F1 Stati Uniti 2017 – Anteprima ed Orari Diretta TV

Lasciata alle spalle la lunga trasferta tra Sud-Est Asiatico ed Estremo Oriente, il Mondiale 2017 di Formula 1 entra nella sua parte finale, iniziando il trittico di gare che porterà team e piloti da nord a sud del continente americano. Il Circuit of the Americas di Austin ospiterà la 39.esima edizione del Gran Premio degli Stati Uniti, nonché 17.esima prova di questa stagione. Dopo gli ormai arcinoti guai che hanno azzoppato le Ferrari, e Sebastian Vettel in particolare, tra Singapore e Suzuka, in Texas sia Lewis Hamilton che la Mercedes avranno a disposizione il primo match-point per incamerare rispettivamente il quarto titolo piloti ed il quarto costruttori (nel caso della scuderia di Brackley consecutivo). Il Cavallino, sperando in un weekend finalmente libero da inconvenienti, proveranno almeno a rimandare i festeggiamenti dei rivali. Esaltati dagli ultimi risultati, non possono essere esclusi dalla bagarre i due della Red Bull, che su un circuito come Austin potrebbero mostrare una volta di più i progressi compiuti negli ultimi tempi.

Suggestiva vista dall’alto del circuito di Austin (foto da: seatingchartview.com)

F1 GP STATI UNITI 2017: IL CIRCUITO DI AUSTIN

Ideato dallo studio di Hermann Tilke ed inaugurato il 21 Ottobre 2012, con Mario Andretti a compiere i primi giri al volante della Lotus 79 con la quale si laureò Campione nel 1978, il Circuit of the Americas di Austin è sito ad Elroy, nella periferia sud-est della città texana. Completato al termine di un iter partito il 27 Luglio 2010, il circuito misura 5.513 m, per un totale di 20 curve (8 a destra e 12 a sinistra). Circuito medio-veloce, Austin presenta come caratteristiche peculiari accentuati dislivelli altimetrici, la presenza di curve di diverso tipo, perlopiù ispirate a sezioni famose di altri circuiti, e la carreggiata che, in più di una staccata, si allarga, con l’intento di fornire ampie scelte di traiettoria per favorire i sorpassi. Ciò che più balza all’occhio, di questo tracciato, è la particolarità della prima curva: ispirata alla Spielberg-Auspuffkurve di Zeltweg, i piloti affrontano una ripida salita (ben oltre il 10% di pendenza), trovando in cima una curva a gomito a sinistra, seguita da un’immediata discesa, che porta ad affrontare curva 2 (a destra). Dopo un allungo, si entra nella zona del circuito di sicuro più spettacolare ed apprezzata dai piloti, ovvero la veloce sezione 3-4-5 (sinistra-destra-sinistra ispirato alla Maggots-Becketts-Chapel di Silverstone), seguita dal lungo curvone destrorso 6, e dal sinistra-destra 7-8, che dovrebbe ricordare la “S do Senna” di Interlagos.

Il layout del COTA (foto da: en.espnf1.com)

Dopo aver affrontato curva 9 (a 90° a sinistra), si torna a salire velocemente, per poi scollinare in corrispondenza della veloce curva 10 e giungere, dopo un breve rettilineo in discesa, al tornantino (curva 11), posto nuovamente in salita. Quindi, i piloti si lanciano sul lunghissimo rettilineo di un chilometro (ondulato all’inizio e in discesa alla fine) che conduce alla staccata di curva 12, piega a sinistra a 90°. Un ulteriore breve rettilineo porta ad una sezione abbastanza tortuosa, che nella mente degli ideatori dovrebbe ricordare lo Stadium di Hockenheim: dopo curva 13 e 14 (entrambe a destra e medio-lente), i piloti devono affrontare un punto insidioso e di non facile interpretazione, ovvero la doppia a sinistra formata dalle curve 15-16, nel quale non è semplice trovare il punto di corda. In uscita si torna leggermente a salire verso la replica della famosa “curva 8” dell’Istanbul Park, qui un’interminabile curvone a destra con quattro punti di corda (curva 17-18), seguito subito dopo da un allungo in discesa che porta alle ultime due curve (19 e 20), entrambe a sinistra ed entrambe a 90°, dopo le quali si torna sul rettilineo dei box.

F1 GP STATI UNITI 2017: IL PRONOSTICO

La caterva di guai che hanno tartassato Sebastian Vettel e la Ferrari nelle ultime gare hanno pesantemente indirizzato un Mondiale che, al momento, per il Cavallino si risolve in un grosso ‘what if‘, tutta una serie di se e ma che hanno accompagnato ed accompagneranno la Scuderia da qui a tutto l’inverno. Austin rappresenta l’ultimissima spiaggia per il lumicino di speranza (utopistico sinceramente) che alimenta gli animi del tedesco e di tutti i ferraristi. La realtà è che Lewis Hamilton e la Mercedes, su un circuito che eccetto il 2013 si è rivelato un feudo per entrambi, avranno la prima chance di chiudere entrambi i discorsi.

