Non è un giovedì come tutti gli altri, quello della Ferrari a Singapore. Non solo perché precede un fine settimana di capitale importanza in ottica iridata, visti i punti da recuperare rispettivamente su Lewis Hamilton e sulla Mercedes. Ma anche perché è il primo seguente alla ‘rivoluzione’ ufficializzata ad inizio settimana, con l’annuncio dell’arrivo di Charles Leclerc per il 2019, con il conseguente addio di Kimi Raikkonen, che andrà in Sauber. Proprio il finlandese ha dato il meglio di sé in conferenza stampa, replicando con spirito alle domande dei giornalisti. Molto interessanti anche le dichiarazioni di Sebastian Vettel, pronto a dar battaglia sulle strade della ‘Città del Leone‘.

Kimi Raikkonen, durante la sessione autografi del giovedì di Singapore (foto da: twitter.com/ScuderiaFerrari)

Partiamo proprio da Kimi Raikkonen, che ha svelato importanti retroscena, a partire dalla sua volontà, che non era propriamente quella di salutare Maranello o, comunque, di appendere il casco al chiodo. “Non è una decisione che ho preso io, né l’esito è dipeso da me” – spiega il finlandese, a proposito di quanto successo nei giorni successivi a Monza – “Della decisione della Ferrari ne sono venuto a conoscenza nel weekend del Gran Premio d’Italia. Conoscendo già delle persone che lavorano alla Sauber grazie alle mie esperienze passate, abbiamo in pratica iniziato a parlare da quel momento“.

Circa le motivazioni che lo hanno spinto a questa scelta, Kimi è netto: “Perché no? Ho voluto farlo, punto. Non ne so più di voi circa le prestazioni delle monoposto il prossimo anno e nessuno può saperlo, può solo fare ipotesi. Ho i miei motivi per questa scelta e sono sufficienti per me, non ho bisogno di sentire quello che pensano gli altri e non mi interessa. Non è una cosa alla quale posso dire di aver già pensato, non sapendo quello che può succedere in futuro. Semplicemente si è presentata questa occasione“.

“Se la Sauber sarà la mia ultima squadra? Penso di si. Ma a me non interessano né le statistiche né l’età, faccio solo quel che ritengo sia giusto per me. Mi fermerò e smetterò quando sentirò che è la cosa giusta per me, non ho bisogno di farlo se non me la sento” – aggiunge il ferrarista, che poi scherza con chi gli chiede quali saranno le sue motivazioni, con ironia: “Non ho più la passione per le gare. Lo faccio solo come un gioco mentale. Continuerò a correre infelice per altri due anni, solo per farvi porre delle domande. A parte tutto, è irrealistico pensare a vittorie o cose simili. Dovremo solo pensare a portare sempre a casa il massimo possibile“.

Il focus si sposta poi sul campionato in corso, compresa la questione di poter aiutare, nel caso, Vettel: “Guidando solo una macchina, faccio quello che posso. Si parla tanto di questo, di come potrei aiutare Seb o meno. Ma parlare dal di fuori, ipotizzando vari scenari, è sempre più facile. In pista, però, fare la cosa giusta è complicato. Vedremo che succederà e se ci troveremo vicini. Chiaramente, noi conosciamo bene le nostre regole interne, e sono molto semplici“.

Passiamo adesso a Sebastian Vettel. Il tedesco è conscio dei punti persi, indicando in quello di Hockenheim l’errore che più gli ha dato fastidio; ma Seb, un pò a sorpresa, non indica in Hamilton il suo rivale principale, bensì se stesso. “Non si può cambiare quanto successo finora, ma fare in modo che ciò che accadrà d’ora in poi vada nel verso voluto da noi. Siamo totalmente focalizzati sulla gara di Singapore e vogliamo provare a vincere. Monza? Ovvio che sia ancora deluso, poiché quando parti in prima fila e poi, dopo due curve, riparti ultimo, non è mai una buona cosa. Non ha senso, però, continuare a ripensare a quanto successo, ma bisogna investire tutte le energie per preparare al meglio questo weekend“, esordisce il tedesco.

Sebastian Vettel, impegnato con gli uomini del suo box nella classica track-walk del giovedì a Marina Bay (foto da: twitter.com/ScuderiaFerrari)

“Credo che il mio più grande nemico sia me stesso” – dice Vettel – “Abbiamo una grande macchina, con tutte le possibilità far bene, anche se Lewis è il leader in questo momento ed è il pilota da battere. I miei errori? E’ normale commetterne quando si disputano tante gare, ci sono sempre cose che avresti voluto fare meglio. Di sicuro la gara peggiore è stata in Germania. La cosa più importante è che so cosa sia successo e posso spiegarlo, poi ognuno è libero di avere le proprie opinioni. Avrei voluto vincere lì, ma non voglio concentrarmi su cosa avrebbe potuto essere ed invece non è stato“.

Il focus, quindi, passa sul futuro arrivo di Leclerc nel 2019. “E’ una grande opportunità per Charles. E’ bello vedere che abbia completato un bel percorso, essendo da tempo nello Junior Team Ferrari. È un bravo ragazzo e spero che si integri bene e sono certo che tutti gli daranno una mano” – sottolinea Sebastian – “Se sei veloce e hai talento, l’età non conta. Kimi rappresenta l’esempio migliore di come si possa esserlo anche quando ti dicono che sei vecchio. Charles merita di essere in Formula 1 ed è fantastico che abbia l’opportunità di correre in una grande squadra come la nostra. Ma tutto ciò interesserà per il 2019“.