F1, il pagellone del 2016

La Formula 1 ha archiviato il suo 67° campionato da una decina di giorni, con il finale emozionante di Yas Marina, che ha incoronato Nico Rosberg per la prima volta in carriera Campione del Mondo. Il tedesco ha avuto la meglio su Lewis Hamilton, bicampione in carica, in una corsa a tappe lunga 21 appuntamenti, con la Mercedes che ha perpetrato il suo dominio in modo inconstestabile. Alle spalle delle Frecce d’Argento, lavora per tornare al top la Red Bull di Ricciardo e del baby fenomeno Verstappen, volto nuovo e discusso, in tutti i sensi, del Circus. La Ferrari ha fatto il passo del gambero, con un Raikkonen nuovamente consistente e un Vettel molto nervoso e falloso. Dietro i big, applausi alla Force India, mentre hanno deluso la Williams e, in buona sostanza, la McLaren. Questi ed altri sono i temi che andiamo a sviluppare nel nostro pagellone della stagione 2016.

Nico Rosberg, portato in trionfo dai suoi meccanici a Yas Marina (foto da: elvenezolanosnews.com)

Nico Rosberg, portato in trionfo dai suoi meccanici a Yas Marina (foto da: elvenezolanosnews.com)

 

NICO ROSBERG, VOTO 10: Hamilton è e resta più forte e dotato di lui. Ma questo Mondiale, arrivato a 31 anni e dopo varie stagioni passate all’ombra dell’ingombrante compagno di team, è assolutamente meritato. Un premio alla costante voglia di Nico di migliorarsi, di provare ad arrivare con il lavoro, la concentrazione e tanta lucidità (mostrata in particolare nelle ultime gare, Yas Marina soprattutto). Non ha vinto più gare (9 contro le 10 di Lewis), nè ha fatto più pole (8 a 12). Ma il figlio di Keke ha fatto della costanza la sua arma principale, con una sola gara senza punti, a Barcellona, caratterizzata dal discusso contatto con Lewis in curva 4. La grande sfida, per Nico, sarà provare a confermarsi.

La gioia di Nico in un salto dalla sua W07 (foto da: f1blogg.teknikensvarld.se)

La gioia di Nico in un salto dalla sua W07 (foto da: f1blogg.teknikensvarld.se)

LEWIS HAMILTON, VOTO 8: Non sempre i più forti vincono. E’ questa la lezione che il 2016 reca ad un Lewis Hamilton che ha fatto, sta facendo e farà fatica a digerire l’esito del duello iridato con Nico Rosberg. Il pilota di Stevenage si sente il più forte, probabilmente, al momento, potrebbe anche esserlo. Ma ciò non implica che per lui, la vittoria debba essere un dato di fatto. L’affidabilità è stata un fattore importante (Sepang docet), ma non determinante al 100%. Lewis ci ha messo anche del suo, tra errori in partenza e gare svagate, condotte non con la sua consueta grinta. Le poco velate accuse di boicottaggio al team, poi, sinceramente non si possono più sentire. Soprattutto se, da quando veste la tuta della Mercedes, hai ottenuto 32 vittorie, 55 podi, 35 pole, 19 giri record e due Mondiali. Detto ciò, il prossimo anno dovremmo vedere un Hamilton con gli occhi della tigre, desideroso di riaffermare la propria supremazia.

Nonostante abbia ottenuto più vittorie e pole di Rosberg, Lewis Hamilton è stato costretto ad abdicare (foto da: info7.mx)

Nonostante abbia ottenuto più vittorie e pole di Rosberg, Lewis Hamilton è stato costretto ad abdicare (foto da: info7.mx)

MERCEDES, VOTO 10: Poco da dire o da aggiungere a quanto affermato in questi mesi. Il team di Brackley ha prodotto l’ennesima macchina da guerra, la W07, con grande probabilità la macchina più vincente di sempre nella storia della Formula 1. Le statistiche stanno lì a dimostrarlo: 19 vittorie, 8 doppiette, 20 pole e 14 prime file interamente occupate. Un dominio assoluto, sotto ogni punto di vista. La gestione dei piloti, poi, è stata tutto sommato positiva, nonostante il clima difficile tra Nico e Lewis e gli screzi di Yas Marina.