Lewis Hamilton lancia in aria il trofeo del vincitore a Suzuka. L’inglese può vincere il Mondiale già ad Austin, questo weekend (foto da: bostonherald.com)

Il pilota inglese vanta 59 punti di vantaggio sul rivale tedesco. Per cingersi della corona iridata per la quarta volta e con tre gare d’anticipo, Lewis dovrebbe vincere, con Sebastian massimo 6°; se dovesse finire 2°, Vettel non dovrebbe andare oltre il 9° posto. Un eventuale 3° posto, invece, non basterebbe a chiudere il discorso, nemmeno in caso di altro ‘0’ di Vettel. Più semplice il ragionamento riguardante la Mercedes nel Costruttori. Vantando la bellezza di 145 punti di margine sulla Ferrari, al team anglo-tedesco basterà non perdere più di 16 punti nel confronto con il team italiano. Per fare un esempio, dovessero Seb e Kimi ottenere una doppietta, ai Mercedes basterà arrivargli immediatamente alle spalle (3° e 4°) per stappare lo champagne. A quel punto rimarrebbero 129 punti di distacco e, pur se nelle ultime tre gare la Ferrari annullasse il gap (tre doppiette e tre zeri), comunque la Mercedes avrebbe vinto più gare complessivamente.

Lewis Hamilton è il grande favorito ad Austin. L’inglese sta vivendo un momento magico, abbinando velocità estrema al sabato e capacità di gestione la domenica, sfruttando al massimo i regali degli avversari ed evitando rischi quando occorre. Come se non bastasse, Hamilton è praticamente di casa al COTA, vincendo in quattro edizioni su cinque, con un tre su tre sia come successi che come pole per la Mercedes nell’era ibrida. Vero, Lewis ha sottolineato di non volersi assumere rischi stupidi; ma tutto fa presagire che sarà uno dei protagonisti indiscussi del weekend. Restando in Mercedes, uno sguardo va rivolto anche a Valtteri Bottas. Ultimamente in grossa difficoltà, soprattutto nel confronto con il team mate, il finlandese avrà la spinta extra derivante dalla vicinanza rispetto alla seconda posizione di Vettel, distante soli 13 punti.

E passiamo alla Ferrari. Questo weekend, come i prossimi di Città del Messico, Interlagos ed Abu Dhabi, saranno molto importanti soprattutto in ottica 2018. La delusione per quello che è successo tra Singapore e Suzuka è tanta, così come la consapevolezza di essersi lasciati sfuggire dalle mani un campionato che poteva finire molto diversamente. Ma a Maranello la voglia di lottare non si è affatto sopita e l’imperativo per queste ultime uscite dev’essere di vincere quante più gare possibile, sperando che il conto dei problemi si sia esaurito in Giappone. La macchina c’è ed è molto veloce; i piloti, Vettel in primis, pure. Chiudere bene il 2017 per lanciarsi al meglio per il 2018, mettendo anche paura alla corazzata anglo-tedesca, è un obiettivo fattibile e da conseguire.

Sebastian Vettel dovrà andare all’attacco e vincere, per evitare che Hamilton festeggi già al COTA il suo quarto titolo iridato (foto da: f1fanatic.co.uk)

Clima diverso, dal disteso al raggiante, in casa Red Bull. Le ultime gare, al netto dei problemi ferraristi (innegabili), hanno evidenziato comunque una RB13 in netta crescita, che in alcune circostanze è parsa addirittura alla pari se non leggermente meglio della Mercedes (nelle situazioni in cui era la Ferrari ad essere per distacco la migliore). Max Verstappen e Daniel Ricciardo, quest’ultimo con velleità di assalto al podio mondiale (-42 da Bottas), sono usciti molto ringalluzziti dal trittico asiatico e punteranno a rompere decisamente le scatole anche nelle Americhe. Allargando lo sguardo al resto della griglia, la Force India è la solita favorita nel ruolo di quarta forza, mentre un folto gruppo si giocherà la top-10, ovvero i padroni di casa della Haas, le Williams, le McLaren, le Renault e le Toro Rosso. I riflettori saranno puntati soprattutto sulle ultime due, dato che avremo l’esordio di Carlos Sainz al volante della R.S.17 e, in Toro Rosso, il debutto assoluto del neozelandese Brendon Hartley, che sostituisce Pierre Gasly, in Giappone per l’ultimo appuntamento della Super Formula.

F1 GP STATI UNITI 2017: ORARI TV

Il Gran Premio degli Stati Uniti sarà visibile in diretta sia su satellite, ovvero Sky Sport F1 HD, che in chiaro, sulle reti Rai.

