La situazione in Williams è decisamente complicata. E a Barcellona se ne sono accorti praticamente tutti. La scuderia di Grove, emblema delle nobili decadute in Formula 1, per non meglio precisati motivi (c’è chi parla di difficoltà economiche, altri ‘semplicemente’ di dilettantismo organizzativo, inconcepibile a questi livelli e per un team come Williams) ha dapprima saltato il programmato filming day, quindi si è frettolosamente presentata in pista con la FW42 soltanto il pomeriggio di mercoledì, terzo giorno di test, mettendo assieme in un giorno e mezzo la miseria di 88 giri.
Se il rookie George Russell ha fatto più che altro buon viso a cattivo gioco, decisamente diversa la reazione di Robert Kubica, che ha faticato a nascondere il proprio disappunto una volta presentatosi ai microfoni dei giornalisti. Un Kubica che si aspettava tutt’altro per un ritorno dopo nove anni che è una delle storie più belle del Mondiale 2019, ma che rischia di trasformarsi in un calvario, a causa di una monoposto che pare cominciare già molto indietro rispetto a quelle che dovrebbero essere le rivali.
“Tutti avete visto com’è la nostra situazione. Non ideale” – ha commentato Kubica – “Abbiamo fatto delle prime prove per vedere che tutto stesse insieme, ma al momento la preoccupazione è sulle ripercussioni che potrà avere questo ritardo. Io faccio il pilota, nel team ognuno deve fare il suo. Sono 8 anni che non corro in Formula 1 e ho bisogno di girare e prepararmi. Ho completato solo dodici giri per così dire tirati, e la mia mattinata in pista non è stata ovviamente delle più semplici. Per noi l’ultimo giorno di prove è stato in realtà il primo“.
“Sarebbe ovviamente stato meglio poter testare a fondo la monoposto, anche perché Melbourne è dietro l’angolo. Ma la situazione è questa e dobbiamo adattarci e continuare a lavorare” – continua il polacco – “Se la FW42 sia un passo in avanti rispetto a quella 2018? In un certo senso lo è, ma dobbiamo capire dove sono gli altri. Il nostro punto di partenza non era certo dei migliori, quindi per recuperare terreno siamo chiamati a fare un passo avanti maggiore dei nostri avversari diretti. In caso contrario ci ritroveremmo esattamente allo stesso punto. Con quel poco che abbiamo, però, non possiamo azzardare paragoni e dobbiamo aspettare per forza la prossima settimana“.
Kubica sottolinea quanto dura sia stato aspettare così tanto senza poter far nulla: “Non ho mai atteso così tanto per percorrere una dozzina di giri. Sono qui da oltre una settimana, ma l’attesa non è stata dura solo per me, ma per tutto il team. Alla fine la monoposto è arrivata, e ci sono persone che hanno lavorato senza sosta per provare a recuperare il ritardo. Se proprio voglio vedere il lato positivo di questa situazione, allora dico che i problemi è meglio averli ora piuttosto che nel corso della stagione“.
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