F1 GP Belgio 2019, Analisi Gara – La prima volta di Leclerc, in memoria di Hubert

Ci sono weekend nel Motorsport nei quali sensazioni assolutamente contrastanti si accavallano di continuo, confondendo, stordendo quasi. Ciò che è accaduto a Spa-Francorchamps, nei cuori di milioni di appassionati, ha percorso tutto lo spettro di emozioni possibili ed immaginabili, ricordandoci una volta di più che il Motorsport possiede, purtroppo, un dark side of the Moon, quel lato descritto perfettamente dal motto ‘Motorsport is dangerous‘, ineliminabile nonostante gli elevatissimi standard di sicurezza raggiunti oggigiorno. Così, il weekend nel quale Charles Leclerc scrive una pagina importante nella storia della Formula 1, vincendo la sua prima gara e sbloccando una Ferrari fin qui a secco di trionfi ‘di tappa’, viene segnato a fuoco, nel senso più tragico dell’espressione, dal dramma di Anthoine Hubert, francese 22enne, rookie in Formula 2 e Campione in carica della GP3 (da quest’anno Formula 3), perito in seguito ad un tremendo incidente al Raidillon nel corso del 2° giro della gara del sabato pomeriggio della categoria cadetta, dal quale è uscito seriamente ferito anche lo statunitense Juan Manuel Correa. Un lutto che ha colpito tutti (toccanti il minuto di raccoglimento prima del via e l’applauso di tutto il pubblico al giro 19, come il numero di Hubert), ma in particolar modo proprio il pilota monegasco, amico d’infanzia dello sfortunato lionese, al quale Charles, in modo molto toccante, ha dedicato il suo primo sigillo nella classe regina del Motorsport.

Tutto il paddock, raccolto in cerchio per commemorare la memoria di Anthoine Hubert (foto da: twitter.com)

FERRARI: VITTORIA STORICA PER LECLERC, VETTEL ‘UOMO-SQUADRA’

L’incubo di una stagione da zero vittorie è scongiurato. La Ferrari (236.esima vittoria) s’impone, soffrendo, in quel di Spa, grazie al primo sigillo di Charles Leclerc che, a 21 anni e 237 giorni, diventa il più giovane vincitore nella storia del Cavallino Rampante (3° in assoluto dietro Verstappen e Vettel, 108.esimo in assoluto), più giovane vincitore sulla pista belga, oltre che primo pilota del Principato di Monaco. Un trionfo, quello di Leclerc, giunto al termine di un fine settimana dominato in pista e complicatissimo, per i ben noti avvenimenti, dal punto di vista psicologico e personale. Il #16, al comando delle classifiche sin dalla PL2, aveva già stupito tutti con il giro che, sabato pomeriggio, gli è valso la 3° pole, rifilando oltre 7 decimi sia al compagno di box che a Lewis Hamilton. In gara, Charles ha sfoderato tutte le caratteristiche che fanno di lui un predestinato, resistendo nel finale al ritorno in tromba del leader del Mondiale, grazie anche all’aiuto fondamentale di un Sebastian Vettel che ha faticato tanto nella gestione delle sue Pirelli, sacrificandosi magnificamente per la squadra e per il giovane compagno.

Charles Leclerc indica il cielo, dedicando la sua prima vittoria in Formula 1 all’amico Anthonie Hubert (foto da: twitter.com/F1)

Ma andiamo con ordine. Al via, è perfetto lo scatto di Leclerc; meno quello di Vettel, passato alla Source da Hamilton. Il tedesco, pazientemente, si accoda e, sul Kemmel, svernicia la W10 #44, riprendendosi la seconda posizione. Dopo una ripartenza da Safety Car tranquilla, il monegasco comincia a fare il ritmo, aprendo man mano il gap sugli inseguitori, mentre Seb non riesce a scrollarsi di dosso l’ingombrante presenza di Hamilton, fisso tra il secondo e i due secondi e spiccioli. Il #5, anche a causa di qualche bloccaggio, comincia a patire prima il degrado delle soft, con il muretto Ferrari che opta per anticipare non di poco la sosta (giro 15). Mentre i primi proseguono, Vettel torna in pista dietro Norris (passato subito tra l’altro), cominciando a girare su un passo davvero notevole, che gli consente di recuperare secondi su secondi; così, una volta che i vari Leclerc, Hamilton e Bottas (rispettivamente giri 21, 22 e 23) effettuano il cambio gomme, Seb si ritrova al comando.

