Sembrava una notte negativa per il Real Madrid di Zidane, una serata da fine Impero, e invece come la Fenice, il Madrid rinasce dalle proprie ceneri e porta a casa un 3-1 d’oro.
C’è una legge che sembra scritta nel destino del Bernabeu. Non importa quale periodo il Real stia attraversando, non importa se quella sembra la gara della svolta (in negativo), in cui tutti sono pronti a puntare l’indice, a segnare sull’agenda la data della fine. Il Bernabeu e la Champions League vivono quasi in simbiosi. Questa volta a farne le spese è stato un ottimo PSG, che torna a casa con 3 gol sul groppone e poco più, nonostante una grande gara.
I parigini erano andati in vantaggio al 33′ grazie all’uomo meno atteso, Adrien Rabiot, che dopo il velo di Cavani, e il tocco di Neymar, gela Navas e la cattedrale del madridismo con un tiro di destro. Poi comincia la salita: al 43′ un addormentato Lo Celso mette a terra in maniera troppo ingenua Kroos, e Ronaldo non si lascia sfuggire l’occasione fucilando Areola.
Nel secondo tempo il PSG però ha il pallino del gioco, Neymar sulla sinistra fa ballare tutti, soprattutto Nacho, Verratti e Rabiot comandano in regia, e la serata sembra veramente nera per il Real Madrid. Poi cambia qualcosa: Emery toglie Cavani, inserendo Mounier, mentre Zidane toglie Casemiro e Isco per Bale e Asensio. Il Real Madrid rinasce, all’83’ va addirittura in vantaggio. Il gallese inventa una magia, suggerendo per Asensio che mette una palla insidiosa in area, un paio di rimpalli, e la sfera arriva sul ginocchio di CR7 che non sbaglia. È 2-1 e sembra già un miracolo, ma come detto, il Bernabeu non mente mai. L’azione successiva è una fotocopia, Asensio una saetta, la sovrapposizione interna di Marcelo è perfetta, e Areola viene colpito all’86’: 3-1, definitivo. La grande sfida di San Valentino finisce così, il Real va a Parigi con due gol di vantaggio.
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