F1 GP STATI UNITI 2017 SKY E RAI (DIRETTA CONTEMPORANEA)

Venerdì 20 Ottobre 2017

Prove Libere 1: 17:00 – 18:30 (Sky Sport F1 HD e Rai Sport HD)
Prove Libere 2: 21:00 – 22:30 (Sky Sport F1 HD e Rai Sport HD)

Sabato 21 Ottobre 2017

Prove Libere 3: 18:00 – 19:00 (Sky Sport F1 HD e Rai Sport HD)
Qualifiche: 23:00 (Sky Sport F1 HD e Rai 2)

Domenica 22 Ottobre 2017

Gara: 21:00 (Sky Sport F1 HD e Rai 1)

F1 GP STATI UNITI 2017: PNEUMATICI E METEO

La Pirelli, per l’appuntamento del Circuit of the Americas, porterà le mescole più morbide tra quelle disponibili, ovvero Ultrasoft (rosa e non viola per l’occasione, ne parleremo a parte), Supersoft e Soft. In questa occasione, tutti e tre i top team avranno a disposizione lo steso numero di pneumatici con spalla viola, differenziandosi leggermente con le altre. Sebastian Vettel, i due della Red Bull e Valtteri Bottas potranno scegliere 7 US, 4 SS e 2 S, come anche gli scandinavi Marcus Ericsson e Kevin Magnussen. Scelta un pelo più aggressiva per Kimi Raikkonen, con 7 US, 5 SS e 1 S, imitato da Romain Grosjean. Per Lewis Hamilton, invece, 7 US, 3 SS e 3 S, come lui Pascal Wehrlein. Con 8 treni di US, 3 SS e 2 S troviamo i piloti di Force India, Toro Rosso e Renault. Con 9 US, 3 SS e 1 S, invece, abbiamo Lance Stroll e Stoffel Vandoorne. I rispettivi compagni di squadra si differenziano leggermente: 9 US, 2 SS e 2 S sia per Felipe Massa che per Fernando Alonso.

I treni di pneumatici Pirelli scelti dai piloti per il Gran Premio degli Stati Uniti (foto da: allsport-news.net)

Per Austin abbiamo nominato mescole di uno step più morbido rispetto al passato” – ha commentato Mario Isola, responsabile Car Racing Pirelli – “Questo fattore dovrebbe portare a un abbassamento dei tempi sul giro, continuando così la tendenza che si è vista nel corso di questa stagione. I pneumatici P Zero Purple ultrasoft debutteranno su questo circuito e solo per questa gara saranno di colore rosa per supportare la fondazione Susan G.Komen®.  Anche a causa del meteo variabile, quella di Austin è una delle gare più difficili in termini di strategia, che potrebbe comprendere tutte e tre le mescole, con la soft che rappresenta anch’essa una valida alternativa in gara“.

La preview Pirelli del Gran Premio degli Stati Uniti 2017 (foto da: twitter.com)

Circuito dal carico aerodinamico medio, Austin è molto esigente con gli pneumatici. In primis per le variazioni di temperatura, poiché è capitato nelle scorse edizioni di avere escursioni termiche anche di una ventina di gradi tra una sessione e l’altra. Quindi per le sollecitazioni laterali, provocate dalle tante curve in appoggio presenti. Il livello di grip ed abrasività dell’asfalto è anch’esso medio, mentre la presenza di tre lunghi rettilinei porta gli pneumatici a raffreddarsi e a rendere più ostiche le frenate. Sotto quest’ultimo aspetto, la pista presenta un tasso di difficoltà medio, con la frenata più impegnativa che è quella di curva 12, in fondo al rettilineo più lungo del tracciato. Passiamo al meteo, che potrebbe riservare sorprese, soprattutto domenica. Si comincia venerdì con cielo parzialmente nuvoloso, qualche sporadica chance di pioggia a metà giornata (25%) e temperature alte, sui 30 C°. Sabato è prevista pioggia per la PL3, mentre le qualifiche dovrebbero essere asciutte, con cielo poco o parzialmente nuvoloso e temperature sui 28 C°. Per quanto riguarda domenica, si prevede meteo variabile, con temperature sempre sui 28 C°. Le probabilità di pioggia, però, ci sono (tra il 50 ed il 60%) e riguardano praticamente tutta la mattinata, fino all’orario d’inizio del gran premio.