Charles Leclerc, sul podio di Spa-Francorchamps, affiancato dai due della Mercedes (foto da: youtube.com)

Ma qui la gara del tedesco cambia definitivamente, e in peggio. Le sue ‘gialle’ subiscono un crollo repentino ed improvviso, e chi lo segue ha vita facile nel recuperare; al giro 27, ecco il team order che spinge Seb a lasciar strada a Charles. Il compito del tedesco è quello di tener dietro il più possibile i Mercedes, per poi fermarsi una seconda volta; ex post, quei tre giri a cavallo del 30° dove Vettel, grazie soprattutto alla potenza della power unit di Maranello sul dritto, riesce a tener dietro Lewis, alla fine saranno decisivi. Mentre Seb effettua la seconda sosta al 33° passaggio, ottenendo poi il giro record (1:46.409 al giro 36), Charles si ritrova con un margine sopra i 6″ sul rivale della Mercedes. Il ferrarista gestisce bene la situazione, toccando un massimo vantaggio di 7″ alla fine del giro 34; poco dopo la situazione comincia a precipitare, a causa del crollo delle medie del monegasco, con Hamilton che, nel T2, in alcuni passaggi recupera anche più di un secondo. Il finale è da cuore in gola, anche per un folto gruppo di doppiati che si para davanti ai primi due. Stavolta, però, la vittoria non sfugge e Leclerc può finalmente festeggiare, sebbene a metà: “Ho sognato questa vittoria, ma non riesco a gioirne. La dedico tutta al mio amico Anthoine“.

Sebastian Vettel, durante la gara di ieri, conclusa in 4° posizione (foto da: twitter.com/ScuderiaFerrari)

La prima vittoria di questo 2019 della Rossa di certo non cancella una stagione deludente, nella quale ben altri erano i traguardi che dovevano essere raggiunti; ciononostante, è indubbio che il capolavoro di Leclerc costituisca una boccata d’ossigeno per tutto l’ambiente, viatico perfetto per il weekend di Monza. Una vittoria di squadra, quella belga, dal valore elevatissimo per la Ferrari, nella quale, come dicevamo poc’anzi, un ruolo importante l’ha giocato un Sebastian Vettel una volta di più teso al bene del team, sacrificandosi sull’altare della vittoria del compagno di box, una volta capito di non avere chance. Un cambio di gerarchie? Secondo molti è così; io credo piuttosto che si tratti di una cancellazione delle stesse, nel senso che, essendo la SF90 non abbastanza competitiva, per forza di cose bisognerà puntare sul pilota più veloce in quella data gara, che sia Seb o che sia Charles. La speranza, da Monza in poi, è che arrivino altre gioie, per quanto parziali, ma importantissime per far crescere una squadra che ha bisogno come il pane di certezze.