DANIEL RICCIARDO, VOTO 8,5: Il primo degli umani, o per meglio dire con una monoposto più di questo pianeta. Dopo un 2015 così così e un avvio non facile, nel quale sembrava subire non poco l’esuberanza di Verstappen, il ragazzo tutto sorriso e piede pesante di Perth si è dato una mossa di pari passo con la crescita della RB12, inanellando un’ottima seconda fase di campionato, pur se in leggero calo nelle ultime uscite. La vittoria di Sepang è una gioia meritata, dopo oltre due anni di digiuno, anche se il rammarico per la vittoria di Monaco (con pole) gettata al vento per il disastro del box resta. Tirando le somme, Ricciardo (8 podi totali) è tornato il pilota che ci ha fatto tanto divertire due annate fa, con la prospettiva di fare il salto di qualità e candidarsi seriamente per il titolo.

Daniel Ricciardo torna alla vittoria dopo oltre due anni a Sepang, festeggiando con l'ormai tipico gesto dello "shoey" (foto da: f1fanatic.co.uk)

Daniel Ricciardo torna alla vittoria dopo oltre due anni a Sepang, festeggiando con l’ormai tipico gesto dello “shoey” (foto da: f1fanatic.co.uk)

MAX VERSTAPPEN, VOTO 9: La sensazione del 2016, senza giri di parole! Nel bene o nel male, Max ha fatto parlare tanto di sè, consumare tonnellate d’inchiostro (e tastiere), accapigliare fan e detrattori. E’ il volto nuovo del Circus, il predestinato, che come tale irrompe nel consesso, pestando i piedi, dando fastidio e stupendo tutti. La vittoria di Barcellona, alla prima in Red Bull, e la super gara sul bagnato di Interlagos sono le sue gemme più splendenti, unite ad altri 5 podi. Il rovescio della medaglia (fino ad un certo punto però) è il suo carattere: arrogante, spaccone, egocentrico, una faccia da schiaffi insomma. C’entra molto l’ambiente in cui è cresciuto. Ma diciamocela tutta, Senna e Schumi, giusto per citarne due, in che modo hanno fatto il loro ingresso in questo sport? La risposta, credo, sia ovvia. Max o lo si ama o lo si odia, non si scappa. Ma il talento, il manico, quello sì, è fuori discussione. Vedremo se sboccerà definitivamente.

Barcellona 2016. Alla prima gara in Red Bull, Verstappen diventa il più giovane vincitore di sempre in Formula 1. Il prologo di una stagione vissuta sempre sotto i riflettori (foto da: corriere.it)

Barcellona 2016. Alla prima gara in Red Bull, Verstappen diventa il più giovane vincitore di sempre in Formula 1. Il prologo di una stagione vissuta sempre sotto i riflettori (foto da: corriere.it)

RED BULL, VOTO 8,5: Parlando con gergo NBA, al team di Mateschitz andrebbe il MIP, acronimo che sta per Most Improved Player (Giocatore più migliorato). Comincia l’anno sulla falsariga del 2015, lontano da Mercedes e Ferrari, in bagarre con Williams, Force India e, a tratti, anche con la sorellina Toro Rosso. Sin da subito, però, gli step di sviluppo, in primis di propulsore, funzionano alla grande, permettendo alla RB12 di recuperare velocemente posizioni su posizioni, fino al clamoroso sorpasso sulla Ferrari, concretizzatosi subito prima della pausa estiva. Diventata prima inseguitrice delle Frecce d’Argento, la Red Bull ha continuato a lavorare, candidandosi nel 2017, con la prossima rivoluzione tecnica, nuovamente nel ruolo di prima attrice. Nota di merito per la questione Kvyat-Verstappen: in tanti, me compreso, criticarono quella mossa di Marko. Il mondo Red Bull è spietato, a tratti sportivamente disumano. Ex post, però, hanno avuto ancora ragione loro. 

