F1 Abu Dhabi 2017 Analisi – Uno-due Bottas-Hamilton. La Mercedes chiude dominando

Si chiude con una gara molto noiosa una stagione 2017 che, nel complesso, ha invece riservato molte emozioni. Sul circuito di Yas Marina, Valtteri Bottas riscatta una seconda fase di stagione in netto calando rispetto alla prima metà, ottenendo uno splendido hat-trick e dominando la scena. Per il finnico si tratta della terza vittoria in carriera, tornando sul gradino più alto del podio a quattro mesi e mezzo dal Gran Premio d’Austria. Il secondo posto di Lewis Hamilton certifica la doppietta e il dominio delle Frecce d’Argento, mai in discussione in questo weekend, visto il distacco rifilato a Sebastian Vettel, 3° ma a quasi 20 secondi dal leader. Dato curioso: i primi tre della classifica hanno concluso tutti con 13 podi all’attivo. Quarta posizione, ancora più staccato, per Kimi Raikkonen, il quale ha dovuto solo badare ad un Max Verstappen sempre abbastanza vicino ma mai in grado di attaccarlo. Un Kimi che si prende il 4° posto in classifica, grazie al ritiro di Daniel Ricciardo. Più indietro, il 6° posto di Nico Hulkenberg permette alla Renault di scavalcare la Toro Rosso al 6° posto nei Costruttori, mentre Felipe Massa chiude la sua carriera con il 10° posto. Una gara che, a margine della festa del podio, ha visto la presentazione del nuovo logo della Formula 1, che manda in pensione dopo 30 anni di onorato servizio quello storico (e famosissimo), voluto da Ecclestone nell’ormai lontano 1987.

Il nuovo logo della Formula 1 (foto da: twitter.com)

MERCEDES, UNA DOPPIETTA PER CHIUDERE ALLA GRANDE LA STAGIONE

Non poteva terminare in un modo migliore la Mercedes, in un 2017 che, pur ritrovando un fiero avversario come la Ferrari, ha visto come sempre accade ormai dal 2014 il team anglo-tedesco trionfare in entrambe le classifiche. Valtteri Bottas prova a scacciare tutti i dubbi e le perplessità emerse in quest’ultimo periodo, mettendo in piedi un weekend praticamente perfetto. Il finlandese ha posto basi solidissime già ieri, con una splendida pole (la 4° in carriera), che gli ha consentito di partire davanti e, grazie ad un ottimo spunto, di mantenere la leadership davanti a Hamilton. Nonostante l’ingombrante presenza del titolato compagno di box negli specchietti per tutta la gara, Bottas non ha sbagliato praticamente nulla, con un passo gara davvero importante. L’unico errore è stato un lungo in curva 7 in fase di doppiaggio ai -6, nell’unica occasione nella quale Lewis è riuscito davvero ad arrivare vicino all’altra W08 Hybrid.

Valtteri Bottas e Lewis Hamilton, scendono dalle rispettive monoposto al termine della gara di Abu Dhabi (foto da: juninalminuto.com)

Da quel momento in poi, però, Bottas ha abbassato ancora di più il ritmo (giro record in 1:40.650) e, approfittando anche del fatto che l’inglese ha tirato i remi in barca negli ultimi chilometri, è andato a chiudere con una meritata vittoria, la 3° in carriera e la 76.esima per la Mercedes. Per quel che riguarda Lewis Hamilton, il pilota britannico ha dato la sensazione di aver dato tutto, e forse, in determinati frangenti, di averne anche un pelo di più di Bottas. Alla fine, però, il pilota di Stevenage si è accontentato preferendo portare a casa una doppietta (4° stagionale) importante per il team. Un Hamilton che, come accaduto nella storia soltanto a Fangio (1954) e a Schumacher (2002), riesce a chiudere la stagione arrivando sempre in zona punti. Un giusto premio per una stagione che lo ha visto portare a casa il 4° titolo piloti in carriera.

