Emergenza Coronavirus: la Premier League pensa al ritorno in campo a giugno con partite da disputare a porte chiuse. Wembley è pronto ad ospitare più partite così da permettere alle società di spostarsi il meno possibile.
L’emergenza Coronavirus che ci tiene segregati in casa ormai da settimane non accenna ad allentare la presa. Sebbene i numeri dei contagiati e dei morti si siano leggermente abbassati, la situazione continua comunque a restare critica.
Molti settori lavorativi sono tuttora bloccati e lo saranno per molto ancora. Tra questi ovviamente anche il calcio che ha chiuso i battenti come tutti gli ambiti lavorativi non indispensabili. Giocare in un momento così delicato, mettendo a rischio la salute di staff e giocatori, non è contemplato.
Il calcio potrà ripartire quando tutto si sarà risolto, o comunque quando ci saranno le possibilità di riprendere in tranquillità e senza rischi per nessuno. In questo senso la Football Association inglese starebbe studiando un modo per tornare in campo già a giugno.
La federazione d’oltremanica non contempla infatti l’idea di una fine anticipata della Premier League, né tantomeno il congelamento della stagione che, a 9 giornate dalla fine, vede il Liverpool in testa, Manchester City, Leicester, Chelsea, Manchester United e Wolverhampton in Europa e Bournemouth Aston Villa e Norwich in Football League Championship.
L’idea è quella di giocare le partite a porte chiuse, utilizzando, nel caso, anche lo stadio di Wembley che, qualora l’idea passasse, permetterebbe alle società di limitare enormemente il numero degli spostamenti. L’intento della F.A. è quindi quello di salvaguardare l’integrità economica e finanziare dell’intero sistema calcistico inglese.
Infatti se il campionato non venisse terminato il conto da pagare ai proprietari dei diritti televisivi ammonterebbe a 762 milioni di sterline. Cifra che la Premier League vuole evitare a tutti i costi.
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