Esclusiva Stadiosport- Alex Calderoni:”Gestisco uno stabilimento balneare, in attesa di poter allenare i portieri. Che Atalanta in Europa ! Percassi pensa in grande”

In esclusiva per Stadiosport, Alex Calderoni, ex portiere di Atalanta e Cesena oltre che di tante altre squadre, dove si è sempre contraddistinto per la sua professionalità e bravura tra i pali. Oggi Alex gestisce insieme alla moglie uno stabilimento balneare a Cervia, dal nome Bagno Oasi 67, in attesa di ricevere una chiamata da qualche società professionistica, per poter lavorare come preparatore dei portieri. Nel corso di questa intervista, Alex Calderoni ci ha parlato un pò di lui, partendo dai suoi trascorsi della sua carriera fino agli argomenti più attuali riguardanti il calcio, specie sulla sua Atalanta, che sta facendo molto bene in Europa e con un presidente come Antonio Percassi, il quale sta facendo cose incredibili a Bergamo, su tutti l’acquisizione dello stadio “Azzurri d’Italia”e la ristrutturazione del centro sportivo di Zingonia. Abbiamo chiesto ad Alex, se secondo lui l’Italia riuscirà ad andare ai mondiali nonostante il ko subito in Svezia, e si è detto fiducioso sulla possibilità che gli Azzurri del ct Ventura riescano nell’impresa a ribaltare l’uno a zero dell’andata.

Ciao Alex, cosa fai oggi dopo un’ottima carriera tra i pali vissuta a livello professionistico ?

“Da quando ho smesso di giocare a livello professionistico nella stagione 2014-2015, ho militato successivamente nel Ribelle, una società di Serie D, che in quell’anno quando c’ero io abbiamo lottato col Parma per vincere il campionato. Oggi gestisco uno stabilimento balneare qui a Cervia, in attesa di ricevere una chiamata da qualche società professionistica come preparatore dei portieri, avendo il patentino, ma al momento è dura, perché le società ormai hanno già questa figura, anche se ho provato con altri miei ex compagni a metter su uno staff tecnico, il problema però è che pure loro stanno avendo le mie stesse difficoltà, essendo sui 40 anni e smesso da poco di giocare, quindi al momento è davvero difficile inserirsi in una società professionistica, mentre ho avuto delle richieste da società dilettantistiche, che non mi sono sinceramente sentito di accettare”. 

Queste difficoltà che tu stai riscontrando, come anche tanti dei tuoi ex colleghi nel rimanere a lavorare all’interno del mondo del calcio sono all’ordine del giorno, non pensi che siano dovute al fatto di essere spesso chiusi da persone, che non hanno mai vissuto una carriera da professionisti, ma che riescono comunque a inserirsi  nelle società, creando di conseguenza un danno a voi stessi. Ti sei mai fatto questa idea ?

“Purtroppo è vero, non per fare polemiche, ma le società pur di risparmiare preferiscono affidarsi a gente che conoscono o che ci arrivano tramite amicizie. Lo stesso vale a livello giovanile, dove queste persone allenano anche gratis pur di inserirsi nel mondo del calcio, poi attenzione c’è anche gente che magari ha giocato solo in Prima Categoria, ma ha studiato e superato esami a Coverciano, e oggi è a lavorare nelle società professionistiche. Io che ad esempio ho giocato al Cesena non ho mai ricevuto una chiamata, dico Cesena perché è una società a pochi chilometri da dove vivo, ma posso dirti anche tante altre come il Santarcangelo, Forlì o Ravenna. L’unico con cui ho avuto dei contatti, è stato con il mio ex compagno all’Atalanta, Michele Marcolini, il quale lo scorso anno allenava il Santarcangelo e si era discusso della possibilità di far parte del suo staff, ma non c’erano le condizioni, già a fatica la società gli aveva consentito di tenere il suo vice Davide Mandelli”.

Nel corso della tua carriera, la squadra dove hai militato più anni è senz’altro l’Atalanta, ti aspettavi che facesse così bene in Europa League?

“Sinceramente mi ha sorpreso, credevo facesse fatica come capitò lo scorso anno al Sassuolo, tenendo conto del numero della rosa che non è come quella ad esempio della Lazio, oltre tutto in un girone per nulla facile, dove erano presenti squadre importanti e di grande esperienza, invece sta facendo molto bene e sono felice di questo”.