FERRARI NON COMPETITIVA PER LA VITTORIA: VETTEL 3°, RAIKKONEN 4°

Un Gran Premio degli Emirati con qualche ombra di troppo per la Ferrari. Vero, Sebastian Vettel ha portato a casa il 20.esimo podio stagionale, miglior risultato dal 2007 (allora i podi furono 22), mettendo in ghiaccio il platonico ‘titolo di vice-campione’ (317 a 305 nei confronti di Bottas). Ma la prestazione della Rossa è stata al di sotto delle attese, pur su una pista che, già nelle previsioni, poteva favorire la Mercedes. E invece, dopo aver beccato il peggior distacco in qualifica in condizioni da asciutto da Silverstone, la Ferrari ha patito molto in gara, in particolare nella seconda parte, quando le monoposto hanno calzato le Supersoft, condannandosi ad una gara in difesa e, soprattutto, al risparmio.

Sebastian Vettel ha ottenuto il 13.esimo podio stagionale sul circuito di Yas Marina (foto da: formula1.ferrari.com)

E si poiché, passata una partenza dove, a meno di errori clamorosi, è praticamente impossibile guadagnare posizioni, e una prima fase con Ultrasoft dove Vettel, bene o male, perdeva solo qualche decimo al giro dalle Mercedes (in linea con quanto emerso venerdì), a partire dalla sosta ai box le cose sono cambiate. Come affermato da entrambi i piloti, la seconda parte di gara è stata caratterizzata da un fuel saving che ha impedito soprattutto a Seb di impensierire anche solo un minimo i rivali in argento. Anche se solo a tratti, il tedesco ha mostrato un passo interessante, tanto da giungere proprio all’ultimo giro a far segnare un ottimo 1:40.770, appena +0.120 più lento del miglior giro della gara, realizzato da Bottas appena tre giri prima. Un potenziale importante, ma è evidente che non c’era la costanza e, di conseguenza, la possibilità per reggere un passo come quello delle due W08 Hybrid, perennemente (o quasi) al di sotto dell’1:42.

Gara in ombra per Kimi Raikkonen, 4° e staccato al traguardo (foto da: twitter.com)

A far storcere il naso, poi, c’è il divario beccato da Kimi Raikkonen: non solo i 45 secondi da Bottas, ma soprattutto i 26 secondi rifilatigli da Vettel. Un gap decisamente troppo pesante, anche se poi, alla fine della fiera, Kimi ha tenuto a bada facilmente Max Verstappen e, con il ritiro di Ricciardo, ha anche ottenuto il 4° posto in classifica (205 a 200), frutto di un 57 a 8 nelle ultime 4 gare. Tornando alla prestazione della Ferrari, quanto accaduto ad Abu Dhabi ha reso palese che il settore nel quale la GES dovrà lavorare maggiormente per chiudere (o provare) il gap dalla fortissima Mercedes è il propulsore. Oltre all’affidabilità, dovranno essere trovate soluzioni utili a migliorare sia i consumi che ovviamente la potenza sprigionata dalla power unit di Maranello. Senza dimenticare anche il lato aerodinamico-telaistico, il tutto in connessione con il far funzionare al meglio i nuovi pneumatici Pirelli. Insomma, un inverno di duro lavoro attende tutti gli uomini della Scuderia.

DELUSIONE RED BULL: VERSTAPPEN MAI INCISIVO, RICCIARDO KO

L’indecifrabile Red Bull chiude malamente il 2017, con una gara molto al di sotto delle aspettative. Max Verstappen, 5° all’arrivo, becca 46.2 secondi dal vincitore e, dopo non aver mai brillato nel weekend, non riesce mai a dare fastidio sul serio ad un Kimi Raikkonen non trascendentale, pur passando praticamente tutta la gara tra il secondo e i tre secondi dalla Ferrari. Peggio è andata ad un Daniel Ricciardo, il quale comunque fino a quel momento stava vivendo un Gran Premio di Abu Dhabi decisamente convincente. Dopo il gran giro di sabato, il nativo di Perth parte bene e regge il ritmo di Vettel all’inizio. Dopo la sosta, però, ecco il guasto idraulico che mette fuori gioco Daniel e gli costa anche il 4° posto in classifica piloti a vantaggio di Raikkonen.

