F1 Malesia 2016 Analisi Gara – Rosberg e Ricciardo se la ridono, Hamilton e la Ferrari piangono

F1 Malesia 2016 Analisi Gara – Nella domenica che ha visto il ritorno alla doppietta della Red Bull, è Nico il vero vincitore, allungando su uno scoraggiato Lewis. In Ferrari ci si lecca le ferite 

E’ stato un Gran Premio della Malesia, il 18° della serie, di quelli difficili da dimenticare, almeno ragionando nell’ottica di questo Mondiale 2016. In una gara per la maggior parte noiosa, sono stati il via e lo stint finale a regalare emozioni e colpi di scena a go go. Daniel Ricciardo ne esce vincitore (4° in carriera), tornando a festeggiare sul gradino più alto del podio come non gli capitava da Spa 2014, con tanto di promessa di “shoey” mantenuta, facendo partecipare i vari Max, Nico e anche Horner. L’australiano precede il compagno di box Verstappen, dopo un duello duro ma leale, regalando alla Red Bull una doppietta che mancava dal GP del Brasile 2013. Animi che più contrapposti non si può in Mercedes: la Dea bendata volta le spalle prima a Nico poi a Lewis, con il tedesco che alla fine ha di che essere felice, poiché da un potenziale –7 si ritrova a +23 sull’inglese, sprofondato tra sconforto e teorie complottistiche. Altro weekend da cestinare in casa Ferrari: Raikkonen ci prova ma arriva 4°; Vettel continua nella sua stagione a dir poco tribolata, finendo subito out. Neanche il tempo di rifiatare, però, poiché si torna in pista già la prossima settimana, con Suzuka.

Anche Rosberg, come Horner e Verstappen, partecipano allo Shoey del vincitore Ricciardo (foto da: wtf1.co.uk)

Anche Rosberg, come Horner e Verstappen, partecipano allo Shoey del vincitore Ricciardo (foto da: wtf1.co.uk)

 

 

Red Bull, festa improvvisa ma meritata 

Daniel Ricciardo, potremmo dire, si è ripreso quanto gli era stato tolto a Monaco. Allora, su pista umida, con il binomio formato dall’australiano e dalla RB12 involati verso una vittoria quasi scontata, un marchiano errore ai box costò la gioia più grande al nativo di Perth. Bravo a tenersi lontano dai guai al via e fortunato, pensando al ritiro del leader Hamilton, Ricciardo quest’oggi si è guadagnato la vittoria subito prima dell’episodio principale di questa domenica, con una meravigliosa difesa su un arrembante Verstappen, che arrivava con pneumatici molto più freschi. Sfruttando anche le Soft nuove che aveva a disposizione, nel finale Daniel ha tenuto a distanza di sicurezza Max, volando verso un successo atteso 779 giorni. Plauso doveroso anche al team Red Bull: in generale, per i grandi miglioramenti apportati alla macchina, di concerto con la Renault; in particolare, per la reattività e la prontezza nello sfruttare le VSC, prima provando a scombinare il tavolo con il pit anticipato di Verstappen, poi richiamando entrambi ai box, garantendosi una lotta in casa per la vittoria, senza la potenziale pericolosa ingerenza di Rosberg.

Daniel Ricciardo davanti a Max Verstappen, in una delle fasi più calde della gara di oggi in Malesia (foto da: autoblog.it)

Daniel Ricciardo davanti a Max Verstappen, in una delle fasi più calde della gara di oggi in Malesia (foto da: autoblog.it)

 

Dall’altra parte del box, il giovane olandese può essere si soddisfatto per il suo quinto podio in 12 gare con la Red Bull, ma scommetto non sarà proprio contento di quanto accaduto con Daniel al giro 40. Un episodio che riporta alla mente Singapore 2015, quando Verstappen disse no in maniera molto decisa al muretto Toro Rosso, che gli chiedeva di lasciar strada a Sainz. Una prestazione, comunque, nel complesso ottima del figlio di Jos, concreta e con un gran passo. Il tutto, però, macchiato da quei team radio rivolti a Vettel nelle prime fasi: sentir definire un quattro volte campione del mondo “pazzo” e “idiota” da uno che, in fin dei conti, per quanto velocissimo e precoce, ha in bacheca UNA vittoria, è incommentabile. Visto poi il pregresso di questo pilota, beh, caro Max, sarebbe ora che abbassassi un po’ la cresta. 

