F1 Brasile 2017 Analisi – Vettel riporta il sorriso in casa Ferrari

Dopo sette gare d’assenza, la Ferrari è tornata sul gradino più alto del podio, con Sebastian Vettel che ha portato a casa la quinta vittoria stagionale. Un successo, pur giunto fuori tempo massimo, che sa tanto di boccata d’ossigeno e di grossa iniezione di fiducia per un gruppo colpito negli ultimi tempi da tante critiche, spesso esagerate e fuori luogo. Sul podio, insieme al tedesco, ecco un Valtteri Bottas che non sfrutta la pole position e un Kimi Raikkonen che, non capace di portare un attacco al connazionale, quantomeno tiene dietro alla grande Lewis Hamilton, in arrembante e furiosa rimonta dal fondo. Torna con i piedi per terra la Red Bull, stranamente involuta dopo il dominio manifestato in Messico; Verstappen non è mai protagonista, mentre Ricciardo risale dai bassifondi fino al 6° posto dopo una partenza sfortunata. Nota di merito per Felipe Massa: al volante di una Williams lontana dalle posizioni che contano, porta a casa il massimo e nel finale si difende con i denti da Fernando Alonso, salutando come si deve il suo pubblico.

La partenza della gara di Interlagos, momento che ha influito in modo determinante sull’esito finale, con il sorpasso di Vettel su Bottas (foto da: autovisie.nl)

FERRARI: VETTEL BATTE IL CINQUE! RAIKKONEN ANCORA SUL PODIO

Serviva come il pane questa vittoria alla Scuderia di Maranello. Dopo settimane di rospi ingoiati, di cocenti delusioni, errori, problemi e polemiche, che hanno fatto irrimediabilmente pendere la bilancia a favore della Mercedes e di Lewis Hamilton, Sebastian Vettel ritrova una vittoria (la 5° in campionato (non accadeva dal 2010), 47.esima in carriera, 229.esima per la Ferrari) che contribuisce a rasserenare il clima nel ed intorno alla GES. Non vinceva dallo scorso Gran Premio d’Ungheria il tedesco, mentre la Rossa non faceva festa sul podio di Interlagos da quella maledetta domenica 2 Novembre 2008, quando il sogno di Massa impiegò 20″ per trasformarsi nel più cocente degli incubi.

Sebastian Vettel bacia il trofeo del vincitore del Gran Premio del Brasile 2017 (foto da: snaplap.net)

Un Sebastian Vettel che costruisce il successo alla partenza, momento della gara che nelle ultime uscite gli aveva riservato molte più delusioni che altro. Pur con uno scatto non perfetto (come confessato dallo stesso Seb), il tedesco riesce ad infilarsi nel pertugio lasciato aperto da Bottas, superandolo di forza. Conquistata la vetta della gara e compresa l’impossibilità di andare in fuga, Vettel deve impostare la gara contemporaneamente sul ritmo e sulla gestione e degli pneumatici e del mezzo meccanico, facendo attenzione a non commettere il benché minimo errore. Ed è quello che riesce a Vettel, freddissimo nel tenere a distanza di sicurezza la Mercedes #77 fin sotto la bandiera scacchi e ben coadiuvato dagli uomini del box, bravissimi al momento dell’unica sosta (2.1 contro i 2.7 della sosta del finlandese) e decisivi per impedire l’undercut tentato dal muretto Mercedes.

Può sorridere in parte anche Kimi Raikkonen. Il finlandese ha ottenuto il terzo podio consecutivo (sempre sul gradino più basso, tornando nella top-3 in Brasile 11 anni dopo la vittoria del titolo nel 2007), riducendo tra l’altro a sole 7 lunghezze il divario che lo separa in classifica da Daniel Ricciardo (193 a 200), potendo ipotizzare il tentativo di sorpasso tra due settimane, ad Abu Dhabi. Autore di uno scatto positivo, con il quale riesce a tenere a bada il sempre pericoloso Verstappen, Raikkonen soffre abbastanza nel primo stint con le Supersoft, faticando alquanto nel tenere il ritmo dei primi due. Passato alle Soft, però, il Campione 2007 mostra un gran ritmo, che lo porta ad essere il più veloce con quella mescola. Il distacco da Bottas si riduce giro dopo giro, arrivando in qualche frangente anche quasi ai limiti dell’area DRS. L’ultimo step, però, non c’è e negli ultimi giri Kimi si ritrova a dover guardare più negli specchietti che davanti, dato l’arrivo di Hamilton. Il ferrarista, però, riesce a tenere a distanza il rivale, sfruttando una SF70-H estremamente competitiva in trazione e nell’ultimo settore (oltre che nel T2), mettendo in sicurezza il podio.