Poca gloria per la Red Bull ad Abu Dhabi. Verstappen termina 5°, mentre Ricciardo si ritira (foto da: twitter.com/redbullracing)

Parlavamo, poco più su, di Red Bull ‘indecifrabile’. In pochi, tra gli addetti ai lavori, riescono a spiegarsi il calo prestazionale subito dalle due RB13 tra Interlagos e Abu Dhabi stessa; due piste dove, sulla carta, la monoposto anglo-austriaca avrebbe avuto tutto per ben figurare. Il tutto amplificato dalla ‘tonitruante’ vittoria di Max Verstappen a Città del Messico, e dalla crescita esponenziale della Red Bull nella seconda metà di stagione, allo stesso modo difficilmente spiegabile con uno sviluppo combinato di propulsore e corpo macchina che, in realtà, non c’è stato, o quantomeno non in quelle proporzioni. E così, dato che spesso a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca, i maligni ipotizzano di una Red Bull che, dopo la troppo rumorosa (e sospetta) vittoria messicana, abbia tolto dalla monoposto alcune soluzioni in ottica 2018 (in particolare all’avantreno, con la sospensione), rimontando altre più tradizionali, che sono poi andate ad inficiare la competitività delle due monoposto, tornate di colpo indietro, ad un livello pre Singapore. Staremo a vedere, soprattutto come si muoverà la FIA del post-Budkowski.

GLI ALTRI #1: HULKENBERG REGALA IL SORPASSO ALLA RENAULT. PUNTI PER LE FORCE INDIA, ALONSO E MASSA

La gara di Yas Marina aveva qualche verdetto non da poco da emettere, alle spalle dei top-team. Alla fine, il sorpasso della Renault ai danni della Toro Rosso al 6° posto nei Costruttori si concretizza, grazie ad una grande gara di Nico Hulkenberg, ben più performante in questa occasione di un comunque sfortunato Carlos Sainz, messo ko da un’anteriore sinistra letteralmente non avvitata in occasione del pit stop (giro 32). Una gara assolutamente non facile per il tedesco del team francese, che lo ha visto incrociare le traiettorie con Sergio Perez, rimediando una penalità di 5″ da scontare al box per aver tagliato una chicane senza restituire la posizione; il pit è poi durato almeno 3″ in più del dovuto, a causa di difficoltà nello svitare la posteriore destra. Ciononostante, Hulk ha portato a casa il quarto 6° posto in stagione.

Il muretto Renault festeggia il 6° posto di Nico Hulkenberg, utile per superare la Toro Rosso in classifica Costruttori (foto da: twitter.com)

Quanto accaduto nelle prime fasi ha fatto imbestialire la Force India, che ha comunque registrato l’ennesimo doppio piazzamento a punti della stagione, con Perez 7° ed Ocon 8° (16.esima volta su 20 gare). In particolare, Fernley e compagnia cantante hanno giudicato irrisoria la penalità comminata a Hulkenberg, dato che, dopo la sosta, il tedesco è comunque rimasto davanti a Perez. Passando oltre, è da sottolineare il terzo arrivo a punti di fila per Fernando Alonso (9°), che conclude così l’odissea dell’avventura McLaren-Honda 2.0. Un Alonso come al solito combattivo, che vince la sua battaglia con Felipe Massa, scavalcato al giro 23 subito dopo il cambio gomme, per poi controllare fino al traguardo. La zona punti viene chiusa proprio da Felipe Massa, che chiude con il massimo sorriso possibile che l’attuale Williams potesse regalargli. Un Massa che lascia, stavolta definitivamente, il Circus, con più di qualche dubbio, guardando anche al confronto con il rookie Lance Stroll, battuto in classifica (43 a 40) e stracciato a Yas Marina, dove il canadese termina addirittura ultimo.

