Una carriera intensa durata dieci anni, appassitasi in modo lento ma inesorabile. Andrè Schurrle dice basta al calcio giocato e appende gli scarpini al chiodo ad appena 29 anni di età. L’eroe del Mineirazo faceva parte della “golden age” del calcio tedesco che aveva portato la nationalmannschaft sul tetto del mondo per la quarta volta nella propria storia. Lui, insieme ai vari Gotze, Draxler, Kroos, Reus rappresentava una generazione giovane di talenti forgiata tutta nel campionato tedesco e a cui altre Federazioni avrebbero provato ad ispirarsi. Prima un alloro mondiale da assoluto protagonista: doppietta al Brasile in quella storica semifinale finita 7-1 che a tutt’oggi rappresenta la sconfitta più pesante per la compagine verdeoro, poi l’assist decisivo per il gol di Gotze in finale contro l’Argentina. Infine, un lento declino che lo ha condotto ad essere, da stella promettente del calcio tedesco, un desaparecido costretto a girovagare in prestito tra diversi stadi d’Europa senza mai riuscire a recuperare la forma di un tempo.
Ala sinistra dal fisico potente e dribbling esplosivo, Schurrle faceva della sua duttilità in campo un punto di forza a favore degli allenatori i quali, sfruttandone le caratteristiche fisiche e tecniche, potevano schierarlo indistintamente in qualsiasi ruolo d’attacco. La sua stella ha finito definitivamente di brillare in Russia, allo Spartak Mosca, dove era giunto in prestito dal Borussia Dortmund, collezionando la miseria di 13 presenze e un gol.

Schurrle si ritira dal calcio giocato: “Non ho più bisogno degli applausi del pubblico”
I problemi di Andrè Schurrle iniziano dopo il Mondiale quando l’allora ventiquattrenne è un giocatore del Chelsea all’apice della carriera. Tutta colpa di un pezzo di pollo che gli causa un’intossicazione alimentare provocandone una vistosa perdita di peso:
“Successe durante una trasferta in Polonia. Tutta la squadra mangiò quel pollo, ma solo io mi sentii male – dichiarò al Sun – Persi sino a 5 chili e per uno come me, che era già magro, questo si rivelò un problema. Mi ci è voluto tanto per rimettermi in forze. Stavo davvero male e non riuscivo ad alzarmi dal letto. Poi scoprimmo che era salmonella”.
Da lì una lenta discesa che è culminata nei prestiti al Fhulam e allo Spartak Mosca. Tormentato da problemi fisici, e sempre meno in grado di risultare incisivo, Schurrle ha detto basta e ha comunicato la decisione di ritirarsi al Der Spiegel:
“L’idea era maturata in me già da un po’ di tempo, e alla fine hop deciso. I momenti difficili erano sempre di più e quelli felici sempre meno. Non o più bisogno degli applausi del pubblico”.
Gennaro Iannelli
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