Pressato da Hamilton negli ultimi giri, Raikkonen non ha commesso errori e ha portato a casa il terzo podio di fila (foto da: f1mania.lance.com.br)

Lungi dal parlare, come fatto da alcuni, di prima gara del 2018. Sarebbe folle, visti i salti in avanti (ma anche indietro) che possono farsi durante l’inverno. Questa vittoria, comunque, consente alla Ferrari di riacquistare una quantità di fiducia fondamentale per lanciarsi a dovere verso una nuova stagione che si preannuncia estremamente interessante e combattutissima. Senza dimenticare che c’è ancora una gara da onorare, potendo puntare al miglior risultato in termini di vittorie e podi totali dal 2008.

MERCEDES: BOTTAS INCOMPIUTO. HAMILTON SI ARENA AI PIEDI DEL PODIO DOPO UN’OTTIMA RIMONTA

La gara di Interlagos ha lasciato l’amaro in bocca in casa Mercedes. Pur con i titoli mondiali già in cassaforte, il team anglo-tedesco voleva centrare l’ennesima vittoria, per ribadire una volta di più il loro dominio sul campionato. Ma le cose non sono andate come sperato da Wolff&co. In particolare con Valtteri Bottas che, autore di una gran pole al sabato, quando il peso delle aspettative del team era tutto sulle sue spalle, ha vanificato tutto con uno start non eccezionale, subendo il sorpasso di Sebastian Vettel. Forse è esagerato dire, come ha fatto lo stesso finlandese, che la sua gara sia finita lì. Fatto sta che, da quel momento in poi, Bottas non è mai riuscito a portare un attacco che fosse uno al rivale ferrarista, sfiorando il sorpasso solo nel tentativo, non andato a buon fine, di undercut. Con Sebastian lontano adesso 22 lunghezze, il secondo posto in classifica piloti diventa una chimera per l’ex Williams.

Partito dalla pole, in Brasile Bottas non è andato oltre la 2° posizione (foto da: franceracing.fr)

Passiamo a Lewis Hamilton, protagonista nel bene e nel male ad Interlagos. Dominatore della scena fino alla PL3, il nativo di Stevenage rovina tutto con l’inopinata uscita di pista alla Ferradura nel primo tentativo veloce in Q1, costringendo se stesso a partire dal fondo e i suoi meccanici a del lavoro extra per rimettere in piedi la sua W08. Ma mai come in questo caso vale il detto ‘non tutto il male viene per nuocere‘. Dovendo in ogni caso partire ultimo, la Mercedes sfrutta l’occasione montando la quarta power unit sulla vettura #44, avendo tra l’altro la possibilità di settarla specificamente per la gara, senza compromessi di sorta. In più, per evitare guai nel pericoloso imbuto della S do Senna, prendono la decisione di far partire Lewis dalla pit-lane. Scelta quantomai azzeccata, visto quanto accaduto nel corso del primo passaggio. Lewis, così, si ritrova 14° senza aver operato sorpassi; in più la safety car, checché se ne dica, gli permette di restar abbastanza vicino ai primi (8″ circa al momento del restart), annullando tutto il gap che avrebbe dovuto recuperare sulla coda del gruppo. Visto il ritmo mostrato, è altamente probabile che ci avrebbe messo pochi giri; ma tant’è, comunque si tratta di tempo risparmiato.