GLI ALTRI #2: NULLA DA FARE PER HAAS E TORO ROSSO. ANCORA SEGNALI POSITIVI DALLA SAUBER

Deve accontentarsi dell’8° posto Costruttori la Haas, a secco di punti per la terza volta nelle ultime quattro gare. Romain Grosjean giunge 11°, ingaggiando un duello in avvio con Lance Stroll, che si faceva passare dal rivale per poi ripassarlo di DRS. Kevin Magnussen, da parte sua, paga una cattiva partenza, segnata anche da un testacoda in ingresso di curva 3, che lo fa precipitare in fondo al gruppo. Di riffa e di raffa, comunque, il danese costruisce una buona risalita, fermatasi al 13° posto, alle spalle dell’altra McLaren di Stoffel Vandoorne. Parlavamo poco più su della rincorsa conclusasi felicemente da parte della Renault. L’altra faccia della medaglia è quella della Toro Rosso, molto in ombra anche ad Abu Dhabi. Il team di Faenza ha pagato a caro prezzo sia il doppio cambio di piloti che i gravi problemi di affidabilità (correndo depotenziati in queste ultime gare), con connesse discussioni con i vertici Renault. Negli Emirati, Brendon Hartley e Pierre Gasly (autore di un testacoda) hanno concluso rispettivamente 15° e 16°. Spicca la gara, probabilmente l’ultima in Formula 1, di Pascal Wehrlein, che conduce la Sauber ad un positivo 14° posto, mentre Ericsson termina 17°. Una Sauber che, in attesa di capire fino a che livello si spingerà il collegamento con l’Alfa Romeo, conferma le buone impressioni dell’ultimo periodo, con l’approdo di Furbatto che ha sicuramente giovato al team di Hinwil.

GP ABU DHABI: QUANDO IL CONTORNO NON BASTA PER NIENTE

Detto con franchezza, di una pista della pochezza contenutistica come Yas Marina non se ne può proprio più. Ce la si mena ogni volta con tutto ciò che circonda questo evento. Ma di fuochi d’artificio, di glamour, di panfili mastodontici, di sceicchi e ricconi vari, e del conseguente lusso sfrenato, la Formula 1 può fare benissimo a meno. Ma fosse questo il problema maggiore con questa location, beh, ci faremo volentieri il callo. Il guaio è che Yas Marina è l’anti-tutto ciò che riguarda la Formula 1 e il Motorsport. Asettica, apatica, piatta, con nessuna curva che può colpire l’immaginario del pilota (e dell’appassionato) nemmeno di striscio; una pista con due rettilinei infiniti dove è quasi impossibile superare se non si può contare su un rilevante vantaggio su chi ti precede. Gli stessi uomini di Sky, dopo varie sviolinate di prammatica, alla fine non ce l’hanno fatta più, definendo quello di Abu Dhabi come il circuito più brutto in calendario, insieme a quell’altro aborto di Sochi. L’ho ripetuto varie volte in questi giorni (e negli anni passati). Non ho mai capito come sia stato possibile, partendo da un foglio bianco e potendo fare praticamente qualsiasi cosa, partorire un’opera del genere, un monumento al nulla. Dati i tanti petrol-dollari che da quelle parti tirano fuori per ospitare la Formula 1 e, in particolare, la gara conclusiva (si dice che sia l’evento a sborsare di più, sui 50 milioni), temo purtroppo che dovremo sorbirci questi trenini ancora per un bel pò.

Immagine dall’alto del circuito di Yas Marina, considerato in modo pressoché unanime come uno dei più brutti in assoluto della attuale Formula 1 (foto da: twitter.com)

E adesso lo sguardo si volge al 2018. Martedì e mercoledì si torna già in pista, per due giorni di test off-season sempre a Yas Marina. Poi partirà il countdown verso Melbourne, distante 160 giorni.

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