MERCEDES: HAMILTON, ALTRO PASSO VERSO IL TITOLO. BOTTAS, PODIO SENZA SPUNTI

Come a Budapest, quando con un sorpasso negli ultimi giri aveva rovinato la festa a Max Verstappen e ai suoi tifosi, Lewis Hamilton ci ha provato anche a Spa, stavolta con Leclerc. Da vero cannibale, l’inglese non voleva lasciare nemmeno le briciole agli avversari e, dopo un primo stint in attesa, nel secondo, coadiuvato da una W10 che, una volta di più, si è dimostrata perfetta nella gestione in particolare delle mescole più dure, è andato all’attacco della Ferrari. Probabilmente sono mancati uno o due giri al nativo di Stevenage, per quanto non sarebbe stato affatto facile soffiare la vittoria al giovane collega; una mancata rimonta sulla quale hanno influito un pit non allo stato dell’arte e i giri alle spalle della SF90 #5. Ma Lewis non fa drammi, visto che guadagna ulteriormente su Valtteri Bottas in classifica, portandosi a +65 (268 a 263). Ecco, Bottas non è che ha brillato sulle Ardenne, limitandosi a vivacchiare alle spalle del compagno di squadra, senza guizzi di sorta, guadagnando il podio solo grazie alla doppia sosta di Vettel. Un Bottas al quale dice bene in ottica 2° posto, visto che guadagna sia su Verstappen, adesso a -22, che su Sebastian, a -34. Certo, però, che poteva festeggiare il rinnovo in un modo un pò diverso…

Il podio del Gran Premio del Belgio 2019, con il duo Mercedes, Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, assieme a Charles Leclerc (Ferrari) (foto da: twitter.com/MercedesAMGF1)

RED BULL: VERSTAPPEN SUBITO KO. DEBUTTO POSITIVO PER ALBON, 5° DI RIMONTA

Spa non era un circuito adatto alla RB15, soprattutto a causa delle mancanze che ancora caratterizzano la power unit Honda. Dal Belgio, però, il team di Milton Keynes se ne va alla volta dell’Italia con animi contrapposti. Da un lato c’è ovviamente la grande delusione di Max Verstappen, la cui gara è durata poche centinaia di metri, finendo contro le barriere dell’Eau Rouge. Non quello che l’olandese voleva riservare alla marea di supporter che hanno invaso questa parte delle Ardenne. Il #33 complica tutto con uno spunto assolutamente deficitario, a causa del quale arretra subito di almeno tre posizioni; approcciando alla Source, Max decide di tenersi tutto interno, ma affonda troppo la staccata; il contatto con Kimi Raikkonen è inevitabile, e produce danni nella zona anteriore sinistra della Red Bull. In modo anche pericoloso, in piena Eau Rouge cede la sospensione anteriore sinistra, spedendo Verstappen contro le barriere.

Al debutto in Red Bull, Alexander Albon lascia Spa con un più che positivo 5° posto, calcolando soprattutto la 17° posizione di partenza (foto da: twitter.com/redbullracing)

Diverso è l’animo di Alexander Albon, atteso al varco dopo la promozione alla Casa Madre dalla Toro Rosso, scambiando sedile con Pierre Gasly. Ebbene, il debutto dell’anglo-thailandese è stato certamente positivo, concretizzandosi in un bel 5° posto (miglior risultato stagionale e, ovviamente, in carriera), arrivato dopo una bella rimonta. Partito con la ‘gialla’, il primo stint è alquanto complicato, con Albon che fatica a trovare ritmo e sorpassi; dopo la sosta (giro 23) e conseguente passaggio alla ‘rossa’, le cose cambiano. Albon, ripartito in 14° posizione, prima si disfa di Stroll, Hulkenberg, Gasly e Grosjean, entrando in zona punti (giro 32); poi è il turno di Grosjean, Ricciardo (superato con una splendida manovra all’esterno di Rivage) e Kvyat, per la 7° posizione (giro 37). Nel finale, grazie al ritiro di Norris e al sorpasso di forza sul Kemmel ai danni di Perez, si materializza la top-5.

GLI ALTRI #1: SORRIDONO RACING POINT E TORO ROSSO. PUNTI PER HULKENBERG

Il Belgio si conferma favorevole alla Racing Point. Sergio Perez corona un bel weekend con una solida 6° posizione, che sarebbe potuta essere anche 5° se avesse tenuto dietro Albon nel corso dell’ultimo giro. Poco male, comunque, dato che il messicano, dopo la rabbia della rottura del propulsore a fine PL2, ha dato un’altra dimostrazione delle sue capacità. Piccolo sorriso anche per Lance Stroll che, grazie ai guai altrui, artiglia un punticino (10°). Doppio arrivo a punti (terza volta quest’anno) per la Toro Rosso: un convincente Daniil Kvyat porta la sua STR14 in 7° posizione, al termine di una gara che, tranne per le prime fasi, l’ha praticamente sempre visto in zona punti; buono anche il ritorno a Faenza di Pierre Gasly, che dimostra di aver ben assorbito la retrocessione dalla Red Bull cogliendo un 9° posto che può far morale.

