Il recente caos connubio mafia – tifo di Serie A potrebbe presto allargarsi a macchia d’olio. Se inizialmente si pensava che le “infiltrazioni” della ‘ndrangheta fossero relativi soltanto alla Juventus rischia seriamente di doversi ricredere. A confermarlo è stato Raffaele Cantone, presidente dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione), che ha allargato il discorso anche a tutte le altre curve del nostro Paese.
Intervistato dal quotidiano torinese “Tuttosport”, Cantone ha sottolineato che a vicenda che ha tirato in ballo la Juventus è oggettivamente preoccupante, dal momento che la Vecchia Signora è da sempre il fiore all’occhiello del calcio italiano. L’esempio più chiaro è lo stadio di proprietà, primo in Italia a essere costruito, per non parlare della famiglia Agnelli, un’eccellenza dal punto di vista imprenditoriale. Questa vicenda, dunque, porta un po’ di macchia, seppur non sia un tema che deve meravigliare più di tanto.
Secondo il presidente, infatti, il triste problema delle infiltrazioni è molto più vasto di quanto si possa immaginare in questo momento, alla luce dei recenti fatti di cronaca. Cantone ha ribadito che questo fenomeno coinvolge anche molte squadre del Nord, dove non c’è mafia ma ci sono spaccio di droga e violenza. Un complesso di attività illecite purtroppo consolidato, ormai strutturale, e da debellare in modo definitivo. Per ridare al calcio quel volto pulito che troppo spesso negli ultimi anni è mancato.
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