Una volta ripresa la gara, Lewis salta gli avversari che si ritrovano sulla sua strada con una facilità disarmante, quasi da farli sembrare fermi. Sottolineando come Perez sia l’unico che si impegni un pò di più nel rendergli la vita difficile, è impressionante come l’inglese si ritrovi 5° dopo appena 20 giri, con un gap di circa 16″ dalla vetta. Hamilton, partito con le Soft, approfitta delle soste di chi gli sta davanti e, al 30.esimo passaggio, passa in testa, portando avanti lo stint fino al giro 43. A questo punto, con serbatoi più scarichi e mescola Supersoft montata, Lewis parte alla caccia del podio. Mostrando un ritmo a tratti davvero forsennato, il pilota Mercedes piomba su Max Verstappen, scavalcato con relativa facilità in fondo alla Reta Oposta in avvio di giro 59. Fare lo stesso con Raikkonen sembra una formalità, ma non è così. Pur arrivando ad usare più di una volta il DRS, Hamilton non riesce mai ad attaccare una Ferrari a sua volta molto veloce sul dritto nonché molto efficace in trazione, senza contare l’ovvia usura degli pneumatici montati per la seconda parte di gara.

Partito dai box, Lewis Hamilton è arrivato ad un soffio dal podio (foto da: nowreadthisnews.com)

Un 4° posto, quello alla fine colto da Lewis, che costituisce è vero un risultato di rilievo, vista la posizione di partenza; ma non un’impresa ‘epica’ come molti nel dopo-gara si sono affannati a descriverla. Giusto per dirne una, Vettel in Malesia ha fatto praticamente la stessa cosa, fermandosi guarda caso anche lui in 4° posizione, così come in Messico, giusto due settimane fa. La rimonta di Hamilton, per quanto rimarchevole, è stata favorita da vari fattori poc’anzi citati (power unit nuova di zecca, setup ad hoc, strategia più redditizia e, last but not least, quanto accaduto nei primissimi istanti di gara). Di certo verrò tacciato di essere anti-Hamilton, hater, etc etc… Ma quando anche il diretto interessato contribuisce a ridimensionare i contorni di quanto fatto in pista (“…Questa è la prima volta che ho potuto davvero sfruttare il motore. Oggi è stata una sensazione bellissima poter usare tutta la potenza del motore senza pensieri. Ma chi era davanti a me, nelle prime posizioni, doveva gestire la power unit, come al solito , e non erano nella mia stessa situazione…”), non credo ci sia molto altro da aggiungere. 

RED BULL: CHE INVOLUZIONE DOPO CITTA’ DEL MESSICO…

La delusione del Gran Premio del Brasile si chiama Red Bull. Dopo la netta vittoria in Messico di Verstappen, ci si attendeva una nuova prestazione di spessore da parte del team con sede a Milton Keynes. E invece, anche a sorpresa se vogliamo, le due RB13 sono mancate all’appello, tornando come d’incanto in una situazione pre-Singapore. Quasi come se tutto il clamore sollevatosi sul sistema sospensivo della monoposto dopo Città del Messico abbia in qualche modo influito. Comunque, Max Verstappen (giro record della gara in 1:11.044) ha avuto una domenica sotto tono (soprattutto paragonandola alle ultime uscite). Alle prese con una RB13 molto nervosa e in difficoltà con gli pneumatici, l’olandese ha stazionato a lungo in 4° posizione, prima di venir raggiunto e superato con facilità da Hamilton (giro 59). Di tutt’altro tono la gara di Daniel Ricciardo la cui rimonta, come se non bastasse, è stata completamente oscurata da quella di Hamilton. Finito in fondo dopo l’incidente con Magnussen e Vandoorne in curva 2, l’australiano di Perth risale a suon di sorpassi. Una serie di manovre di spessore, non disponendo di un propulsore eccezionale, che hanno mostrato una volta di più le indubbie doti da staccatore di Ricciardo, che alla fine si è accontentato del 6° posto. Un risultato, quello di ieri, che rappresenta il suo piazzamento peggiore in questo campionato (vedendo la bandiera scacchi s’intende) e che mette a rischio, come sottolineato prima, il 4° posto in classifica piloti.

Finito in testacoda poco dopo il via nell’incidente che lo ha visto coinvolto con Magnussen e Vandoorne, Ricciardo è risalito fino alla 6° posizione (foto da: f1fanatic.co.uk)