Ottima prestazione per la Racing Point, che in Belgio porta a casa una 6° posizione con Sergio Perez (in foto) e una 10° con Lance Stroll (foto da: twitter.com/RacingPointF1)

In mezzo alle due monoposto italiane si piazza Nico Hulkenberg (8°), con una Renault che, seppur velocissima sul dritto, continua a non convincere. Il tedesco, che effettua due soste (come Stroll), alla fine porta a casa l’8° posto, tornando in top-10 dopo due gare d’assenza. Decisamente peggiore la domenica di Daniel Ricciardo che, paga una strategia autolesionista del muretto francese. Il nativo di Perth, infatti, s’è fatto la bellezza di 43 giri con la media, avendo tolto la soft alla fine del primo giro, in regime di Safety Car; questa circostanza, se all’inizio lo porta fino alla 7° posizione, nella seconda parte lo vede arretrare progressivamente impossibilitato a difendersi dagli attacchi degli avversari, finendo con un mesto 14° posto.

GLI ALTRI #2: MCLAREN ED ALFA ROMEO, CHE SFIGA! GAMBERO HAAS

Hanno tanto da recriminare a Woking e a Hinwil. Sia la McLaren che l’Alfa Romeo avevano tra le mani un buon bottino di punti ma, per una circostanza o per un’altra, alla fine vanno via da Spa con le pive nel sacco. Due problemi tecnici costano un indesiderato ‘zero’ al team inglese: la gara di Carlos Sainz praticamente non comincia nemmeno, visto che lo spagnolo accusa guai al propulsore sin dal giro di schieramento, per poi fermarsi dopo nemmeno due giri; ancora più rammarico per il giovane Lando Norris, che vede sfumare un meritatissimo 5° posto, occupato dall’inizio della gara, per la rottura del propulsore alla fine del penultimo passaggio. Una situazione che ha portato Sainz, a fine gara, ad attaccare la Renault sull’affidabilità dei propulsori forniti alla McLaren.

Istantanea del contatto alla Source subito dopo il via tra Max Verstappen e Kimi Raikkonen (foto da: twitter.com)

Non da meno è stata l’Alfa Romeo, che però paga due incidenti. Kimi Raikkonen, coinvolto nel già citato contatto alla prima curva con Max Verstappen, paga una monoposto evidentemente danneggiata, terminando appena 16° e molto lontano dalla zona punti. Antonio Giovinazzi, invece, cestina un meritato 9° posto schiantandosi contro le barriere poste all’esterno di Puhon nel corso del 43° giro. Male in gara, ancora una volta, la Haas, dopo una qualifica positiva. I primi giri vedono Grosjean e Magnussen occupare bene la 6° e la 7° posizione, ma è un fuoco di paglia: il primo a crollare è Magnussen, che viene sverniciato da chiunque e, causa primo stint con le ‘rosse’ da 25 giri, precipita in 18° ed ultima posizione, per poi finire 12°; Grosjean, invece, regge bene nel primo stint e fino a metà secondo stint, quando si ritrova 8°; poi le ‘gialle’, montate al giro 16, crollano, e il franco-elvetico arretra fino alla 13° posizione, dietro anche al danese. Gara ‘ordinaria’ per la Williams, anche se George Russell la chiude 15°, davanti all’Alfa di Kimi; 17° posizione per Robert Kubica.

La Formula 1 tornerà in pista già il prossimo weekend, con l’atteso Gran Premio d’Italia di Monza.

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