SEBASTIAN VETTEL, VOTO 6,5: Una stagione difficile, per colui che è chiamato a riportare Maranello al top. Seb paga le alte aspettative invernali, accorgendosi presto come la realtà fosse ben diversa e molto meno idilliaca del previsto. Il successivo calo prestazionale della SF16-H ha reso il tedesco, oltre che molto nervoso (con l’apice toccato a Città del Messico, con il clamoroso sfogo in mondovisione nei riguardi di Whiting), anche molto incline all’errore, provocato anche dalla voglia di strafare, di non arrendersi all’evidenza. Il grintoso finale di Yas Marina dev’essere il punto di partenza per un 2017 nel quale Vettel, che non si è trasformato in un brocco tutto d’un tratto, sarà chiamato a riscattarsi.

Un 2016 quasi totalmente da dimenticare per Sebastian Vettel (foto da: autoportal.iol.pt)

Un 2016 quasi totalmente da dimenticare per Sebastian Vettel (foto da: autoportal.iol.pt)

KIMI RAIKKONEN, VOTO 8: Per il finnico, invece, il discorso è diverso. Nonostante in tanti lo giudichino un pilota finito, criticando la Rossa per averlo confermato anche nel 2017, ha fatto il suo. Certo, rispetto ad una decina d’anni fa, il Kimi di oggi credo non sia paragonabile. La sua annata, comunque, va giudicata in maniera molto positiva, essendo stato veloce e costante, a tratti davvero ringiovanito, oltre ad essere stato finalmente competitivo nel confronto interno al box di Maranello, che negli ultimi due anni lo aveva visto pesantemente perdente. Ecco, possiamo dire che Raikkonen, in una stagione di acque molto agitate in casa Ferrari, sia stato una delle poche ancore alle quali aggrapparsi.

Un Kimi Raikkonen convincente e a tratti davvero ringiovanito, si è guadagnato la riconferma in Ferrari (foto da: f1fanatic.co.uk/XPB Photo)

Un Kimi Raikkonen convincente e a tratti davvero ringiovanito, si è guadagnato la riconferma in Ferrari (foto da: f1fanatic.co.uk/XPB Photo)

FERRARI, VOTO 4: Un disastro. Non può essere definita altrimenti la stagione della Scuderia. Non foss’altro che per il fatto di aver strombazzato per tutto l’inverno di essere pronti a battagliare, se non battere la Mercedes, per poi trovarsi terza forza della griglia, superati anche dalla Red Bull. L’enigmatico addio di James Allison, maturato dopo il suo defilarsi seguito alla morte della moglie, è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso, lasciando la squadra senza una guida; elemento poi pagato a carissimo prezzo sotto l’aspetto degli sviluppi. La SF16-H, nettamente seconda forza in avvio, ha fatto il gambero con il proseguire del campionato, lasciando un orribile senso di deja-vù ai tifosi. L’affidabilità ha latitato, con il turbo (all’inizio) e il cambio (per tutto l’anno) come elementi più fragili. Come se non bastasse, spesso e volentieri ci si è messo di mezzo anche il muretto, con strategie discutibili o, all’opposto, troppo conservative, che hanno vanificato potenziali ottimi risultati (Canada con Vettel su tutte). Nel 2017, la rivoluzione tecnica può si dare molte speranze, ma può anche nascondere tonfi dai quali è difficile ripartire. In Ferrari il clima non è dei migliori, per usare un eufemismo. Ma la speranza, come si suol dire, è l’ultima a morire.

SERGIO PEREZ, VOTO 8: Sempre al traguardo, per il messicano il 2016 ha rappresentato l’anno della consacrazione ad alti livelli, mostrando in più occasioni di meritare un top team. Due volte sul podio (3° a Monaco e a Baku), Checo ha impressionato per costanza e velocità, trascinando la Force India al 4° posto nei costruttori e battendo più volte Nico Hulkenberg. Nel 2017 rimarrà ancora con Mallya. Poi, chissà…

La felicità di Sergio Perez, 3° nel Principato. Con Hulkenberg, il messicano ha condotto la Force India ad uno storico 4° posto Costruttori (foto da: sports.ndtv.com)

