Day After Real Madrid-Ajax: analisi di una crisi che viene da lontano

Sono trascorse soltanto poche ore dall’ imponderabile e le ferite sono ancora fresche. aperte, in attesa di esser medicate, semmai medicarle possa arrecare un minimo sollievo. No, non è stato un scherzo di Carnevale. L’ eliminazione del Real Madrid dalla Champions League è giunta per davvero. Gli dei sono caduti. Forse, ciò che è si verificato è il risultato di una crisi che viene da lontano e ,probabilmente, corrisponde al punto e a capo che determina la fine di uno splendido ciclo.

Bisogna ammetterlo, davvero in pochi avrebbero trattenuto il sorriso all’ udire frasi profetizzanti il passaggio del turno dell’ Ajax. Nonostante una gara d’ andata giocata ad altissimi livelli e persa soltanto per sfortuna, gli uomini di Ten Hag apparivano sfavoriti rispetto ai tredici volte campioni d’ Europa.

 

Tuttavia, anche per fortuna, non sempre accade ciò che è scontato. La notte scorsa il tridente dei lancieri ha letteralmente danzato sulla retroguardia madrilena. Tadic ha istruito i passi, Neres e Ziyech li hanno riproposti in grande stile. E Courtois? Nacho? Casemiro? Attoniti, immobili dinanzi allo spettacolo proposto dagli avversari, quasi avessero dimenticato di essere i campioni uscenti della competizione.

Dopo aver scritto una delle peggiori pagine della propria storia, le Merengues sono tornate a casa con la coda tra le gambe. Ma non c’ è da sorprendersi. In quel di Madrid l’ aria era infestata già prima della disfatta di ieri. Gli spettri del fallimento erano latenti da inizio stagione. Ed ora proviamo ad analizzare le tre problematiche principali che hanno condotto alla loro annata negativa.

ALLENATORE

L’ addio di Zidane aveva fatto storcere il naso a molti. Era opinione comune che sarebbe stato complicato trovare un degno sostituto per il Real Madrid. E così è stato. La breve avventura di Lopetequi si è rivelata disastrosa. Dopo un avvio incoraggiante, la squadra ha imboccato un tunnel molto buio, \registrando anche il poco onorevole record di digiuno dalle reti per ben 8 ore di gioco.

L’ avvento di Solari ha certamente migliorato le cose, ma non totalmente. Molti dei suoi uomini (Isco in primis) hanno risentito di un passaggio ad uno stile di gioco semplice e prevedibile, che è andato incontro ad un cortocircuito dinanzi ad avversari chiusi ed organizzati. Le sconfitte riportate contro Cska Mosca, Eibar e Girona ne sono state una dimostrazione. E tantomeno le vittorie su Levante e Ajax, all’ andata, sono apparse brillanti.

La scelta di due allenatori non adatti all’ ambiente ha fruttato una stagione nefasta. A marzo, il Real è già fuori dalla lotta per ogni competizione.

ORGANICO

Una Liga, 4 Champions League, 1 Copa del Rey, 4 Supercoppe Uefa, 3 Coppe del Mondo per Club e 1 Supercoppa Spagnola. Il fiume di trofei vinti dal Real Madrid, a partire dalla stagione 2013/14, ha avuto una portata immane, Senza dubbio, i meriti di tali trionfi sono da addebitarsi tanto agli allenatori quanto ai calciatori. Tuttavia, ogni ciclo vincente è destinato a concludersi, prima o poi, non tanto per il declino qualitativo ma per il venir meno della fame.

Florentino Perez ha avuto il demerito di non capirlo in anticipo, lasciando la rosa quasi immutata. L’ 11 titolare è rimasto pressochè invariato, vantando i nomi dei soliti noti ormai assuefatti dalle vittorie. L’ innesto di nuovi calciatori, a questo punto, appare d’ obbligo per ripartire e i vari Asensio, Odriozola, Vinicius e Llorente sono chiamati al definitivo salto di qualità per garantire una nuova base per ritrovarsi. I tempi di attesa si stringono.

RONALDO

Sostituire un 5 volte Pallone d’ Oro è impresa ardua, se non impossibile. La partenza di Ronaldo ha privato il Real Madrid di un bocca di fuoco inesauribile e micidiale, che con le proprie marcature ha trascinato più volte i suoi alla vittoria. Non sorprenda l’ alta percentuale (il 23%) di gol da lui realizzati tra il 76° e il 90° nel computo totale delle marcature, quindi nelle fasi più calde del match, o il numero impressionante di titoli di capocannoniere di Champions League. Spesso e volentieri è stato decisivo per la vittoria delle competizioni.

Nella stagione attuale, il ruolo di trascinatore delle Merengues è passato nelle mani di Bale, il quale, pur non sfigurando, ha avuto un rendimento certamente non paragonabile a quello del portoghese. La mancanza di un nuovo numero 7 ( non Mariano Diaz) ha pesato notevolmente sul rendimento di tutta la squadra e, probabilmente, l ‘ innesto di Hazard avrebbe conferito all’ attacco maggior peso specifico per poter raggiungere obiettivi di alto profilo.

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