E’ stata un’annata davvero dura per la Sauber. Quasi sempre nei bassifondi, in crisi finanziaria, lo storico team di Hinwil ha avuto un solo momento di notorietà, quando Felipe Nasr, in Brasile, ha colto un insperato 9° posto sotto la pioggia, regalando al team gli unici due punti stagionali, buoni comunque a scavalcare la Manor e a conquistare il 10° posto Costruttori. Marcus Ericcson, invece, non è riuscito a marcare punti iridati, dopo i 9 del 2015.
“A mio parere, mi sono sentito forte, con buone prestazioni” – dice Ericsson – “Credo che, tra me e Felipe, io sia stato il più forte e continuo quest’anno. Siamo stati nella stessa squadra negli ultimi due anni e lui mi ha chiaramente battuto dal punto di vista dei punti conquistati. In generale, però, penso che nell’ultimo anno e mezzo io sia andato meglio“.
“Quando finisci le gare 12°, 11° o 13°, pure se vai forte, la gente non ti nota” – continua lo svedese di Kumla, proseguendo nella sua analisi – “Non ottieni punti, becchi un giro di ritardo, cose così. E’ stata dura accettare tutto ciò, poichè so di essere andato bene e più forte del mio compagno praticamente per tutto l’anno. Ma è andata così“.
Sul rapporto con Nasr: “Abbiamo avuto i nostri contrasti, i nostri problemi, non c’è dubbio” – dice il 26enne – “Nel complesso, però, penso siano stati due anni positivi insieme. Siamo stati una buona squadra, spingendoci l’un l’altro a migliorare. C’è stata una bella lotta. Sul prossimo anno, non so cosa accadrà. Dovesse restare Felipe, sarei contento. Ma non mi dispiacerebbe nemmeno avere un nuovo compagno di box. L’importante è che sia forte“.
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