La felicità di Sergio Perez, 3° nel Principato. Con Hulkenberg, il messicano ha condotto la Force India ad uno storico 4° posto Costruttori (foto da: sports.ndtv.com)

NICO HULKENBERG, VOTO 7: Che Nico sia un ottimo pilota è risaputo. D’altronde, il risultato a Le Mans dello scorso anno sta lì a dimostrarlo. Purtroppo, però, Nico non riesce ancora a fare il salto di qualità, restando sempre a metà tra grandezza e mediocrità. Intendiamoci, la sua annata è stata positiva, ma il guizzo (ovvero il primo podio) è ancora mancato. Il prossimo anno, Hulk avrà la chance di essere titolare in un team costruttore come la Renault. Molto dipenderà anche dalla monoposto francese, è chiaro; ma le opportunità per il tedesco di salire di livello, a quasi 30 anni, si assottigliano.

FORCE INDIA, VOTO 8,5: Sarà un anno da ricordare per la scuderia di Silverstone. Al termine di una stagione magnifica, la Force India è riuscita a cogliere un risultato stupefacente, portando a casa addirittura il 4° posto nei Costruttori. Una scuderia in decisa crescita già nella seconda parte di 2015, riuscendo a proseguire in questo solco con l’ottima VJM09, vettura solida e veloce che ha permesso a Perez e Hulkenberg di esprimersi al meglio. Dopo un’impresa simile, l’obiettivo per il prossimo anno sarà provare a confermarsi e, perchè no, provare ad avvicinarsi ai primi.

VALTTERI BOTTAS, VOTO 6,5: Ecco un altro che, nonostante le premesse, fatica a fare il salto di qualità. Anzi, se proprio vogliamo essere pignoli, probabilmente possiamo dire che Valtteri non è che si sia visto granchè quest’anno. Un solo guizzo (3° a Montreal), poi tante sufficienze stiracchiate e delusioni. Ok che la Williams di quest’anno non era un fulmine di guerra, ma la sensazione è che lui non abbia fatto poi molto per migliorare la situazione.

FELIPE MASSA, VOTO 6+: Le lacrime di Interlagos con il meraviglioso tributo di tifosi e scuderie, rimarrà il momento topico del 2016 di Felipe. Per il resto, non c’è poi molto da ricordare perchè, dopo un inizio positivo, il brasiliano è rimasto invischiato nella zona mediana della griglia, uscendone molto di rado.

Una delle immagini che più ci resteranno impresse di questo 2016: le lacrime di Felipe nel giorno della sua ultima apparizione nel Gran Premio del Brasile (foto da: wtf1.co.uk)

Una delle immagini che più ci resteranno impresse di questo 2016: le lacrime di Felipe nel giorno della sua ultima apparizione nel Gran Premio del Brasile (foto da: wtf1.co.uk)

 

WILLIAMS, VOTO 6: Dopo l’exploit del 2014, lo storico team inglese prosegue con l’arretramento cominciato già nella scorsa stagione. L’obiettivo dichiarato era quello di tornare a competere con continuità per il podio con Ferrari e Mercedes. La realtà, purtroppo, è stata ben diversa, con una FW38 si velocissima sul dritto, ma enormemente in difficoltà nel guidato, senza contare la gestione degli pneumatici, a tratti disastrosa. Per il 2017, converrà spremersi bene le meningi dalle parti di Didcot.

FERNANDO ALONSO, VOTO 7: Lo dico in continuazione. Potrà essere amato, potrà essere mal sopportato. Ma fa male il cuore vedere un fenomeno come l’asturiano relegato a centro gruppo con quella “cosa” che è la MP4-31. Una situazione che mortifica un simile talento, il quale però, non appena può, esce sempre fuori. Spavento terribile di Melbourne a parte, basta vedere alcune sue gare (Monaco, Budapest ed Austin su tutte) per capire quanta fame di risultati abbia ancora Nando. I suoi team radio, poi, sono sempre chicche per intenditori. Sarebbe stupendo se, il prossimo anno, la McLaren mettesse in condizionelo spagnolo di tornare a battagliare quanto meno per la top-5.