GLI ALTRI #1: AD UN ANNO DI DISTANZA, MASSA EMOZIONA ANCORA. PUNTI PER ALONSO, PEREZ E HULKENBERG

In quella che dovrebbe essere stata la sua ultima apparizione di fronte al proprio pubblico di Interlagos (a meno di clamorosi ed inattesi colpi di scena), Felipe Massa ha dato tutto e spremendo il massimo dalla mediocre Williams di quest’anno. Il brasiliano ha capitalizzato quello che è stato il suo unico sorpasso, ovvero quello ai danni di Alonso in ripartenza dopo la safety car, gestendo poi il margine e resistendo con le unghie e con i denti negli ultimi chilometri, quando l’asturiano, pressato a sua volta dalla Force India di Sergio Perez, è rinvenuto fuorisamente, provando invano a soffiargli la 7° posizione. Tanti applausi e qualche lacrima, poi, quando Felipe, insieme al figlioletto e a Rubens Barrichello, è salito sul podio per salutare la Torcida, che lo acclamava a gran voce. Tornando allo spagnolo, l’8° posizione è il coronamento di un weekend che lo ha visto mettersi in luce, al volante di una MCL32 che, ufficializzato il divorzio con Honda, ha preso ad andare forte e ad essere finanche affidabile, permettendo a Nando di divertirsi in pista. Non molto giudicabile la prestazione di Sergio Perez (9°), concreto ma non particolarmente brillante, con una VJM10 non molto a suo agio sui saliscendi paulisti. La top-10 è stata completata dalla Renault di Nico Hulkenberg, il quale torna a punti per la prima volta dopo Spa. Il tedesco ha preceduto il compagno di box Carlos Sainz, in una gara che, come affermato nel post da Abiteboul, ha visto le due monoposto della Losanga correre depotenziate per timori di affidabilità, dopo l’ecatombe delle ultime settimane.

Insieme al figlio Felipinho, Massa è salito sul podio subito dopo la cerimonia di premiazione, ricevendo il giusto tributo dai fans di casa (foto da: kymillman.com)

GLI ALTRI #2: PRIMO RITIRO PER OCON, DISASTRO HAAS. SAUBER IN LEGGERA CRESCITA

Il Gran Premio del Brasile è stato caratterizzato da un primo giro molto movimentato, che ha visto vari contatti. Uno di questi ha portato al ritiro Esteban Ocon, il quale era l’unico insieme a Hamilton a poter vantare di essere sempre arrivato al traguardo quest’anno (17 volte su 18 a punti). Ieri, invece, il francese della Force India è stato incolpevolmente spedito fuori pista mentre provava a superare Romain Grosjean (15° al traguardo) all’esterno della Ferradura. In Haas avranno di che riflettere dopo questa gara, dato che entrambi i piloti hanno provocato degli incidenti nei primi metri. Detto del franco-elvetico (che in radio provava a scaricare la colpa su Ocon, ma si è giustamente beccato 10″ di penalità), Magnussen se possibile l’ha combinata ancora più grossa, perdendo la sua monoposto in piena S do Senna, spingendo Stoffel Vandoorne contro Daniel Ricciardo.

Primo ritiro stagionale per Esteban Ocon (foto da: f1mania.lance.com.br)

Mentre il pilota Red Bull, dopo un testacoda, è riuscito a ripartire, la gara del belga è finita lì. Quinta gara senza punti nelle ultime sette per la Toro Rosso, che lascia il Brasile senza finire nei primi dieci. Pierre Gasly chiude comunque una prestazione discreta in 12° posizione, mentre è ancora sfortunato Brendon Hartley, messo ko al giro 40 dall’ennesima perdita di potenza subita da una power unit del team faentino. In classifica Costruttori, adesso, la Toro Rosso ha 4 punti di vantaggio (53 a 49) sulla Renault e la corsa per il 6° posto si deciderà negli Emirati. L’arrivo di Furbatto sembra continuare a produrre qualche effetto positivo dalle parti di Hinwil, con una C36 che conferma i passi avanti delle ultime settimane e consente ai due piloti, Marcus Ericsson e Pascal Wehrlein, di classificarsi rispettivamente 13° e 14°, contenendo i distacchi in modo dignitoso. Weekend da dimenticare, infine, per Lance Stroll (16°): il canadese non è stato mai competitivo, anche a causa della sostituzione della power unit avvenuta dopo la PL3; con un propulsore più vecchio e spompato, Lance non ha potuto fare molto, subendo anche il sorpasso in classifica da parte di Massa (42 a 40).

Fra due settimane, in quel di Yas Marina, sarà tempo di ultimo giorno di scuola per la Formula 1. Il Gran Premio di Abu Dhabi, infatti, ospiterà la 20.esima ed ultima prova del Mondiale 2017.

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