
Il tennis mondiale si interroga sulla scelta di Novak Djokovic. Il campione serbo, attualmente numero sei del ranking ATP, ha ufficialmente comunicato il forfait anche per il Masters 1000 di Cincinnati, completando così un’estate nordamericana di assenze che desta più di qualche perplessità.
Un agosto senza racchetta in mano
La decisione del 37enne di Belgrado di saltare sia Toronto che Cincinnati rappresenta una mossa strategica quanto rischiosa. Per la prima volta dopo molti anni, Djokovic si presenterà agli US Open – l’ultimo Major della stagione – completamente a digiuno di match ufficiali da oltre un mese.
L’ultima volta che abbiamo visto Nole in campo risale infatti alla semifinale di Wimbledon, dove ha dovuto arrendersi alla superiorità di Jannik Sinner. Il numero uno mondiale ha dominato l’incontro con un convincente 6-3, 6-3, 6-4, spegnendo i sogni del serbo di conquistare il suo venticinquesimo titolo del Grande Slam.
La nuova filosofia di un campione maturo
Questa strategia di preservazione fisica potrebbe nascondere una filosofia completamente nuova nell’approccio di Djokovic alla stagione. A 37 anni, il serbo sembra aver adottato un criterio di selezione degli eventi sempre più rigoroso, puntando esclusivamente sui tornei che considera prioritari.
La scelta di evitare il tour estivo nordamericano, tradizionalmente considerato una tappa fondamentale di preparazione per Flushing Meadows, suggerisce una fiducia estrema nelle proprie capacità di adattamento e una gestione delle energie che guarda al lungo termine.
Il rischio di un ritorno a freddo
Tuttavia, presentarsi agli US Open dopo un mese e mezzo di inattività competitiva rappresenta una scommessa ad alto rischio. Il tennis moderno, caratterizzato da ritmi sempre più intensi e da una concorrenza spietata, raramente perdona lunghi periodi di stop, anche per i campioni più navigati.
La mancanza di partite ufficiali potrebbe tradursi in difficoltà nel trovare il giusto ritmo-gara, aspetto cruciale in un torneo che storicamente premia la continuità e la resistenza fisica.
Sinner e la nuova generazione aspettano
Mentre Djokovic osserva da lontano, Jannik Sinner e gli altri protagonisti della nuova generazione stanno accumulando fiducia e match-practice sui campi nordamericani. Il recente trionfo dell’altoatesino su Djokovic a Wimbledon ha segnato simbolicamente il passaggio di testimone generazionale, e l’assenza del serbo dai tornei di preparazione potrebbe accelerare ulteriormente questo processo.
New York come ultimo atto?
Gli US Open si profilano quindi come un appuntamento cruciale per definire il futuro immediato di Djokovic. Sarà interessante vedere se questa strategia del riposo forzato pagherà dividendi o se, al contrario, rappresenterà un azzardo di troppo per un campione che, nonostante l’età, continua a nutrire ambizioni ai massimi livelli.
Il tennis mondiale attende con curiosità di rivedere Nole in azione, consapevole che ogni sua apparizione potrebbe essere sempre più preziosa e rara.