  

Nei tuoi dieci anni trascorsi a Bergamo, avevi come presidente il compianto Ivan Ruggeri, oggi invece la società bergamasca è sotto la guida della famiglia Percassi, che ha grandi ambizioni per il club. Sei d’accordo sul fatto che l’Atalanta debba continuare su questa politica proiettata verso il futuro?

“La gestione del povero presidente Ruggeri era più familiare ,mentre quella di Percassi è un pò più importante, disponendo di una buona disponibilità economica, basti pensare all’acquisizione e ristrutturazione dello stadio seguendo il modello di quello della Juventus, e soprattutto quello di rinnovare il centro sportivo di Zingonia, dove all’interno c’è in progetto quello di creare una struttura importante per i ragazzi del settore giovanile. Io ci sono andato recentemente e ho visto Zingonia praticamente trasformata rispetto a quando giocavo.”

Nei progetti societari dell’Atalanta, aggiungiamoci anche un diesse bravo come Sartori e un tecnico preparato come Gasperini, i tifosi sono costretti a sognare in grande. Pensi che l’ambiente possa fare delle pressioni a società e squadra?

” Con il progetto dello stadio nuovo, i tifosi si abituano bene e magari vogliono che la squadra lotti sempre più per obiettivi ambiziosi come è normale che sia, ma Bergamo è una piazza comprensiva, dove si può lavorare bene e in serenità, poi va considerato che fino a qualche anno fa la squadra era in B, ora invece si trova in Europa, quindi la tifoseria è molto matura. La politica rimarrà quella, avendo un diesse bravo come Sartori, il quale è sa scovare giocatori sconosciuti, i quali rimpiazzano sempre molto bene quelli che partono , tanto per fare un nome, Freuler, che è uno dei migliori centrocampisti del campionato. Gasperini io non lo conoscevo tranne che da avversario e sta confermando la sua bravura, riuscendo a valorizzare tutti i giocatori della rosa, basti pensare a Gomez, Petagna e tanti altri”.

 

Tu sei stato un ottimo portiere, chi di quelli in attività ti piace e se si sta puntando ancora su questo ruolo nel nostro calcio?

“Sul ruolo del portiere in Italia si sta puntando poco a mio avviso, gli unici sono Sportiello, Consigli e Perin, di quelli giovani e bravi. Si è sempre alla ricerca del nuovo Buffon, ma al momento c’è solo Donnarumma, mentre una volta ne avevamo tanti, basta ricordarci portieri del calibro di Peruzzi, Pagliuca, Toldo o Marchegiani, oggi invece ce ne sono molti di meno. Si sta puntando purtroppo su questa moda del portiere straniero e quindi diventa dura avere trovare nuovi talenti tra i pali. Mia moglie tifa Lazio e ho avuto la possibilità di seguire  Strakosha, che fino a tre anni fa aveva uno stile brutto da vedere, fu poi mandato in prestito alla Salernitana, dove giocò pochissime partite e fu accantonato, ora invece è migliorato tantissimo ed è uno dei migliori portieri  della Serie A”.

        

Tu hai giocato per diversi anni anche in Serie B, oggi questo campionato vede attualmente una classifica molto corta, con un distacco di soli dieci punti tra la prima e l’ultima classificata. Secondo te questo è sinonimo di troppo equilibrio o del livello tecnico che è vistosamente calato?

“Sicuramente il livello tecnico è calato, facendo un paragone di quando la giocavo io con Atalanta e Cesena, vale a dire dal 98 al 2005, fino a quei tempi c’erano ancora squadre forti, oggi tolto il Frosinone che comunque può fare meglio non vedo altre formazioni migliori”.

L’Italia domani sera a San Siro si giocherà la qualificazione al Mondiale, dopo la brutta sconfitta subita in Svezia, pensi che gli Azzurri riusciranno a farcela?

“Questa Nazionale ad essere sincero non mi entusiasma, però spero e mi auguro che ce la possa fare, bisogna riuscirci perché le possibilità ci sono”.

Qual’è stato l’allenatore che in carriera ti ha dato quel qualcosa più degli altri ?

” L’allenatore con cui sono stato più anni è Stefano Colantuono, il quale l’ho sia a Bergamo che a Torino, ma se devo dire quello che mi ha impressionato maggiormente è senz’altro Delio Rossi, che mi ha allenato per 6 mesi all’Atalanta, lui mi ha dato subito fiducia, facendomi esordire in A, preferendomi ad un portiere d’esperienza come Massimo Taibi. La stagione successiva lui andò alla Lazio e mi voleva con sé, ma poi rimasi a Bergamo”.

   Delio Rossi

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