Sono state giornate molto lunghe e complicate per la Ferrari. Le polemiche, aspre e sferzanti, seguite all’esito del Gran Premio d’Italia ed alla gestione discutibile della situazione contrattuale di Kimi Raikkonen, hanno segnato l’avvicinamento al delicatissimo Gran Premio di Singapore. Giusto ieri, però, la Scuderia ha finalmente fatto chiarezza, annunciando Charles Leclerc come compagno di box nel 2019 di Sebastian Vettel, mentre Kimi Raikkonen, salutata la Rossa a fine stagione, si accaserà in Sauber per i prossimi due anni.
In un’interessante intervista ad Andrea Cordovani, direttore di Autosprint, Maurizio Arrivabene ha toccato vari temi ‘caldi’, a partire ovviamente da Monza e dai giochi di strategia mancati e (forse) pensati. “Non si danno ordini di scuderia in partenza, solo di non fare stupidate alla prima curva, e solo lì” – ribadisce fermo Arrivabene – “A chi critica Kimi per aver fatto una staccata al limite, mi vien da rispondere cosa doveva fare? Anche Hamilton e Vettel, al suo posto, avrebbero fatto lo stesso. Alla Roggia, poi, è successo il patatrac, ma non c’entrano nulla gli ordini di scuderia. Quelli sarebbero entrati in gioco nel corso della gara e non escludo affatto che dopo ci sarebbero stati“.
Il team principal Ferrari rende quindi merito a Hamilton e alla Mercedes: “Lewis e il suo team hanno vinto meritatamente, poco da aggiungere. Non mi va di parlare degli avversari ma, se c’è proprio una cosa che invidio loro, è una maggior freddezza che hanno in determinati momenti. Freddezza che noi, essendo un team ancora giovane, ancora non abbiamo“.
Ma anche la Scuderia di Maranello merita tanti elogi: “Ci vedevano come l’Armata Brancaleone” – dice il manager bresciano – “Ma le eccellenze in Italia ci sono, così come i talenti in Ferrari. C’è gente con grande esperienza e altri molto più giovani. Si trattava di dar luce e responsabilità a queste persone. L’Armata Brancaleone, che all’inizio veniva derisa, pian piano è cresciuta, assumendosi delle responsabilità. Oggi abbiamo processi operativi molto efficienti, con ragazzi pieni di voglia di vincere“.
Nell’immediato post gara di Monza, Arrivabene rifilò una stoccata non da poco ai rivali della Mercedes, sottolineando come in Ferrari pensassero ad assumere piloti veri, e non dei maggiordomi, con un chiaro riferimento alle manovre di Valtteri Bottas, diventate una costante nelle ultime uscite. Ad una decina di giorni di distanza, ecco le scuse di Arrivabene: “Ero convinto che una frase simile avrebbe generato polemiche, ne ero consapevole. Ci siamo scambiati vari messaggi io e Valtteri. Mi sono sentito in dovere di farlo perché lo rispetto, e mi sono voluto scusare con lui. Nel momento in cui mi è uscita dalla bocca quella frase, l’ultima persona alla quale ho pensato è stato Valtteri. Lo stimo molto e lo considero un ragazzo molto in gamba. Lui ha capito benissimo la situazione in cui è stata detta la frase“.
Il focus, poi, si sposta sulle figure del compianto Sergio Marchionne e sul suo successore, Louis Camilleri. “E’ stato detto e scritto molto, ma non ho mai letto una riga che evidenziasse il fatto che io sono qua perché mi ha assunto lui” – sottolinea Arrivabene parlando di Marchionne – “E’ ovvio che è stata una persona dalla quale ho imparato tantissimo. Abbiamo sempre lavorato insieme. Io conoscevo la persona che ho vissuto e le cose che ho letto sul nostro rapporto a volte mi fanno sorridere. Perché la verità è quella che vivi ogni giorno“.
Poi si passa al nuovo Amministratore Delegato: “Conosco Camilleri da almeno 25 anni e non devo essere certo io a sottolinearne le grandissime doti manageriali” – continua il team principal Ferrari – “Di lui va rimarcato l’aspetto umano, essendo uno che mette sempre le persone al centro delle aziende, creando grandi squadre. E non è che lui e Marchionne fossero due estranei. Si conoscevano da almeno 10 anni, facendo parte entrambi dei due consigli di amministrazione. Con personalità e stili diversi parliamo di due persone di alto livello“.
Infine si torna alla pista, al Gran Premio di Singapore, ad una rincorsa mondiale che vede Vettel e la Ferrari dover rimontare a Hamilton ed alla Mercedes rispettivamente 30 e 25 punti: “Siamo consapevoli che stiamo inseguendo, ma siamo altrettanto focalizzati sul fatto che vogliamo vincere. Non dobbiamo girar pagina ma, al contrario, dobbiamo tenere presente cosa è successo a Monza. Negli anni passati eravamo nettamente superiori ad altri, su una pista come Singapore, avente caratteristiche simili a Monaco come carico aerodinamico. E proprio a Monte Carlo le Red Bull hanno dimostrato di andare molto bene. Oltre alla Mercedes, dunque, dovremo stare attenti anche a loro“.
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