F1 GP STATI UNITI: ALBO D’ORO

Come tutta la storia della Formula 1 negli States, anche il Gran Premio degli Stati Uniti ha avuto un rapporto abbastanza complicato con il Circus, oltre ad aver cambiato per ben 8 volte sede. In origine fu lo storico circuito di Sebring, nel 1959, per poi spostarsi l’anno dopo in California, a Riverside. Nel 1961 si sbarca in quella che per un ventennio buono è la casa della Formula 1 negli Stati Uniti, ovvero Watkins Glen, circuito tanto bello quanto pericoloso che ospita l’evento fino al 1975. Esaurita la parentesi con i Gran Premi degli Stati Uniti Est ed Ovest (1976-83), la denominazione ufficiale ritorna al fianco del Gran Premio di Dallas del 1984, mentre è Detroit la sede della gara dal 1985 al 1988, per poi lasciare il testimone a Phoenix, nel triennio 1989-91. Dopo quasi un decennio di assenza, si torna negli States nel 2000, avendo come scenario il mitico catino d’Indianapolis, pur usando un circuito ricavato al suo interno. Chiusa anche questa parentesi nel 2007, il Circus viene ospitato dal 2012 dal COTA di Austin.

Michael Schumacher taglia vittorioso il traguardo del Gran Premio degli Stati Uniti 2000 ad Indianapolis. Insieme a Senna e Hamilton, il tedesco vanta 5 vittorie in questa gara (foto da: popleposition.wordpress.com)

I piloti più vincenti nel Gran Premio degli Stati Uniti, tutti con 5 vittorie, sono Ayrton Senna, Michael Schumacher e Lewis Hamilton, con il brasiliano che guida anche la classifica relativa alle pole position (anche qui 5) mentre il tedesco è il pilota con più podi (7). Un altro tedesco, Sebastian Vettel, comanda la classifica dei giri record (4). Passando ai team, la scena se la spartiscono Lotus e Ferrari. La scuderia che fu di Colin Chapman comanda per quanto riguarda vittorie e pole position (10 in entrambi i casi). La Ferrari, dal canto suo, primeggia per giri record (10) e podi totali (22).

(1959) – Sebring – Bruce McLaren (NZL, Cooper-Climax)

(1960) – Riverside – Stirling Moss (GBR, Lotus-Climax)

(1961) – Watkins Glen – Innes Ireland (GBR, Lotus-Climax)

(1962) – ” ” – Jim Clark (GBR, Lotus-Climax)

(1963) – ” ” – Graham Hill (GBR, BRM)

(1964) – ” ” – Graham Hill (GBR, BRM)

(1965) – ” ” – Graham Hill (GBR, BRM)

(1966) – ” ” – Jim Clark (GBR, Lotus-BRM)

(1967) – ” ” – Jim Clark (GBR, Lotus-Ford Cosworth)

(1968) – ” ” – Jackie Stewart (GBR, Matra-Ford Cosworth)

(1969) – ” ” – Jochen Rindt (AUT, Lotus-Ford Cosworth)

(1970) – ” ” – Emerson Fittipaldi (BRA, Lotus-Ford Cosworth)

(1971) – ” ” – François Cevert (FRA, Tyrrell-Ford Cosworth)

(1972) – ” ” – Jackie Stewart (GBR, Tyrrell-Ford Cosworth)

(1973) – ” ” – Ronnie Peterson (SWE, Lotus-Ford Cosworth)

(1974) – ” ” – Carlos Reutemann (ARG, Brabham-Ford Cosworth)

(1975) – ” ” – Niki Lauda (AUT, Ferrari)

(1984) – Dallas – Keke Rosberg (FIN, Williams-Honda)

(1985) – Detroit – Keke Rosberg (FIN, Williams-Honda)

(1986) – ” ” – Ayrton Senna (BRA, Lotus-Renault)

(1987) – ” ” – Ayrton Senna (BRA, Lotus-Honda)

(1988) – ” ” – Ayrton Senna (BRA, McLaren-Honda)

(1989) – Phoenix – Alain Prost (FRA, McLaren-Honda)

(1990) – ” ” – Ayrton Senna (BRA, McLaren-Honda)

(1991) – ” ” –  Ayrton Senna (BRA, McLaren-Honda)

(2000) – Indianapolis – Michael Schumacher (GER, Ferrari)

(2001) – ” ” – Mika Hakkinen (FIN, McLaren-Mercedes)

(2002) – ” ” – Rubens Barrichello (BRA, Ferrari)

(2003) – ” ” – Michael Schumacher (GER, Ferrari)

(2004) – ” ” – Michael Schumacher (GER, Ferrari)

(2005) – ” ” – Michael Schumacher (GER, Ferrari)

(2006) – ” ” – Michael Schumacher (GER, Ferrari)

(2007) – ” ” – Lewis Hamilton (GBR, McLaren-Mercedes)

(2012) – Austin – Lewis Hamilton (GBR, McLaren-Mercedes)

(2013) – ” ” – Sebastian Vettel (GER, Red Bull-Renault)

(2014) – ” ” – Lewis Hamilton (GBR, Mercedes)

(2015) – ” ” – Lewis Hamilton (GBR, Mercedes)

(2016) – ” ” – Lewis Hamilton (GBR, Mercedes)

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