Un'annata da combattente, limitato da una McLaren ancora troppo poco competitiva. Può riassumersi così il 2016 di Alonso (foto da: eurosport.fr)

Un’annata da combattente, limitato da una McLaren ancora troppo poco competitiva. Può riassumersi così il 2016 di Alonso (foto da: eurosport.fr)

JENSON BUTTON, VOTO 6+: Ultimo giro di giostra per il 36enne di Frome il quale, dopo aver inizialmente annunciato un anno sabbatico, pur restando in McLaren, ha sciolto le riserve, optando per il ritiro. Un’annata poco esaltante, non molto diversa dal 2015, con Jenson battuto sonoramente da Alonso e con il weekend del Red Bull Ring (3° in prova, 6° in gara) come apice. Honestly, meritava un finale diverso la sua carriera.

STOFFEL VANDOORNE, VOTO 7: Una sola gara, è vero. In Bahrain ha sostituito Alonso, tenuto precauzionalmente fermo dopo il volo di Melbourne. Ma il giovane belga ha subito mostrato di che pasta è fatto, cogliendo un punto d’oro su un circuito molto sfavorevole per la sua monoposto. Il prossimo anno sarà titolare con Alonso. Le aspettative sono molto alte. Vedremo cosa sarà in grado di fare.

MCLAREN, VOTO 5,5: Proprio non è possibile dare la sufficienza. Ok, la macchina non si rompe più ogni 50 chilometri; la competitività è migliorata, tanto che, in molte occasioni, Nando e Jenson hanno potuto battagliare con i punti. Anche il propulsore Honda è cresciuto nelle prestazioni. Eppure, per un team che, tra McLaren stessa e soprattutto Honda, ha a disposizione fior fior di capitali da investire, è tutto troppo poco. A livello di proclami, la situazione è decisamente migliorata rispetto ai deliri del 2015, ma il difficile viene adesso. Nel 2017 si punta a raggiungere qualche volta il podio. Speriamo, perchè avere un team storico come quello di Woking ridotto così fa male.

CARLOS SAINZ, VOTO 7,5: Per il mezzo a disposizione, Sainz ha disputato una signora stagione. Lo spagnolo sta confermando quanto di buono si diceva su di lui, cominciando ad attirare anche l’attenzione dei grandi team. Fin quando la Toro Rosso è stata competitiva, Carlos è stato di una continuità da applausi, giungendo in top-10 8 volte su 11. Una volta emerso il limite della vecchia PU Ferrari, anche lui è andato in affanno, riuscendo comunque a sfoderare due super prestazioni negli States e in Brasile (6°, così come in Spagna).

Continua il percorso di crescita del figlio d'arte, capace di alcune prestazioni notevoli, soprattutto quando la Toro Rosso è stata messa in difficoltà dalla PU obsoleta (foto da: actualidadmotor.com)

Continua il percorso di crescita del figlio d’arte, capace di alcune prestazioni notevoli, soprattutto quando la Toro Rosso è stata messa in difficoltà dalla PU obsoleta (foto da: actualidadmotor.com)

DANIIL KVYAT, VOTO 6 DI STIMA: Se volessimo fare un esempio su come provare a distruggere la carriera di un pilota promettente, allora non potremo fare altro che prendere il 2016 di Daniil Kvyat. Da promessa della Red Bull, inizia portando a casa il primo podio dell’anno (3° in Cina); il disastro di Soci segna la sua fine. Marko coglie la palla al balzo, promuovendo Verstappen e declassando il russo, rispedito senza complimenti in Toro Rosso. Com’è anche umano che sia, Daniil paga caro, psicologicamente, la situazione, tranne rari lampi (Singapore su tutti). La conferma a sorpresa del team di Faenza per il 2017 può e deve essere il trampolino per il rilancio di Daniil.

TORO ROSSO, VOTO 7,5: Per il terzo anno di fila, la Toro Rosso si conferma 7° nei Costruttori. Un risultato arrivato grazie ad una monoposto, la STR11, molto valida a livello aerodinamico e telaistico, oltre che ad un propulsore, il Ferrari 2015 di fine stagione, che fino a quando è stato al livello degli altri, ha recato un aiuto sostanziale alla causa di Tost e dei suoi collaboratori. La seconda metà di 2016, invece, si è trasformata in un calvario, soprattutto sulle piste veloci o con lunghi rettilinei. Il prossimo anno si ritorna con Renault, e vedremo dove saprà collocarsi la Toro Rosso.