 

Montagne russe Mercedes: Rosberg, all’inferno e ritorno. Disperazione Hamilton 

Era tutto pronto, in Mercedes, per festeggiare con cinque gare d’anticipo il terzo Costruttori consecutivo. D’altronde, quando hai un Hamilton così in forma come in questo weekend, ed un Rosberg che, comunque, non dovrebbe penare molto per tenere dietro Red Bull e Ferrari, la doppietta, SALVO IMPREVISTI, sembra cosa fatta. Ecco, appunto, gli imprevisti. Si comincia già alla prima staccata, con Rosberg speronato e mandato in testacoda da un Vettel finito lungo. Nico si ritrova in fondo, mentre Hamilton comanda la gara con l’autorità che si addice ad un tre volte campione del mondo. Rosberg risale (e ci mancherebbe, con quel missile che si ritrova), ma sembra rassegnato solo a subire il contro controsorpasso in classifica. Nei duelli, il tedesco è deciso, finanche duro come quando, in curva 2, si butta all’interno di Raikkonen, colpendolo con entrambe le gomme di destra e arpionando la 4° posizione momentanea. A questo punto, si pensa, Nico ha fatto il massimo. Ma il fato ha altro in programma, e si materializza con la rottura, molto scenografica tra fiamme e scintille, che tarpa le ali della W07 #44 all’inizio del giro 41. I 10″ di penalità per il contatto con Kimi (discutibili?) mettono in dubbio il podio solo per qualche giro; poi Nico riesce ad aprire il gap sul ferrarista, accompagnando il duo Red Bull sul podio.

Nico Rosberg precede Jenson Button, durante la sua rimonta dal fondo del gruppo (foto da: f1fanatic.co.uk)

Nico Rosberg precede Jenson Button, durante la sua rimonta dal fondo del gruppo (foto da: f1fanatic.co.uk)

 

Un colpo, quello di oggi, che potrebbe essere davvero duro da digerire per Hamilton. Nella gara che sembrava sancire l’uscita dal tunnel nel quale era finito al ritorno nella pausa estiva, Lewis finisce per ritrovarsi a –23 in classifica. Nulla di irreparabile, sia chiaro, mancando ancora 125 punti. Ma a livello psicologico potrebbe influire tanto. Hamilton è un pilota fortissimo ma anche molto umorale, soprattutto nei confronti della squadra. Già ad inizio stagione, quando Nico dominava, l’inglese diceva di non capire il rimpasto tra i meccanici effettuato dalla squadra; affermazione ripetuta a più riprese, anche a Sepang, tanto da meritarsi una tirata d’orecchie da parte di Wolff. Nell’immediato post-gara, ecco le parole che rischiano di aprire una spaccatura all’interno del team: “Qualcuno vuole che io non vinca quest’anno. Mi devono delle spiegazioni. Non è possibile che io stia lottando per il Mondiale ma solo i miei motori si rompono“. Si preannunciano scintille, ma con un Nico così solido, non sarà facile. P.S. Poco fa, via Instagram, è arrivato un parziale passo indietro: “Ho massima fiducia nel mio team, hanno lavorato duramente sia in pista che in fabbrica e voglio ringraziarli enormemente…“.

L'immagine emblematica del weekend, con Hamilton sconsolato dopo il ritiro mentre era al comando (foto da: f1journaal.be)

L’immagine emblematica del weekend, con Hamilton sconsolato dopo il ritiro mentre era al comando (foto da: f1journaal.be)

 

 

Ferrari a caccia di identità. Anche il secondo posto sta diventando una chimera 

Riversavano non poche speranze nella gara di oggi dalle parti di Maranello. Non foss’altro per la vittoria di Vettel del 2015, ma si aveva la sensazione che effettivamente si poteva provare a rosicchiare punti nei confronti della Red Bull, considerando la Mercedes, per ovvi motivi, “off target”. E invece, la Rossa esce da Sepang con le ossa che più rotte non si può. Sebastian finisce la sua gara dopo poche centinaia di metri; Kimi fa quel che può, ma non riesce ad andare oltre al 4° posto, dietro anche a Rosberg. 43-12 e +46 in classifica per i Bibitari, per una piazza d’onore nei Costruttori che prende sempre più la strada di Milton Keynes. Una Ferrari in difficoltà, incapace di sfruttare le situazioni sfavorevoli. Partiamo dal pilota che ha concluso la gara, ovvero Kimi Raikkonen. Quarto dopo il via, il finnico si disfa in fretta di Perez ma non riesce a tenere il passo dei primi, non dimostrando con le Soft quanto mostrato nelle libere. Fa quel che può con le Hard, ma non riesce ad opporsi al ritorno di Rosberg, che lo infila di forza in curva 2 al giro 38. Nonostante la penalità subita dal tedesco, non riesce a restare al di sotto dei 10″ di distacco, chiudendo 4°. In classifica, Kimi ha risuperato Seb (161 a 153), ma conta relativamente, anche perché il podio manca ormai da sette gare.

