Mentre il campionato del mondo di quest’anno si avvia a vivere le ultime due emozionati tappe di un viaggio lunghissimo, iniziato lo scorso mese di marzo, nell’ambiente della Formula 1 si comincia già a programmare quello che sarà il futuro dello sport a quattro ruote per eccellenza; in particolar modo, si pensa a come riavvicinare i tifosi ad un ambiente che, nel corso del tempo, ha perso molto di quell’appeal che, in passato, lo ha reso così popolare e amato. Da questo punto di visto, una delle idee maggiormente cavalcate è quella di trovare nuovi scenari in cui far sfrecciare i bolidi; una sorta di rinnovamento, pensato per abbracciare un bacino di utenza sempre nuovo e multietnico.
E’ il caso delle gare di Singapore, della Corea del Sud, di Abu Dhabi, dell’India o del prossimo gran premio, quello che si correrà nel fine settimana sul nuovissimo circuito di Austin, in Texas; tentativi di “esplorare” nuove realtà che, tuttavia, non sempre hanno risposto alle attese degli organizzatori, ma che, evidentemente, rappresentano nuovi confini per uno sport ormai totalmente globalizzato. In tal senso, all’orizzonte si staglia un nuovo potenziale sito in cui poter gareggiare nel corso di qualche anno. E’ Rio de Janeiro; sì, è vero, al momento esiste già un GP del Brasile che si corre sul circuito di Interlagos e che, da tradizione, chiude il mondiale.
L’idea di una seconda gara brasiliana è arrivata direttamente dal sindaco della città del Sud America, Eduardo Paes, il quale, senza mezzi termini ha dichiarato: “Siate pronti San Paolo (nei pressi della quale sorge il circuito di Interlagos, n.d.r.) perché ho intenzione di rubarvi la Formula 1”; una sorta di scontro fratricida per accaparrarsi un gran premio evidentemente ambito. Del resto, Rio de Janeiro è già stato teatro di tre edizioni della corsa, nel 1978, nel 1981 e nel 1989, gare svoltesi sul circuito di Jacarepaguà. Ora ecco la nuova proposta, con un autodromo nuovo di zecca da costruirsi entro il 2015 presso Deodoro. La sfida di Rio è stata lanciata, ora la palla passa a Bernie Ecclestone, chiamato a valutare l’effettiva bontà di un progetto del genere.
Michele Pannozzo
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