ROMAIN GROSJEAN, VOTO 7: Un’annata dai due volti, quella del pilota ginevrino. All’inizio, grazie ad una capacità strabiliante nello sfruttare le occasioni, Grosjean stupisce tutti, portando la Haas a piazzamenti di rilievo (in particolare il 5° posto del Bahrain). Con l’inoltrarsi della stagione, però, qualcosa s’inceppa, con il nostro pizzicato più volte a criticare apertamente le prestazioni a dir poco altalenanti della VF-16. Nelle ultime 12 gare, infatti, arriva un solo punto, ad Austin. Nel complesso, comunque, la sufficienza piena è meritata.

ESTEBAN GUTIERREZ, VOTO 5: Vero, non di rado Esteban è stato colpito da una discreta dose di sfiga durante questo 2016; a volte è mancato poco per entrare in top-10. La sensazione, però, è che Gutierrez non abbia combinato molto. Se andiamo, poi, ad allargare lo sguardo su tutta la carriera del messicano, notiamo come, su tre stagioni piene e 58 gare, sia arrivato a punti solo una volta (7° al GP del Giappone 2013). La Haas ha scelto di appiedarlo. Non a torto direi.

TEAM HAAS, VOTO 7: Il team statunitense è riuscito ad essere una sorpresa in questo 2016. Al debutto nella massima categoria, Gene Haas e i suoi hanno portato a casa un importante 8° posto costruttori, frutto soprattutto dei miracoli di Grosjean nelle prime uscite. In seguito, comunque, la VF-16, pur con delle difficoltà anche serie nell’ultima fase, si è dimostrata monoposto da centro gruppo, togliendosi la soddisfazione, in Giappone, di portare entrambi i piloti in Q3. Non male davvero, anche se il 2017 rappresenterà una grande sfida per il team di Kannapolis.

Buona la prima. Pur andando a punti con il solo Grosjean (in foto, durante il GP del Bahrain, chiuso al 5° posto), la Haas ha ottenuto un rimarchevole 8° posto Costruttori (foto da: f1fanatics.co.uk / XPB Images)

Buona la prima. Pur andando a punti con il solo Grosjean (in foto, durante il GP del Bahrain, chiuso al 5° posto), la Haas ha ottenuto un rimarchevole 8° posto Costruttori (foto da: f1fanatics.co.uk / XPB Images)

KEVIN MAGNUSSEN, VOTO 6,5: Stagione non facile per il danese, anche a causa dei limiti della sua Renault. Due volte a punti (7° a Sochi e 10° a Singapore), Kevin, a detta di tanti appiedato troppo in fretta dalla McLaren, non è riuscito ad essere particolarmente costante. Nonostante ciò, è arrivata la chiamata di Gene Haas, che il danese ha colto al volo.

JOLYON PALMER, VOTO 6: Stagione dai due volti per il figlio di Jonathan (rookie, giova ricordarlo). Tanto in affanno nella prima fase, tanto che da più parti si parla di una Renault in procinto di sostituirlo. Meglio dalla pausa estiva in poi, riuscendo a conquistare il suo primo punto in Malesia. Tanto è bastato alla Renault per confermarlo.

RENAULT, VOTO 5: Che si prospettasse un 2016 molto duro, Vasseur e soci ne erano ben consapevoli. La stagione, però, in gran parte è stata un incubo ancora peggiore, con R.S.16 davvero poco competitiva, assolutamente inadeguata rispetto alla storia della Casa della Losanga. Qualche sprazzo di luce, nel finale di campionato, si è visto. Ma per il 2017 le premesse non sono chiaramente positive, pur con l’arrivo di Hulkenberg.