Il momento del sorpasso di Rosberg ai danni di Raikkonen (foto da: formulapassion.it)

Il momento del sorpasso di Rosberg ai danni di Raikkonen (foto da: formulapassion.it)

 

Capitolo Vettel. Premesso quanto sia ridicolo mettere in discussione il valore del tedesco in questo momento, soprattutto da parte di chi, solo un anno fa, lo incensava issandolo a salvatore della patria, non si può non nascondere come Seb stia vivendo un momento molto difficile (ma il 2014 è ancora oltre). In particolare, in partenza Vettel vive di alti e bassi: o si produce in scatti da antologia (Australia, Canada) o rimane invischiato in peripezie varie (Cina, Russia, Belgio). Su quanto accaduto oggi, c’è poco da dire: Seb, partito bene, prova ad infilare all’interno Verstappen; il tedesco, però, arriva forte in staccate, troppo, arrivando lungo e colpendo la posteriore destra di Nico. Conseguenziale la penalità di tre posizioni che dovrà scontare a Suzuka, oltre a due punti in meno sulla patente. Si parla di nervosismo, ma, a parer mio, semplicemente Vettel sentiva che, per raggiungere un buon risultato, avrebbe dovuto rischiare al via, provando a guadagnare quante più posizioni possibile. Questo perché, come visto con Kimi, la SF16-H più di tanto non va e, a meno di “condannarsi” a vivacchiare ai piedi del podio, induce i piloti ad andare oltre il limite. In questo modo, chiaramente, l’errore (o la sbavatura) è sempre dietro l’angolo. Fatto sta che questo 2016 continua a scivolare nella delusione più totale, per tutto l’ambiente ferrarista.

 

F1 GP Malesia 2016: la partenza

https://youtu.be/ztRMXSw-Ods

 

 

Gli altri #1. Force India a punti, ma Bottas evita l’allungo. Bene la McLaren 

Si mordono le mani, in casa Force India. Sepang sembrava il luogo giusto, dopo le qualifiche, per provare a distanziare la Williams nella lotta al 4° posto Costruttori. Dopo il problema di Massa al via del giro di ricognizione, poi, sembrava ancor più in discesa la strada per il team di Silverstone. E invece, ecco comparire Bottas: dopo aver allungato al massimo il primo stint sulle Medium, il finlandese ha mantenuto la posizione dopo l’unica sosta, ottenendo un 5° posto inatteso. Lo segue Perez (6°) il quale, dopo un ottimo avvio (3° dopo la prima curva), battaglia per tutta la gara con le McLaren, fino ad arrivare a ridosso di Bottas. Hulkenberg (8°), ha vissuto una gara più tranquilla e lineare. Ottima prova per il duo di Woking, con una monoposto che piano piano sta tornando, quantomeno per la seconda metà di top-10. Sia Alonso (7°) che Button (9°) si avvantaggiano del caos alla partenza, con l’asturiano capace di ritrovarsi da 22° a 12° alla fine del primo passaggio. Entrambi su due pit stop, in McLaren sfruttano la prima VSC per effettuare il primo cambio-gomme. Il resto è merito dei piloti, con Alonso che arriva a 3.7s dal 5° posto. Giornata sfortunata per Massa: costretto a partire dalla pit-lane per un problema all’acceleratore, Felipe nelle prime fasi ha subito anche una foratura, non andando oltre la 13° posizione.

Ottimo 5° posto per Bottas, arrivato dopo una gara impostata su un'unica sosta (foto da: formulaf1.es)

Ottimo 5° posto per Bottas, arrivato dopo una gara impostata su un’unica sosta (foto da: formulaf1.es)

 

 

Gli altri #2. Renault, punto d’oro per Palmer. Poche soddisfazioni per la Toro Rosso. Doppio ko per la Haas 

Jolyon Palmer avrà difficoltà a dimenticare questo GP di Malesia. Il 25enne di Horsham, figlio di Jonathan, è riuscito a conquistare il primo punto della carriera, sfruttando le circostanze, è vero, ma conducendo una gara attenta e consistente. Meno bene è andata al team mate, Magnussen: coinvolto in un tamponamento multiplo in curva 1, il danese ha dovuto alzare bandiera bianca dopo 17 giri, con la zona del diffusore distrutta da Kvyat. Il russo (15°), dopo la ribalta di Singapore disputa una gara nell’anonimato. Un po’ meglio Sainz (11° e ultimo dei non doppiati), che sfiora la zona punti ma senza lo spunto per andare ad impensierire Palmer nel finale. Domenica nera per la Haas: Grosjean è finito nella ghiaia in curva 15 (giro 8) a causa di un problema al freno anteriore destro; Gutierrez, dopo essersi trovato la posteriore destra forata al via (colpito da Magnussen), si è ritirato al giro 39, quando lo pneumatico anteriore sinistro si è pericolosamente staccato, facendolo finire nella via di fuga, davanti a Raikkonen.

Con il 10° posto di Sepang, Jolyon Palmer conquista il primo punto iridato in carriera (foto da: f1fanatic.co.uk)

Con il 10° posto di Sepang, Jolyon Palmer conquista il primo punto iridato in carriera (foto da: f1fanatic.co.uk)

 

 

Gli altri #3. Sauber, non male Ericsson. Manor in fondo 

Giornata tutto sommato positiva per Marcus Ericsson: dopo una discreta qualifica, lo svedese, puntando su una sosta, non è arrivato lontano dalla zona punti, chiudendo 12° e mettendosi dietro anche una Williams e una Toro Rosso. Discorso diverso per Nasr, out a 10 giri dalla fine. In Manor, infine, Wehrlein è riuscito a chiudere davanti al team mate Ocon (15° e 16°), anche se bisogna dire che il francese ha subito due penalità di 5″ per eccesso di velocità in pit-lane.

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