legato alle scommesse, insieme ad altri calciatori e dirigenti. Il 9 agosto 2011 la Commissione disciplinare della FIGC sentenzia 5 anni di squalifica abbinati alla radiazione da qualunque categoria o rango della Federazione, anche se in ambito penale Signori rimane solamente indagato.

La sua carriera sul campo è stata veramente esemplare, ma ci sono della macchie indelebili che pesano sull’uomo, più che sul calciatore. L’addio burrascoso alla Lazio è stato un qualcosa di imperdonabile per i suoi sostenitori, che non si aspettavano un simile tradimento proprio da lui, che tanto avevano difeso e coccolato, dimostrandogli tutto il loro attaccamento, soprattutto nella vicenda che ha portato al suo mancato trasferimento al Parma.
Alcune frasi scritte nel suo libro, anche se certamente fin troppo strumentalizzate, dimostrano il poco rispetto verso il suo passato alla Lazio, accusato da molti tifosi di avercela con la piazza in quanto la squadra dopo il suo addio, ha iniziato a vincere titoli.
La lite con Sacchi è l’ennesima dimostrazione che come persona, vale molto meno che come calciatore e lo scandalo legato alle scommesse non è che la conferma che ha fugato ogni dubbio.

Un calciatore straordinario, con classe enorme dentro al campo, quanta poca ne aveva fuori.
Grande giocatore ma piccolo uomo“. E’ stata l’etichetta che ha contraddistinto gran parte della sua carriera e che tutt’ora Signori si porta dietro.

Come spesso accade però, non bisogna mischiare le faccende extracalcistiche con le gesta sul campo e quindi nessuno può negare a questo magnifico calciatore tutta la gloria che negli anni ha meritato grazie alla sua grinta e dedizione, passione e forza d’animo.

Beppe-Gol esulta dopo un magnifico gol realizzato nel derby contro la Roma nella stagione 1993-94

Questo è il tuo giorno e ciò che oggi tutti gli amanti del calcio dovrebbero dire, è racchiuso semplicemnte in 4 parole: TANTI AUGURI BEPPE-GOL!

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