Annata con poche luci e molte ombre per la Renault (in foto Magnussen, a Sochi) (foto da: speed-magazine.de)

Annata con poche luci e molte ombre per la Renault (in foto Magnussen, 7° a Sochi) (foto da: speed-magazine.de)

MARCUS ERICSSON, VOTO 5,5: Il biondo svedese non ha marcato punti in classifica, a causa anche (se non principalmente) di una monoposto disgraziata. In fin dei conti, comunque, Ericsson dei miglioramenti li ha mostrati. Nulla di eclatante, ma utili a battere ripetutamente, sia al sabato che alla domenica, il compagno Nasr. Grazie agli sponsor, nel 2017 sarà ancora a Hinwil. 

FELIPE NASR, VOTO 6: La stagione del brasiliano può limitarsi ad una sola gara, ovvero il bagnatissimo GP del Brasile. Una gara, quella di Interlagos, dove Nasr ha disputato la sua gara migliore (9°) salvando sè (poco) e la Sauber (molto). Tutto ciò, però, pare sia stato inutile, visto che con elevata probabilità Felipe resterà a piedi.

SAUBER, VOTO 4: Annus horribilis. Solo così può sintetizzarsi il 2016 della Sauber, alle prese con la peggior monoposto della sua ventennale storia (la C35), e con una gestione semplicemente discutibile, che ha portato il team elvetico da fucina di talenti a rifugio per piloti con la valigia. E il 2017, con la scelta di correre con le PU Ferrari 2016, si preannuncia davvero cupo.

Felipe Nasr salva la stagione della Sauber con il 9° posto di Interlagos, unici due punti dell'anno per il team elvetico (foto da: grandepremio.uol.com.br/GettyImages)

Felipe Nasr salva la stagione della Sauber con il 9° posto di Interlagos, unici due punti dell’anno per il team elvetico (foto da: grandepremio.uol.com.br/GettyImages)

PASCAL WEHRLEIN, VOTO 7: Una nota lieta di questa stagione. Pur scottato dal mancato approdo in Force India, il tedesco si è dimostrato un pilota veloce, capace sul giro secco, con ancora qualche pecca nella gestione della gara. La sufficienza piena, ovviamente, arriva per l’impresa del Red Bull Ring; un 10° posto storico per il team di Dinnington, che ha subito portato alla mente l’impresa di Bianchi a Monaco 2014.

ESTEBAN OCON, VOTO 6,5: Esordiente a partire da Spa, il giovane francese non ci ha messo molto a prendere confidenza con la MRT05, riuscendo a battagliare con Wehrlein (e a batterlo a volte), oltre a sfiorare una clamorosa zona punti in Brasile. Il prossimo anno, per Esteban, subito una bella chance, in Force India.

RIO HARYANTO, VOTO 5: Sbarcato nel Circus come elemento, per così dire, esotico della griglia (primo indonesiano di sempre in Formula 1), Haryanto è durato fino al GP d’Ungheria, sostituito dalla Manor per mancanza di sponsor. Fino ad allora, il 23enne, benchè più lento di Wehrlein, non aveva combinato disastri.

MANOR, VOTO 6,5: Dalle parti di Dinnington gridano ancora vendetta per il 10° posto Costruttori, soffiatogli dalla Sauber alla penultima gara. Ma tant’è. Il passo in avanti della Manor in questo 2016 è stato tangibile ed innegabile, portandola a raggiungere praticamente il gruppo. Affidandosi a tecnici e piloti di talento, questa piccola scuderia sembra aver imboccato la strada giusta verso un futuro sereno.

Pascal Wehrlein, durante il GP d'Austria, al termine del quale ha ottenuto il primo punto iridato in carriera. Peccato che poi la Manor abbia visto sfuggire il 10° in Brasile. Ma ci sono stati netti miglioramenti da parte del team di Dinnington (foto da: sportyou.es/Charles Coates/Getty Images)

Pascal Wehrlein, durante il GP d’Austria, al termine del quale ha ottenuto il primo punto iridato in carriera. Peccato che poi la Manor abbia visto sfuggire il 10° in Brasile. Ma ci sono stati netti miglioramenti da parte del team di Dinnington (foto da: sportyou.es/Charles Coates/Getty Images)

 

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